“Ma è possibile che gli alessandrini non siano più in grado di governare a casa propria, e che su tutti i fronti, dalle aziende pubbliche alla sanità, ci si debba rassegnare ad essere ‘colonizzati’, senza più essere padroni a casa nostra?” Cesare Miraglia, coordinatore provinciale dei Moderati, torna alla carica sul tema “dell’alessandrinità” calpestata, e assolutamente da recuperare.
“Ma le pare possibile che venti o trent’anni fa gli alessandrini fossero protagonisti della vita politica e imprenditoriale piemontese e nazionale, e che oggi ci si debba rassegnare a questo declino? La realtà è che, a parte un paio di lodevoli eccezioni per figure come Fabrizio Palenzona e Renato Balduzzi, Alessandria non è più riuscita ad ‘esportare’ nulla, e conta pochissimo. Ma noi Moderati non accettiamo l’idea di diventare colonia di Torino, e di svendere aziende che sono patrimonio pubblico di tutti gli alessandrini”.
Miraglia, non è un mistero, è da almeno un anno in scontro aperto con l’amministrazione Rossa (“che pure sosteniamo per lealtà e coerenza verso gli elettori: e il nostro voto è stato decisivo, anche di recente”) sul fronte del destino delle partecipate, e in particolare del Gruppo Amag: la presidenza ‘fassiniana’ targata De Capitani (“un signore che con Alessandria non c’entra nulla, è evidente”) Miraglia l’ha più volte contestata, e per la multiutility di Palazzo Rosso auspica un futuro ‘mandrogno’: “siamo sempre in attesa di capire quali siano i progetti futuri, e se e quando ci saranno le gare del gas. Quel che è certo è che sarebbe auspicabile che per il Gruppo Amag si facessero avanti imprenditori di casa nostra, non soggetti che con Alessandria non c’entrano nulla, e che poi tutto farebbero tranne che gli interessi degli alessandrini”.
Ma la riflessione di Miraglia si estende anche alla sanità: “Abbiamo un top management, sia alla Asl che all’Azienda Ospedaliera, completamente di forestieri. Possibile che il nostro territorio non riesca ad esprimere, anche in quel settore, competenze adeguate a gestire le strutture di casa nostra? Al Partito Democratico, che è nostro alleato, e che oggi ha in mano tutto, dal Governo alla Regione, fino a Provincia e Comuni, vogliamo allora ricordare che la logica di centralizzare le decisioni nelle mani di pochissime, e di gestire i territori come fossero colonie prive di autonomia, è e sempre più si rivelerà fallimentare: un autentico regalo a Lega e 5 Stelle. Una strada da cui occorre recedere al più presto”.
E qui Miraglia non può esimersi da un rapido commento sulle elezioni di domenica scorsa: “A Valenza Gianluca Barbero è il candidato giusto per rilanciare la città: lo abbiamo appoggiato convintamente, e lo sosterremo con forza al ballottaggio. I dati delle elezioni regionali però devono fare riflettere Renzi: perdere una roccaforte come la Liguria in quel modo, e raccogliere consensi così disastrosi in una regione di grande importanza come il Veneto, sono campanelli d’allarme seri. Qualcosa va cambiato nella politica del PD, e bisogna farlo subito”.
Ma quale sarà il futuro dei Moderati, almeno su scala alessandrina? Proseguirà il loro contributo al cartello di Partecipazione Democratica (ad oggi insieme a Psi, Sel, Comunisti italiani, ambientalisti), e si arriverà nel 2017 a proporre un candidato sindaco alternativo a quello del PD? “E’ presto per dirlo – sorride Miraglia -, anche perché bisogna prima di tutto vedere se nel 2017 ci sarà ancora il PD, almeno come lo conosciamo oggi. La politica in Italia cambia in fretta, e due anni sono lunghi. In ogni caso vedremo chi sarà il loro candidato o candidata sindaco, e con quale programma. In base a quello decideremo. A noi interessa mettere Alessandria e gli alessandrini al centro di un progetto di rilancio, vogliamo rendere il territorio attrattivo, stimolare l’impresa privata, ma anche dare un futuro al nostro patrimonio pubblico. Al PD cosa interessa? Ce lo facciano sapere”.
Ultimo capitolo alessandrino, le farmacie. Palazzo Rosso è sempre al momento proprietario del 20% di Farm.Al, e si parla di spostamento della farmacia di piazza Mentana in uno degli immobili comunali oggi in fatiscente abbandono dinanzi alla stazione ferroviaria. “Ma per farci cosa? Ci dicano….magari una seconda farmacia aperta 24 ore su 24, come quella di Largo Catania? Con due strutture simili in città, le farmacie private subirebbero un colpo durissimo, e non poche chiuderebbero i battenti. Vogliamo affrontare pubblicamente e dibattere anche questa questione, o no?”.
Ettore Grassano