Enti locali virtuosi? Esistono, ma….

Ma quanti sono gli enti locali, e i comuni in particolare, pieni di debiti? In altri termini, è inevitabile per un comune finire nelle condizioni di Alessandria (o, in misura minore ma comunque grave, di Tortona), oppure esistono alternative, e quindi oggettive responsabilità da parte degli amministratori?

L’altro giorno, navigando in rete, ho scoperto ad esempio che il sindaco di Assago (hinterland milanese, noto per l’omonimo Forum) ha deciso di non far pagare l’Imu sulla prima casa ai propri concittadini, non per ribellione contro lo Stato ladrone, ma semplicemente perché ritiene che l’ente abbia il sacrosanto diritto di esentare da questo balzello i cittadini, e che possa permetterselo dal punto di vista dei conti. Il suddetto primo cittadino sostiene tra l’altro (e se qualcuno ne sa di più ci dica) che una parte dell’Imu va allo Stato su tutti gli altri immobili, ma non sulla prima casa. Per cui anche su questo argomento forse circolano informazioni poco corrette.

In ogni caso, il comune di Assago pare sia riconosciuto dal Ministero delle Finanze come ente virtuoso, ossia con i conti in ordine. Ma non è il solo: altri 143 tra comuni e province condividono l’invidiabile status. E, senza andare troppo lontano, i comuni di Novi Ligure e Ovada, pur senza navigare nell’oro, sono certamente esempi a cui il nostro capoluogo dovrebbe forse prestare maggiore attenzione.

Ma non sarà che la situazione peggiora via via che crescono le dimensioni delle pubbliche amministrazioni? Torino, per fare un altro esempio piemontese, pare abbia bilanci da far drizzare i capelli, e la favola che i debiti, se contratti da giunte di centro sinistra, diventano virtuosi investimenti mi pare davvero tale: una storiella che non sta in piedi.

A me viene il dubbio che davvero piccolo sia bello, come dimostrano non solo i conti, ma soprattutto la qualità di vita e le proposte innovative di tante minuscole realtà di casa nostra: guarda caso, proprio quelle in cui la politica rimane di fatto fuori dalla porta, e dove gli amministratori vivono davvero tra i loro concittadini, e a loro rispondono giorno per giorno.

Ma allora perché la scure dei tagli andrà ad abbattersi proprio lì, e non sulle tante realtà medie e grandi in sostanziale fallimento?

A voi la risposta.

E. G.