In Alessandria la raccolta dei rifiuti è passata da un sistema di porta a porta integrale ad uno parziale e recentemente sono stati spesi circa 3 mln di euro per i nuovi cassonetti.
Il piano industriale proposto dal vecchio Presidente dell’AMIU che prevedeva il cd porta a porta spinto è stato abbandonato dalla Giunta Fabbio ma le problematiche dei rifiuti non sono state risolte.
Il nuovo bando sulla raccolta e il trasporto è stato vinto dal gruppo AMIU-IREN, una nuova società che si è assicurata per 20 anni il servizio e che ha versato anticipatamente al Comune di Alessandria la cifra di 15 mln di euro, pari a 8 anni di canone; questa modalità di contabilizzazione è stata però fortemente censurata dalla Corte dei Conti, la quale ha ritenuto che essa “ depaupera l’ente, che per i primi 8 anni del servizio dovrà rinunciare all’importo del canone”.
La Corte dei Conti aggiunge inoltre che: “la previsione di un canone risulta del tutto incongrua poiché, da quanto risulta dal bando, non si è in presenza di una concessione che garantisce un provento autonomo al concessionario ma, sostanzialmente, di un appalto di un servizio con corrispettivo erogato dal Comune di Alessandria e dagli altri 24 Comuni interessati.
Il “canone“ sembra risolversi, quindi in una partita di giro che non ha alcuna giustificazione giuridica, contabile ed economica.
Il bando comunque non ha riguardato lo smaltimento dei rifiuti: a tal proposito esiste da alcuni anni un impianto innovativo chiamato Arrow Bio, un impianto costruito per la prima volta a Tel Aviv ( Israele) ma che ha avuto importanti conferme anche in Scozia, Messico, Australia.
E’ un sistema ottimo perché tratta rifiuti indifferenziati, quindi per il cittadino non è più necessario fare la raccolta differenziata.
La vera innovazione è che tale processo utilizza l’acqua per separare i vari rifiuti: non ci sono problemi di danni all’ambiente come succede con le orribili discariche o con i termovalorizzatori che inceneriscono i rifiuti e provocano malattie molto gravi.
Il procedimento consente di recuperare circa il 90% dei materiali riciclabili come i metalli ferrosi e non ferrosi, la plastica ed il vetro: produce biogas, cioè metano che è utile per ottenere l’energia elettrica o come carburante pulito per il trasporto pubblico al posto dei carburanti fossili che sono inquinanti.
Questo impianto può essere costruito in pochi mesi e costa poco: circa 15 mln di euro per un un impianto da 75 mila t/anno; ogni tonnellata di rifiuti in ingresso costa 40 euro, ma produce ricchezza ( biogas + materiali riciclati + fertilizzanti ) pari a 25 euro, quindi smaltire una tonnellata di rifiuti costa solo 15 euro invece dei 90 euro degli inceneritori.
I costi potrebbero essere ammortizzati in pochi anni se si riuscisse a creare una valida sinergia tra Aral e gli altri Consorzi rifiuti, cioè COSMO (per il casalese) e CSR (area tortonese ed acquese).
Si può pertanto ritenere che la realizzazione di tale sistema di smaltimento rifiuti potrebbe altresì determinare nel medio periodo una diminuzione della tassa sui rifiuti che attualmente grava in modo elevato su cittadini ed imprese.
La nuova imposta (Tares o Res), entrerà in vigore nel 2013, riguarderà l’80% dei metri quadrati convenzionali degli immobili, assorbirà le addizionali locali ma darà ai Comuni la possibilità di chiedere un contributo fisso per metro quadrato da 0,30 a 0,40 euro all’anno.
La tecnologia può migliorare la qualità della vita dei cittadini ed a volte è sufficiente copiare i percorsi già seguiti da altri: naturalmente ci vuole la volontà politica di farlo……….
Luigi Barberis
UDC Alessandria