Movimento 5 Stelle: “Riformisti? No! Immobilisti? Si! Alessandria sempre ultima!”

Consiglieri 5 Stelle Alessandria 2Un’Amministrazione specializzata in urla dalla piazza e invettive/suppliche dal balcone di Santoro!

Leggiamo a pagina 50 de La Stampa del 19 giugno 2013 che il Comune di Casale Monferrato intende attivare lo scambio di immobili invece di pagare in contanti (che non ci sono) opere pubbliche e di utilità pubblica.

Nell’articolo “Il comune pagherà i lavori cedendo terreni a imprese – e si prepara il piano triennale opere pubbliche: scuole al primo posto” si fa riferimento all’art. 53 del Decreto legislativo che disciplina gli appalti.

In esso è previsto, appunto, che a fronte di nuove opere o interventi su immobili comunali già esistenti è possibile offrire nei bandi alle imprese edili un baratto d’immobili al posto del totale o parziale pagamento in denaro delle opere.

Questa norma si propone di raggiungere due scopi contemporaneamente:
1.    consentire ai comuni di avere disponibili immobili nuovi e quindi più funzionali, con caratteristiche di sicurezza, adeguamento energetico per il massimo risparmio ed economicità di spesa;
2.    liberarsi di altri immobili vetusti, molto dispendiosi energeticamente, fuori norme di sicurezza oppure inutilizzati. o ancora più semplicemente non più adeguati allo scopo.

Il tutto anche se il comune non possiede e non può procurarsi disponibilità economiche da investire in edilizia pubblica.

Sembra una norma scritta apposta per la situazione di Alessandria! Città in dissesto finanziario!

Noi del M5S di Alessandria in più occasioni e in particolare in quella riguardante la discussione nella seduta del Consiglio comunale del “programma di mandato” della sindaca Rita Rossa, avevamo proprio proposto tutta una serie d’interventi in vari campi, tra i quali l’edilizia, richiamando il citato articolo 53, comma 6, del Testo unico sugli appalti.

Opportunità che poteva permettere alla nostra città, seppure nello stato in cui è, che non ha bisogno di descrizione poiché è sotto gli occhi di tutti e che ormai tutti ben conoscono, di avere un piano pluriennale d’interventi edilizi addirittura ambiziosi come l’ospedale o necessari come il tribunale senza dimenticare cosa poteva significare per le imprese edili cittadine e/o provinciali.

Consiglio accettato? No! Nonostante la nostra attività in consiglio comunale sia sempre stata di forte critica, ma contemporaneamente di proposte operative attuabili.

Salvo poi o copiarle, con qualche modifica grammaticale o di pallida protesta, tipo la mozione sulle discariche dello smarino proveniente dal Terzo Valico o rigettarle, a priori! Non conta se risolutive rispetto a problemi ineludibili come la necessità di predisporre un nuovo tribunale di competenza provinciale, a seguito della chiusura di quelli distrettuali sub provinciali, senza dimenticare l’assoluta necessità di dare ossigeno all’economia della città.

E’ questo rappresentare la propria comunità, curarne gli interessi e promuoverne lo sviluppo, come dovere per il comune, sancito dall’art. 3 comma 2 del TUEL?

Complimenti! Forse pretendevamo troppo da degli specialisti in distruzione!

M5S Alessandria

Alleghiamo copia stralcio intervento in Consiglio comunale su discussione “Programma di Mandato”.

•    Nel campo dell’edilizia pubblica.
•    Noi sollecitiamo l’applicazione del regime di scambio degli immobili previsto dall’art. 53, comma 6 del Testo unico sugli appalti il cui utilizzo, tra l’altro, è stato caldeggiato anche dalla Corte dei Conti.
Potrebbe applicarsi questa normativa per le innumerevoli esigenze vecchie e nuove della città: Tribunale, Ospedale e strutture dell’ASL, plessi scolastici e per tutti quegli edifici che oggi sono vetusti, inadeguati, fuori norma ed energeticamente costosissimi. Plessi da cedere quale corrispettivo dei nuovi. Eventualmente da ristrutturare o abbattere. Per lasciare libera costruzione abitativa o commerciale, sempre nel rispetto dell’integrazione cittadina sopra descritta, così da barattare l’inutile vecchio, col nuovo necessario.
L’uso di questa normativa permetterebbe di avere edifici pubblici moderni, funzionali e con costi di gestione energetica vicino allo zero. In cambio d’immobili pubblici non più necessari. E quanti ce ne sono in città, sia demaniali sia comunali. Si potrebbero attivare sinergie tra Stato, Regione, Provincia e Comune, in base alle proprietà e alle necessità dei servizi istituzionali da assicurare.

Citiamo a questo proposito una “buona pratica”.    
Il Comune di Lanciano (Chieti) che ha realizzato una nuova scuola elementare; valore di gara € 1.100.000  in cambio del vecchio plesso.

Esempio, di rilancio positivo e utile del settore costruzioni, oggi in grave difficoltà.  Si otterrebbe tra l’altro da un lato lavoro, dall’altro non costruzioni fini a se stesse ma utili e necessarie alla collettività.

Il tutto attivabile anche tramite una sorta di concorso a borsa premio e futura realizzazione tra i giovani ingegneri, architetti, geometri e imprese della città e della provincia in una gara di “proponi la città migliore che vorresti”.