5 domande a… Angelo Teruzzi

teruzzi_angelodi Andrea Antonuccio.

Angelo Teruzzi, laureato in Filosofia all’Università Cattolica, è presidente del Centro Culturale “Carlo Torriani” e della Consulta Diocesana per l’apostolato dei Laici. Prima di godersi la meritata pensione, è stato professore di Storia e Filosofia al Liceo Scientifico “Galileo Galilei” della nostra città. Attualmente insegna all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Alessandria.

1) Angelo, che cos’è per te Alessandria?
E’ una possibilità. Quando ti sei stancato della città o cominci ad annoiarti o pensi che sia tutto “grigio”, incontri qualcosa di nuovo, persone vive, magari silenziose ma assolutamente vitali; allora pensi che anche qui sia possibile sperare, e costruire.

2) Tu hai insegnato filosofia al Liceo Scientifico. Come la tua materia può aiutare i giovani a capire meglio la realtà?
Non credo che la storia della filosofia sia una materia privilegiata, anche se io l’ho amata molto. Ogni disciplina dovrebbe favorire l’apertura al reale. Decisivo è l’atteggiamento dell’insegnante; un insegnante curioso, appassionato, non superficiale e non stancamente ripetitivo, favorisce il risvegliarsi della coscienza e l’attivazione dell’intelligenza. Lo studio della filosofia può, in questo senso, essere d’aiuto a porsi le domande fondamentali sulla propria esistenza.

3) Sei anche il presidente del Centro Culturale Torriani. Come è nato, e attualmente come si colloca nel panorama culturale alessandrino?
E’ nato dal desiderio di compiere un lavoro comune di affronto dei problemi che di volta in volta la situazione ci pone, senza dimenticare la propria identità. E’ un tentativo di vincere la frammentazione culturale in cui ci troviamo e di reagire al nichilismo. Le iniziative che proponiamo – mostre, convegni, conferenze, viaggi…- cercano sempre di esplicitare anche le ragioni di una compagnia, mostrando la possibilità di un incontro.

4) La persona e l’evento che in questi anni ti hanno colpito di più, e perché…
In questo ultimo anno sono stato colpito dal nostro nuovo Vescovo. Vedo in lui una fiducia reale che la situazione di crisi non sia di impedimento a vivere. Mi colpisce quando afferma di non essere la persona più adatta e capace per guidare la Diocesi, e di essere stato scelto da Dio proprio per questo motivo, perché Dio si serve della debolezza e della povertà per realizzare i suoi piani. Non ho mai sentito nessun “politico” affermare una cosa simile.

5) Come giudichi la situazione del Comune di Alessandria? Hai un suggerimento da dare a Rita Rossa?
Non credo sia stata una buona scelta quella del “dissesto”… Ma al di là di questo, le enormi difficoltà economiche dell’istituzione comunale potrebbero diventare l’inizio di una inversione di tendenza: bisogna ridare più spazio al tessuto sociale, snellire l’istituzione (e quindi diminuire le spese!) e non pensare che il Comune debba automaticamente affrontare tutti i problemi. Sarebbe ora di cominciare a praticare davvero la sussidiarietà, dando l’opportunità di agire a chi è veramente in grado di farlo. Efficacemente e senza sprechi.

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