Elettori o vittime impotenti?

Non c’è solo la vicenda Svial-Valorial, che credo abbiate seguito come me nelle cronache sui media, a tener banco in questi giorni.

C’è anche, e soprattutto, una bozza di bilancio consuntivo 2011 del Comune di Alessandria da far drizzare i capelli in testa anche ad un calvo. Ma non era tutta una manovra di “anime nere” dell’opposizione, mentre con la Corte dei Conti tutto sembrava in via di chiarificazione?

Eh, pare proprio di no signori miei. Pare che dal documento approvato dall’esecutivo di Palazzo Rosso (o almeno di quel che resta dell’esecutivo, ormai costantemente dimezzato in termini di presenze), i debiti dichiarati dagli stessi ammnistratori di Palazzo Rosso (in attesa di ulteriori pronunciamenti della Corte dei Conti) siano di oltre 60 milioni di euro. Riferisce La Stampa dell’altro giorno: “si parla esplicitamente di 26 milioni e rotti di debiti fuori bilancio e di un disavanzo di oltre 19 milioni. Il tutto da aggiungere ai 6 milioni di deficit 2009 e ai 10 milioni del 2010, accertati dalla Corte dei conti. Totale, appunto, sui 62 milioni”. Epperò. Risaltano fuori persino i debiti con il Cissaca, e quelli con il TRA (che non è stato affossato solo dalle polveri d’amianto, ma da una gestione finanziaria assolutamente deficitaria). Per non dire delle altre società partecipate.

Ma non basta mica. Nel frattempo arriva infatti da Roma la quantificazione dei “tagli” statali ai comuni: ad Alessandria quest’anno arriveranno soltanto 11 milioni, e non più 22. E, se serve come consolazione, la situazione è sostanzialmente simile per gli altri centi zona della provincia: con il dramma di Valenza che passa addirittura da 4,1 milioni a 570 mila euro di trasferimenti statali.

Una Walterloo annunciata, ma che analizzata numeri alla mano fa ancora più impressione.

A questo punto cosa possono aspettarsi gli alessandrini per i prossimi cinque anni, se non lacrime, sangue e sacrifici? Cosa deciderà (si immagina dopo l’eventuale ballottaggio del 20-21 maggio, ormai) la Corte dei Conti rispetto all’ipotesi di dissesto dell’Ente? E con quali conseguenze in termini di tagli dei servizi sociali, innalzamento delle tariffe e delle tasse comunali, posti di lavoro a rischio?

La risposta risuona, sinistra, nella testa degli elettori. Che mai, credo, si sono sentiti così impotenti.

E. G.