Evadere le tasse è un furto. Però…

Dagli addosso all’evasore. Ormai sembra la nuova moda nazionale, e naturalmente è impossibile essere contrari. Del resto è uno di quei temi (come la pace, la lotta contro la fame nel mondo, la tutela dei bambini) su cui vorrei vedere chi può dirsi in disaccordo.

Ma poi bisogna fare i conti con la realtà italica. Nel giro di pochi giorni un amico e un conoscente (che non hanno rapporti tra loro, e che però sono o sono stati entrambi elettori del centro destra) mi hanno detto: “bisogna distinguere il grande evasore che porta i soldi all’estero dal piccolo artigiano o commerciante o autonomo che in realtà rimette in circolo i soldi sul territorio, e quindi li spende comunque, e ci paga le tante tasse indirette”. Un par di ciufoli cari miei, ho risposto io in sostanza: in un Paese serio le tasse le pagano tutti, e dato che noi non lo siamo qui il grande evasore che il piccolo l’han sempre fatta franca ‘a braccetto’. Ma le strade asfaltate, la sanità pubblica, la scuola e tutto il resto sono i primi a volerle efficienti”.

Poi, però, un amico artigiano si mette con me, di fronte ad una birra, e facciamo i conti della sua azienda. Signori, questo se pagasse tutto in regola chiuderebbe, o lavorerebbe come uno schiavo 70 ore alla settimana (rischiando capitali suoi) per guadagnare quanto un cassintegrato. Vi pare possibile? Ovviamente no.

L’impressione è che il nostro sia stato, per troppo tempo, il Paese dei furbi, e che ora dovremo passare necessariamente attraverso un non breve periodo di lacrime e sangue, e di drastica riduzione dello stile di vita delle masse. In verità da 15 anni a questo parte improntato (lo stile di vita) ad uno spreco sistematico, con bisogni artificiali e ridicoli perpecipiti come essenziali. Ma è su questo essere cittadini scarsamente consapevoli e al tempo stesso consumatori voluttuari incalliti che si basa l’ideologia della crescita del Pil ad ogni costo. C’è poco da girarci intorno, è un percorso da topini nella ruota che sta mostrando la corda.

Il guaio, come sempre, è che ‘chi ha avuto ha avuto, e chi ha dato ha dato’, per cui ci sono fasce di popolazione che, avendo evaso in maniera sistematica per qualche decennio (ma anche assai lavorato, occorre essere onesti fino in fondo), ora possono anche vivere di rendita per almeno una generazione (ovviamente in una logica da ‘fine dei tempi’). Mentre i tanti di noi che lavorano per vivere, e che non hanno messo fieno in cascina (in maniera lecita o illecita che sia) rischiano di essere travolti dallo tzunami in arrivo, e di cui temo si siano per ora intravisti solo alcuni ‘schizzi’.

Mai come ora, quindi, ci sarebbe bisogno di una classe dirigente (politica, ma anche imprenditoriale) davvero di eccellenza, e disposta a mettersi in gioco per il futuro del Paese. Ce l’abbiamo? A voi la risposta, la mia ormai la conoscete…..

E. G.