La fusione sanitaria di Alessandria tra progetti per l’azienda unica e parole al vento [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 
Nello stesso momento in cui il Consiglio comunale, ad Alessandria, ospitava i lavori della Commissione consiliare Politiche sociali e sanitarie, convocata per discutere una proposta di ordine del gioro presentata da Pierpaolo Guazzotti (Lega Nord), la giunta regionale, a Torino, su proposta dell’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha approvato la proposta di delibera che prevede l’accorpamento dell’Asl e dell’Aso (azienda ospedaliera) di Alessandria.

A questo punto forse sarebbe stato il caso di modificare l’ordine dei lavori, infatti l’annuncio, formulato durante l’incontro da Domenico Ravetti, consigliere regionale e presidente della Commissione Sanità, ha di fatto modificato radicalmente lo scenario della discussione. Invece no. Piero Castellano, presidente della Commissione consiliare, ha deciso di proseguire con il dibattito. E così dalle 10 alle 14 è andato in scena un confronto dove le parole a vuoto hanno abbondato, mettendo in evidenza la scarsa conoscenza della macchina della sanità da parte di diversi consiglieri, oltre a uno scontro politico inutile visto che né la Commissione, né il Comune, da questo punto di vista, hanno alcuna competenza in materia.

La fusione sanitaria di Alessandria tra progetti per l’azienda unica e parole al vento [Centosessantacaratteri] CorriereAl

Dopo gli interventi dei consiglieri regionali Ravetti, Ottria, Mighetti e Berutti che hanno messo in luce differenti posizioni, ma anche potenziali punti di intesa fra maggioranza e minoranza, è proseguita la passerella dei consiglieri comunali durante la quale non è mancato uno scontro verbale, che ha fatto anche sospendere i lavori per un paio di minuti, fra Rita Rossa e Oria Trifoglio. L’ex sindaco e la candidata del Quarto Polo si sono contrapposte in modo accesissimo. Difficile pensare che le due, poco prima del voto per il ballottaggio, abbiano anche stretto un accordo politico che le ha viste unite per tentare di strappare la vittoria. Nella sala consiliare si è assistito a un’asprezza di toni quasi senza precedenti che ha imbarazzato l’intera aula.

Dal dibattito si è segnalato solo l’intervento di Riccardo Molinari che si è detto d’accordo su alcune considerazioni di Ravetti e Mighetti, ha espresso una posizione “non pregiudizialmente contraria” alla fusione, ha espresso dubbi sulla gestione del budget e del futuro management, ma ha anche aggiunto che questo modello di fusione “è razionale, allora dovrà andare bene per tutte le realtà territoriali” facendo riferimento ai territori dove resteranno più aziende, come Cuneo o Novara.

Assenti, benché invitati, i direttori dell’azienda ospedaliera (Giovanna Baraldi) e dell’Asl Al (Gilberto Gentili), è stato Mauro Cappelletti, presidente dell’Ordine provinciale dei medico, a tracciare un quadro tecnico rispetto allo stato dell’arte attuale e allo scenario di una azienda unica. Una realtà che “vedrà le strutture ospedaliere continuare a svolgere i ruoli che hanno oggi, con Alessandria che esercita il ruolo di hub, e che non pregiudica alcun progetto di sviluppo come il corso di laurea in Medicina oppure l’Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico)” ha aggiunto.

Rispetto alla fusione fra le due aziende, il processo è iniziato con il Consiglio regionale che con una mozione proposta dal presidente della IV Commissione (Ravetti) e approvata il 17 ottobre impegnava la Giunta regionale a presentare un atto in base agli strumenti previsti dalla legge regionale 18/2007 ‘Norme per la programmazione socio-sanitaria ed il riassetto del servizio sanitario regionale’. L’accorpamento sarà operativo dal primo gennaio 2019 e la proposta dovrà adesso essere discussa dal Consiglio regionale, dove “ci sarà modo di approfondire tutti i dettagli dell’unificazione, che rientrerà però in un più ampio quadro di programmazione al quale l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte sta lavorando” ha precisato una nota diffusa della Regione.

“La delibera – spiega Antonio Saitta – è una proposta che deve essere discussa e approvata dall’assemblea consiliare regionale prima di diventare esecutiva. Solo dopo l’approvazione inizierà l’iter per la nomina del direttore unico che verrà individuato all’interno dell’albo nazionale dei direttori sulla base ovviamente delle caratteristiche dovranno rispondere a quelle contenute nel bando che verrà messo a punto”.

E che ne sarà di Baraldi e Gentili, i cui mandati scadono fra nemmeno quattro mesi? “Le direzioni devono garantire la continuità sino alla fine dell’anno, anche rispetto agli adempimenti aziendali, fra cui la chiusura dei bilanci. Ecco perché la nuova azienda inizia a operare da gennaio”. Il direttore unico dovrà preparare l’atto aziendale che metterà a fuoco in modo puntuale la nuova struttura e gli obiettivi da raggiungere. Il documento dovrà quindi essere approvato dalla giunta regionale.