Cissaca: alla fine chi pagherà il conto?

Cissaca sede centraleLa situazione rimane da allarme rosso, e guai ad abbassare la guardia. “Siamo un’azienda da dodici milioni di euro l’anno di risorse programmate, che vengono interamente destinate all’erogazione dei servizi e delle prestazioni socio assistenziali che sono la nostra finalità: è chiaro che, se gli introiti reali sono sostanzialmente la metà, si determina una situazione che è difficile definire diversamente da emergenza”. Maria Teresa Guaschino, sindaco di Solero, è il presidente dell’Assemblea dei sindaci dei comuni che fanno parte del Cissaca, il consorzio socio assistenziale dei comuni dell’alessandrino che ha come riferimento una comunità di 128 mila persone, all’interno della quale naturalmente Alessandria fa la parte del leone, con i suoi 95 mila abitanti. E ormai lo sanno anche le pietre: da anni il Cissaca fa i conti con l’insolvenza dei suoi principali finanziatori: Palazzo Rosso, appunto, ma anche la Regione Piemonte, in costante arretrate nel versamento delle quote annuali.

Basta leggersi con un po’ di pazienza (ma non è lettura noiosa) la relazione di fine mandato del precedente consiglio di amministrazione guidato da Mauro Lombardi, scaduto da poco, per constatare qual è stata la dinamica dal 2007 fino a praticamente l’altro ieri.

Ci sono nell’aria nuovi segnali positivi, ed è auspicabile che qualcosa possa cambiare a breve? Oppure il consorzio, i suoi assistiti, i suoi 52 dipendenti diretti e le centinaia di addetti ai lavori specializzati che lavorano nelle cooperative socio assistenziali collegate sono destinate ad un percorso ancora precario, e ad un orizzonte incerto?

E’ di venerdì scorso l’ultimo incontro tra i vertici del consorzio (il nuovo presidenteBuzzi MauroMauro Buzzi, il direttore “in proroga” Laura Mussano e la stessa Maria Teresa Guaschino) e il temuto e spesso evocato Osl, che sta per Organismo straordinario di liquidazione, ossia i tre funzionari di nomina ministeriale che, dallo scorso autunno, dovrebbero essere solertemente al lavoro per occuparsi di liquidare i creditori, pubblici e privati, del Comune di Alessandria a seguito della procedura di dissesto. “Diciamo – spiega Mauro Buzzi – che temevamo l’incontro potesse portare ulteriori cattive notizie, che non ci sono state: nel senso che ci è stato confermato, e del resto noi dubbi al riguardo non ne avevamo, che le nostre fatture sono regolari, e che quindi il nostro credito nei confronti del comune di Alessandria, di circa 8 milioni e 200 mila euro, è ascrivibile nella massa passiva del dissesto. Ma non siamo creditori privilegiati, e quel che conta ora è capire se, in che tempi e in che misura il credito verrà saldato”.

In realtà nella vicenda esistono diverse complicazioni di tipo tecnico procedurale, che in qualche modo potrebbero anche “intersecarsi” con il fronte, più o meno esteso o ristretto, di intervento da parte degli “aiuti” in arrivo da Roma.  Da un lato c’è la questione legata al fatto che una parte delle risorse dovute al consorzio dal comune di Alessandria pare fossero state collocate tra i debiti “fuori bilancio” di Palazzo Rosso. Dall’altro c’è attesa per la sentenza del tribunale, a cui il Cissaca si rivolse per ottenere il riconoscimento dei propri diritti. Tutti elementi che potrebbero portare all’emergere di novità, anche significative.

Di certo c’è, comunque, che il comune di Alessandria ha se non altro versato per intero la quota dovuta nel 2012 (2 milioni e 700 mila euro), e l’auspicio è che i pagamenti possano procedere regolari per l’anno in corso.

