Assunzioni effettuate senza seguire le procedure necessarie a garantire trasparenza, imparzialità e merito; rimborsi spese gonfiati a dismisura, ampliando le “imperscrutabili” distanze chilometriche tra casa sua e la sede aziendale.
Sono queste le accuse rivolte al “padre padrone” di AMAG, diventata in questi anni vera e propria “cassaforte” del Comune di Alessandria, spinta a svolgere compiti di dubbia congruità rispetto alla propria missione originaria: dal Teatro Comunale, alle manifestazioni in Cittadella, sino alle famose “rose della Moldavia”.
Ora, almeno per quanto riguarda i rimborsi gonfiati, Repetto si è impegnato a restituire, con ciò ammettendo di essersi potuto sbagliare. Vogliamo facilitare il compito a chi deve calcolare. Basta consultare www.viamichelin.it: la distanza tra Alessandria e Castelletto d’Orba è di “34 km, di cui 4,5 su strade a scorrimento veloce”.
Non c’è, tuttavia, rimborso che possa portare chiarezza sufficiente a giustificare la cattiva gestione che, in questi anni, ha caratterizzato la principale società pubblica alessandrina. Una cattiva gestione fatta di arroganza verso i Comuni minori, di progressivo svuotamento del ruolo dell’Assemblea dei soci, e da ultimo, ma non meno importante, da una crescente criticità delle condizioni finanziarie dell’Azienda.
Una situazione che, ormai da tempo, diversi dei Comuni soci denunciano apertamente, e che richiederebbe da parte di Repetto un passo indietro: quelle dimissioni che, oggi, le gravi ombre aperte dall’iniziativa della Procura, rendono tanto più necessarie e doverose.
Partito Democratico
Unione Provinciale di Alessandria