Le belle compagnie

Bossi, Rutelli, D’Alema, Alfano.
Non so a voi, ma a me qualche gesto scaramantico di fronte ad un poker simile pare legittimo. E non si può non esprimere solidarietà umana, se non politica, ai candidati sindaco alessandrini ad essi collegati, che devono correre con simili handicap.

Faccio eccezione per Vendola (per il quale come sapete ho un debole dichiarato, anche se non esente da future verifiche) e per Renzi, che può piacere o meno ma almeno non è un cadavere da museo delle cere, con annessi scheletri nell’armadio.

Tra tutti il premio sòla dell’anno lo darei comunque a er Cicoria, che incontrerà i suoi sostenitori in un ex bar (ma cos’è un ex bar?), immagino con l’obiettivo di fare il pienone. Attenzione però: ho qualche amico, ex Margherita e in perfetta buona fede (ci metterei la mano sul fuoco) che potrebbe presentarsi per chiedere il rimborso di denari smenati personalmente per la causa, quindi qualcuno avverta il Rutellone di passare da Alessandria senza contanti.

Poi c’è D’Alema, che anche nel girone della sfiga è sempre il più dritto della compagnia di giro, perché se ho capito bene ha deciso di incontrare solo i funzionari del partito, e i giornalisti. Il popolo non lo merita, e in fondo non lo ha mai compreso completamente.

Pensino, i numerosi candidati di liste civiche locali, a quale vantaggio competitivo si sta regalando loro in questi giorni, e gioiscano.

Torniamo seri per un attimo però, compatibilmente col tema. L’unico vero big popolare di questa campagna elettorale è Beppe Grillo. Quella serata lì (4 maggio mi pare, ma ne riparliamo), se Giove Pluvio non ci mette lo zampino, ci sarà più gente che per tutti gli altri rosari da vecchia politica messi assieme. E soprattutto sarà gente normale, non vetusti apparati costretti a fingere di crederci.

Il che, naturalmente, non significa in automatico che i 5 Stelle abbiano la ricetta per salvare l’Italia, o Alessandria. Ma è una misura dell’insofferenza (destinata a crescere ulteriormente, peraltro) della popolazione per un ceto politico che ci appare sempre più avulso dalla realtà, e privo di credibilità alcuna. Ma che non ha nessuna intenzione di farsi da parte volontariamente.

E. G.