Cissaca manifestazione“L’altro fronte aperto – spiega Maria Teresa Guaschino – è quello della Regione Piemonte, che fino a poche settimane fa non aveva ancora versato il suo contributo relativo al 2012, pari a complessivi 4 milioni e 200 mila euro, suddivisi in diverse voci. Per fortuna però qualcosa si sta muovendo: negli ultimi due mesi è arrivato quasi un milione di euro, in tre diverse tranche, ed è stato concordato un piano di rientro che dovrebbe consentire l’incasso del pregresso entro la fine del 2013”. E la quota regionale di quest’anno? “Su quella attendiamo ancora chiarimenti – precisa il presidente Buzzi – anche in  relazione ai tagli previsti per il sociale nelle nuova legge regionale, che i tecnici stanno esaminando per capire se riguarderà o meno anche i Consorzi. E’ un fatto, comunque, che da anni la Regione effettua tagli nell’ordine più o meno del 10% all’anno”. Così come esistono molte perplessità sul fronte Asl (che è sempre, sia pur per un’altra strada, Regione Piemonte): lì il Cissaca sta anticipando di tasca propria circa 400 mila euro di contributi economici annuali diretti, erogati a persone e famiglie in difficoltà. Con la speranza che la Regione ad un certo punto “sblocchi” la situazione, e tramite Asl provveda ad elargire ai consorzi il dovuto.

Dato un simile scenario, la parte del vaso di coccio tocca, come sempre, all’anello debole dellaGuaschino Maria Teresa filiera, che peraltro coincide in buona parte con gli erogatori effettivi dei servizi “sul campo”: ossia le cooperative socio assistenziali che, per conto del Cissaca, gestiscono case di riposo, comunità per minori, strutture assistenziali per portatori di handicap e altre tipologie di servizi non solo essenziali nei fatti, ma obbligatori per legge. E che da anni sono alle prese con cronici ritardi nei pagamenti delle prestazioni, al punto da essere arrivate a situazioni di forte indebitamento con le banche, per non sospendere l’attività.

“E’ una situazione pesantissima – conferma Mauro Buzzi – e c’è sicuramente forte preoccupazione. Ogni volta che entrano in cassa delle risorse, provvediamo immediatamente al pagamento di fatture arretrate, ma ci rendiamo conto che, per i nostri fornitori, la situazione è spesso insostenibile. Al consorzio peraltro arrivano anche ingiunzioni dirette di pagamento da parte di fornitori e, per raccontare un aneddoto che rende l’idea dell’impatto quotidiano del disagio, l’altro giorno un nostro addetto ha fatto la spesa al supermercato per una delle nostre strutture, e alla cassa si è sentito dire ‘no grazie, rimetta a posto la merce, non vi facciamo più credito’. Siamo a questi punti”.

Altrettanta preoccupazione c’è da parte dei soci di minoranza, ossia i piccoli comuni delCissaca-incontro circondario alessandrino, che al contrario del capoluogo hanno sempre provveduto con puntualità al pagamento delle quote di loro spettanza. Maria Teresa Guaschino, come sindaco di Solero, ne sa qualcosa, e analizza la situazione con lucidità: “Va riconosciuto prima di tutto – dice la presidente dell’Assemblea dei sindaci – che la forma consorzio si è rivelata vincente sul fronte della qualità dei servizi erogati, che nessun piccolo comune, singolarmente, sarebbe in grado di erogare a questi livelli. I piccoli comuni pagano annualmente una quota di 24,42 euro ad abitante, mentre Alessandria ha alzato il contributo, lo scorso anno, a 29,24 pro capite. Il punto è però capire cosa succederà, nel caso in cui Alessandria non fosse in grado di onorare i suoi debiti pregressi, o lo facesse solo in misura minima. Chi metterà la parte mancante? E’ indubbio che fra gli altri comuni soci del consorzio c’è una forte preoccupazione, che peraltro si estende anche ad altre ‘partite’ in corso, come quella dei rifiuti”.

Ettore Grassano

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