Prematurata la supercazzola [U Gnacapiöğ]

Bona Giorgiodi Giorgio Bona.

Prematurata la supercazzola (antani per due con lo scappellamento a destra) era uno scherzo goliardico che il Conte Raffaello Mascetti alias Ugo Tognazzi nel celebre “Amici miei” faceva solitamente a malcapitati interlocutori per divertirsi montando dei discorsi con contenuti illogici e frasi senza senso.

Chi non ricorda nell’atto primo lo scambio di battute con il vigile per evitare la multa o nell’atto secondo quello con il custode del camposanto. Questa salubre ironia mascherava una filosofia di vita che intere generazioni dagli anni 70 alla fine del secolo hanno fatto loro, un modo come un altro, divertente, piacevole, un po’ soft, con il sorriso sulle labbra e l’entusiasmo a fior di pelle, per cercare di ridare speranza a una civiltà che peccava di fantasia, di ironia e di qualità della vita.

Nel Conte Raffaello Mascetti mi sono spesso trovato a identificare il mio carissimo amico Pino Mantelli, oggi chef di fama nazionale e non solo, grande lavoratore ma anche uomo con un innato senso dell’umorismo e con un gusto della vita sempre affrontato con il passo giusto. Con lui e con Fabrizio Gavazza, altro illustre personaggio delle lande mandrogne, attualmente responsabile e coordinatore fiere per il Gruppo Mediaset, siamo stati protagonisti di supercazzole che proprio qui mi riserverò di raccontare in futuro perché qualcuna è anche degna di nota.

mascetti_vigileTornando al tema devo dire che quel senso della vita affrontata con ironia, non un’ironia becera e sguaiata, ma sottile, garbata, intelligente, ci aveva contagiato. Nessuno di noi aveva l’ambizione di voler cambiare il mondo, ma c’era un senso logico in quel modello di comportamento, che giusto o sbagliato, se vogliamo per niente conformista, ci permetteva di prendere per il culo un certo tipo di società bigotta e benpensante, moralista e per questo anche un po’ fascista.

La democrazia è malata, la politica l’ha devastata a suo uso e consumo e la supercazzola perde il suo valore e diventa linguaggio di tutti i giorni, il linguaggio contaminato e incomprensibile della casta, per dirla in parole povere, sempre più lontana dal mondo reale.

Dal berlusconismo, lo abbiamo duro della Lega, al risanamento del Ragionier Monti, al PD e al suo spostamento a destra abbracciando le teorie del Liberismo più spinto, e adesso al Vaffa di Grillo, siamo contaminati da supercazzole che non sono più una filosofia di vita ma un linguaggio incomprensibile che non ci appartiene.

A forza di queste supercazzole mi chiedo dove andremo a finire.

Pino, Fabrizio ed io, in questa memoria di luci ed ombre, dove il tempo si è fermato, sempre più convinti di quanto sia importante prendere le distanze da uno sguaiato modernismo che per decenni ci ha oppresso in modo sottile e indolore, forse un giorno ci ritroveremo come ai vecchi tempi, nella terza età se avremo la fortuna di esserci, sempre in vena di supercazzole, le nostre supercazzole.

Forse molti di noi non si aspettano più niente, ma la gente cosa chiede alla politica per rispondere ai mille interrogativi che gravano sul paese, quale soluzione per risolvere i problemi di un presente e di un futuro sempre più incerto.
Antani per due la supercazzola prematurata e naturalmente lo scappellamento… a destra. La risposta per adesso può anche bastare.