Un referendum sul nuovo ponte?

Ma il nuovo ponte Cittadella, o Meier, o come altro lo si vorrà chiamare, sarà costruito davvero? E quando? Certo che, tre anni e tre mesi dopo l’abbattimento fra mille polemiche della vecchia struttura, la precarietà e l’incertezza su quell’opera è davvero l’emblema della cattiva politica, dell’economia pubblica che non funziona.

Lasciamo perdere tutte le diatribe pregresse all’abbattimento, per carità. E non entriamo neanche nella complessa vicenda dei fondi vincolati, di cui tanto si discute in questi giorni.

Chiediamoci soltanto: come è possibile continuare ancora a girare attorno al problema, senza mai prendere una qualsiasi decisione? vi ricordate gli enfatici cartelloni del sindaco Fabbio sulla prima pietra? Sembrava sempre che si dovesse cominciare domani: e invece sia ancora qui a raccontarcela.

In questi giorni qualcuno sul web (io ho letto la proposta di Giovanni Barosini su facebook, ma magari lo pensano anche altri) circola una nuova parola d’ordine: referendum.

E in effetti l’idea di ascoltare, una volta tanto, cosa la pensano gli alessandrini (e non solo quelli più “caciaroni”, sulla rete o nei bar, ma tutti coloro che vorranmo esprimersi) non mi sembra per niente una cattiva idea. In fondo tempo se ne è perso davvero tanto, e non si venga quindi a dire che qualche mese in più farebbe la differenza.

Consultare i cittadini, al punto (morto) in cui siamo non sarebbe davvero una brutta cosa. Naturalmente anche con modalità innovative e al risparmio: indire un referendum classico, con scrutatori retribuiti, apertura dei seggi nelle scuole ecc per Palazzo Rosso rischierebbe di essere un altro salasso non da poco. Ma aprire per una settimana alcuni seggi in strutture dell’ente, aperte tutto il giorno, “precettando” senza un euro di ulteriori costi alcune decine fra i non pochi dipendenti dell’ente (e delle partecipate) è davvero impossibile?

Male che vada, una volta tanto gli alessandrini potrebbero sbagliare da soli, anziché delegare ad altri l’errore, e le sue conseguenze. Che ne pensate?

E. G.

Ps: intanto guardate cosa abbiamo trovato nel materiale d’archivio, alla voce ponte Meier: un bel volantino d’antan che mostra come la vicenda dei fondi vincolati e del loro utilizzo fosse all’ordine del giorno già all’inizio del 2010. Possibile che, quasi tre anni dopo, si sia sempre allo stesso punto? E non vi fa un po’ di tenerezza constatare che, all’epoca, Bellotti e Demarte si muovevano in sintonia? Quanta acqua è passata sotto il ponte (che non c’è più), vero?