Indubbiamente l’atteggiamento di classe politica e media nei confronti di Grillo e Movimento 5 Stelle è mutato drasticamente nel giro di poche settimane, se non giorni. A lungo snobbati e derisi, ora che hanno fatto “il botto” alle amministrative, conquistando il loro primo sindaco, ma soprattutto mostrando di essere una realtà di persone vere e partecipanti (che non solo votano, ma vanno in piazza, dove gli altri riescono a portare soltanto più sparute truppe cammellate, o addirittura prezzolate), beh ora cambia tutto.
Così i giornali ci raccontano che un conto sono le sguiataggini di Grillo (ma chi lo avrebbe ascoltato se avesse usato un linguaggio diverso?), un conto la “prima linea” del movimento, fatta di persone pacate, riflessive e preparate. In realtà è partita la fase due del contrattacco: “lisciare il pelo” ai Grillini, per chiamarli allo scoperto. Farli partecipare al grande circo barnum della politica televisiva, per dimostrare che sono esattamente come gli altri, e magari peggio perché ancora devono imparare le regole basilari della buona convivenza.
Se il Movimento 5 Stelle abbocca, in pochi mesi è “bollito”.
La strategia della sedia vuota, dei Grillini che non ci sono, o meglio che comunicano soltanto in maniera diretta, sul web e tramite il loro “scafato” e incazzato front man, in realtà è ciò che agli occhi dell’elettorato li ha resi diversi, e che può continuare a farli crescere.
Mettere il “grillino” di turno a Ballarò, Otto e mezzo o anche da Santoro, tra un Fassino e una Santanché, equivale a “smitizzare” la diversità del Movimento, a mostrarlo simile al resto del panorama politico, e quindi egualmente inaffidabile.
Accanto a questo problema di immagine, i 5 Stelle dovranno fare i conti, nei prossimi mesi, con altri temi mica da ridere:
1) entrare nei consigli comunali, e imparare in fretta come muoversi fra delibere, determine, regolamenti non è come dirlo. Molto dipenderà dall’intelligenza di chi è stato eletto, dalla capacità di muoversi senza piegarsi a compromessi, ma anche senza rigidità antipatica: un consigliere comunale neofita, che si rende inviso non solo ai colleghi, ma soprattutto al personale che gestisce l’ente, è praticamente morto. Un pesce senz’acqua.
2) La selezione del personale politico. Che significa naturalmente i candidati per le Politiche nazionali, ma anche un minimo di struttura e di competenze, senza le quali la vedo dura reggere su tutti i fronti. Magari sono figlio di logiche vecchie, ma insomma che tutto possa viaggiare tramite web e volontariato, e che ogni decisione sia oggetto di dibattiti e confronti infiniti, la vedo dura.
Per fare qualche esempio: leggo su facebook e dintorni di spaccature del Movimento e dei simpatizzanti sul fronte genovese. Sento altri che mettono in discussione i consulenti di Grillo (Casaleggio in primis, che conobbi giovane manager del mondo IT più o meno quindici anni fa a Milano, anomalo fin da quella sua enorme testa di capelli in un mondo di gente noiosamente standardizzata), o che già additano i potenziali Scilipoti.
Insomma, l’avventura dei 5 Stelle comincia ora, e le insidie per loro davvero non mancheranno. A me sono simpatici, perché trovo che stiano obbligando tutto il sistema partitico, assolutamente decotto e “scollato” dal Paese reale, a fare i conti con la realtà. Sono interessato soprattutto a capire come reagiranno Vendola, Di Pietro, e la sinistra un tempo antagonista e rifondarola, oggi semplicemente quasi scomparsa. Guarderanno l’elettorato (che non è “il loro”, attenzione: non è di nessuno) migrare verso Grillo, e accamperanno i loro stendardi ai piedi del Pd, in cambio di qualche incarico di sottogoverno locale e nazionale, o rilanceranno con un progetto di società diversa? E nel centro destra, cosa si inventeranno per recuperare l’elettorato oggi astenutosi in massa? Ma di questo parliamo al prossimo giro…
E. G.