Il bicchiere mezzo pieno [Controvento]

Half-full or half-emptydi Ettore Grassano

Sembrava di essere agli Stati Generali dell’economia alessandrina, ieri mattina nel salone delle conferenze della Fondazione CrAl, ad Alessandria. Attorno al tavolo, per presentare il bel progetto della Fondazione Pittatore, autentico ‘ponte’ tra  10 giovani talenti del territorio (ragazzi, fatevi avanti!), e di altrettante selezionate imprese, c’era davvero un’importante rappresentanza non solo delle principali associazioni di categoria, ma soprattutto un pool di imprenditori senz’altro di ‘fascia alta’ rispetto al tessuto economico di casa nostra. E che resistono, nonostante i ‘marosi’ della crisi. Buona parte di loro li abbiamo già tra l’altro intervistati, nel corso dell’ultimo anno e mezzo di attività del nostro magazine.

A fare gli onori di casa c’erano il presidente della Fondazione CrAl, Pierangelo Taverna, e il presidente della Fondazione Pittatore, Nerio Nesi. Una figura di banchiere, politico e intellettuale che ha  attraversato la storia di questo Paese,
dal dopoguerra ad oggi, e con cui abbiamo realizzato un’intervista esclusiva di assoluto interesse e sostanza, che vi proporremo nei prossimi giorni.

Ma cosa è emerso ieri, e perchè ne scriviamo?
Due i dati fondamentali: uno straordinariamente negativo, l’altro assolutamente positivo.

La negatività sta nel fatto che tutti, a partire proprio da Nerio Nesi, con schiettezza e citando dati e numeri (il presidente della Fondazione Pittatore ha anche fatto riferimento all’editoriale/analisi di Giuseppe De Rita sul Corriere della Sera) sono apparsi consapevoli che l’Italia, il Piemonte e Alessandria stanno vivendo una fase di trasformazione epocale, al ribasso. In cui “la mancanza di speranza rischia di trasformarsi a breve in disperazione”, per citare ancora Nerio Nesi.

E qui l’assessore regionale al Lavoro, Giovanna Pentenero, ha detto esplicitamente: “nei prossimi mesi in Piemonte l’emergenza occupazionale potrebbe diventare emergenza sociale vera e propria”. Quindi, se non altro, i piemontesi per carattere e rigore sono capaci, anche nelle difficoltà, di evitare  di rifiugiarsi in slogan qualunquisti, e nessuno sta cercando scorciatoie o soluzioni salvifiche.
Però, appunto, la situazione è drammatica, e richiede lucidità, capacità di reazione, e forte presa di responsabilità da parte di chi, per ruolo e status sociale, è chiamato a dare l’esempio.

E questo, appunto, ci pare l’aspetto positivo: il bicchiere mezzo pieno da valorizzare. Ossia, al di là dell’entità delle borse di studio erogate e delle dimensioni del progetto (che peraltro la Regione Piemonte pare intenzionata a ‘clonare’ in altre province, con il supporto di Fondazioni private e bancarie:  Alessandria, una volta tanto, fa da ‘apripista’ in positivo!), ci è piaciuta la grinta e la determinazione con cui i promotori dell’iniziativa l’hanno proposta, e intendono portarla avanti. Credendoci loro per primi, Fondazione e imprese. Per cui il prossimo passo spetta ora a loro, a voi: giovani laureati e laureandi alessandrini (in termini di territorio provinciale) con eccellente curriculum, e voglia di darvi da fare. In bocca al lupo!