La modifica del disciplinare del “Grignolino del Monferrato Casalese” è stato il tema al centro di un incontro, organizzato nei giorni scorsi presso la Cia di Casale Monferrato, per discutere insieme ai produttori di queste uve la proposta che sta circolando in questi giorni sul territorio.
La discussione sul progetto, che tra le varie novità propone l’introduzione del “Grignolino Riserva”, è risultata vivace e molto critica e al termine della serata si è giunti, di fatto, a una vera e propria “nuova proposta”.
Dopo l’introduzione dei tecnici Alessandra Sekawin e Fabrizio Bullano, che hanno presentato le modifiche al disciplinare di produzione, si è evidenziato, fin dai primi interventi, il differente modo di interpretare un progetto di qualificazione del prodotto e come l’introduzione del “Grignolino Riserva” individui quasi esclusivamente in un lungo affinamento in contenitori di legno la “potenziale” qualità del vino.
Inoltre, la proposta è parsa debole e incoerente nella definizione della “Resa uva a ettaro” e del “Titolo Alcometrico”: negli interventi molti si sono domandati, come si può ottenere dalla medesima Resa a ettaro di 80 quintali d’uva, un vino di 11,50 gradi (Grignolino Monferrato Casalese) e un vino di 13,00 gradi (Grignolino Riserva)?
Al termine di un’appassionata discussione si è giunti alla conclusione di porre all’attenzione qualche differente ragionamento, indirizzato comunque alla qualificazione del nostro Grignolino, e in particolare Mirko Carzino e Silvio Morando hanno contribuito a sintetizzare e definire le proposte emerse nella serata.
Prima di tutto, si ritiene indispensabile differenziare la Resa uva a ettaro: 80 quintali per il Grignolino Monferrato Casalese e 65 quintali per il Grignolino Riserva.
Per quanto attiene la vinificazione, si ritiene corretto proporre la Resa uva/vino del 70% per ambedue le tipologie, mentre si propone di consentire le operazioni di vinificazione, solo sul territorio dei comuni della Zona di Produzione.
Per la durata dell’invecchiamento, date le caratteristiche del Grignolino, si ritiene più utile indicare un periodo minimo di 18 mesi, anche (e non solo) in contenitori di legno.
Tutti d’accordo per l’ampliamento della Zona di produzione, con l’inserimento del Comune di Lu, e della riduzione dell’acidità totale minima.
“I produttori della Cia di Casale – afferma Carlo Ricagni, presidente provinciale della Cia di Alessandria presente all’incontro con il Presidente di Zona, Gian Piero Ameglio – ritengono importante individuare un percorso per la qualificazione del Grignolino, e pongono all’attenzione dei vitivinicoltori che innovazione e tradizione devono trovare un equilibrio nella giusta prospettiva di ampliare il mercato per un prodotto simbolo del territorio”.