La difficoltà di essere propositivi, in un periodo di sbandamento politico e culturale, appare invalicabile.
Ma questa è la caratteristica di coloro che, come me, sono inquieti. La nostra inquietudine sta a significare il movimento della testa contro la stagnazione dell’anima, il desiderio di conoscere vivendo contro l’apatia della poltrona e dello zapping che, intendiamoci, ha i suoi lati positivi ma solo nel favorire deretani e cervelli adiposi.
Questo ci basta per proporre ogni anno, da sei a questa parte, la nostra Festa.
Come festeggiano gli inquieti?
Non è difficile:
1. Si trova una location che possa essere idonea allo scopo e abbia le caratteristiche giuste: accoglienza, bellezza e tradizione.
Nel nostro caso abbiamo scelto Finalborgo, ridente borgo medievale. O forse Finalborgo ha scelto noi. O ancora ci siamo scelti vicendevolmente (maybe…).
2. Si uniscono le forze intellettuali e operaie della cultura per avere momenti di discussione condivisa.
Quest’anno Max Manfredi, Luciano Violante, Stefano Bartezzaghi, Andrea Santini, Giordano Bruno Guerri, Silvia Ronchey, Klaus Schmidt, Enrico Ghezzi, Bianca Montale, Maurizio Lastrico, tanto per citarne alcuni.
3. Si cerca una figura di riferimento che stia lasciando il segno in questo nostro mondo, non importa in quale ambito o in quale modo. Ciò che conta e’ che lasci un segno nell’interesse delle generazioni attuali e future.
Quest’anno Guido Ceronetti. Prima di lui Costa Gavras, Raffaella Carra’, Barbara Spinelli, Oliviero Toscani, Don Ciotti, Renato Zero, tanto per citarne alcuni.
Ogni anno, da sei a questa parte, festeggiamo il nostro essere inquieti.
Onore al merito e al Presidente ed ispiratore Elio Ferraris.
Il programma completo e dettagliato su www.circoloinquieti.it