Ma davvero è possibile che una situazione così delicata come quella degli servizi educativi venga risolta, manu militari, negli ultimi giorni di mandato di un’amministrazione?
Io non ci credo, francamente. E ancora mi illudo che un po’ di buon senso emerga (o, in mancanza di meglio, qualche appiglio tecnico), perché davvero questa vicenda, spinosissima, possa essere affrontata con serietà e rapidità a giugno dal nuovo sindaco, chiunque sarà.
Si tratta davvero di un tema troppo importante per liquidarlo di corsa, con un’esternalizzazione di un anno affidata ad un privato che solleverebbe enormi dubbi e più di un sospetto. Ma scusate: non ci sono stati cinque anni di tempo per occuparsene?
D’altra parte, leggo che la dirigente Carla Cattaneo (prossima alla pensione) ha dichiarato “se il sindacato non è d’accordo, io non firmo l’atto”, per cui mi pare che la questione si possa fermare temporaneamente lì, no? Oppure l’atto lo firmerà qualcun altro?
Badate bene, io sono assolutamente certo che Comune e partecipate debbano alleggerirsi di personale, ed è ipocrita che questo argomento non sia nel calendario programmatico di diversi candidati eccellenti. E che soprattutto non emerga nel dibattito quotidiano tra la gente: perché i programmi elettorali, sia chiaro, non se li legge nessuno!
Ma tutto il processo va organizzato (rapidamente) con capacità di programmazione, e non “scaricando” dalla sera alla mattina quel che è più facile scaricare, e che invece costituisce probabilmente un valore aggiunto importante. E se in assoluto il ricorso al privato, e alle cooperative, non va visto come il demonio, è altrettanto evidente che il tutto non può ridursi ad una logica di taglio dei costi, sulla pelle dei bambini, delle famiglie e dei lavoratori. Quali cooperative? Con quale livello di qualità professionale, e di retribuzione per chi lavora? Queste non sono questioni secondarie, ma fondanti per procedere in quella direzione.
Comunque, ripeto: non sono operazioni che si possono fare a pochi giorni dalle elezioni, siamo seri. Così come, però, occorrerà che il nuovo sindaco dica agli alessandrini: “dobbiamo girare pagina cari concittadini: il Comune non può più essere la grande mamma, e l’ammortizzatore sociale che dispensa posti di lavoro a pioggia”.
Questo lo sanno bene tutti i 16 candidati. Nessuno però, in campagna elettorale, lo sta sottolineando, temendo di perdere voti. Molto triste, molto ipocrita, molto prima repubblica: ma senza più i presupposti per crederci.
E. G.