Accorpamento Asl Aso di Alessandria: un’idea di futuro

Accorpamento Asl Aso di Alessandria: un'idea di futuro CorriereAldi Domenico Ravetti*

 

 

Volevamo un’idea di futuro da interpretare. Ora l’abbiamo e possiamo ambire ad avere una prospettiva migliore.

A novembre dell’anno scorso in Consiglio Regionale avevamo approvato una mozione che impegnava la Giunta ad adottare la proposta propedeutica all’accorpamento ASL AL e AO SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria. L’atto è stato adottato e ora il confronto ripartirà in IV Commissione e successivamente in Aula.

I sostenitori del nuovo progetto hanno chiaro che l’obiettivo è quello di creare una nuova azienda sana e forte per garantire migliori servizi ai cittadini di tutta la provincia di Alessandria. Sulle ragioni del cambiamento e sulle scelte da compiere nel prossimo futuro avremmo bisogno di mettere al bando i simboli dei Partiti e le contrapposizioni animate solo per avvantaggiare alcuni politici, non certo i cittadini/pazienti.

In questo senso ho colto con piacere l’atteggiamento di “apertura” dimostrato da molti consiglieri e assessori del Comune di Alessandria durante i lavori della Commissione Sanità a cui sono stato invitato.

Al contrario in questi giorni mi sono parsi del tutto strumentali e sterili le affissioni di manifesti, così come alcuni mesti comunicati stampa. A questi esponenti, pregiudizialmente contrari al progetto di rafforzamento della sanità alessandrina, rinnovo, e questa volta pubblicamente, la disponibilità ad uno o più confronti pubblici ovunque e nei momenti da essi ritenuti più opportuni; rilevo che di norma chi non vuole accettare il confronto è perché non ha solidi argomenti e preferisce nascondersi dietro la comodità degli slogan.

Sappiamo bene che dopo il salvataggio della sanità pubblica piemontese abbiamo tutti il dovere di programmare il futuro che riguarda la salute delle persone; una discussione seria che merita sobrietà, toni adeguati, studio e approfondimento. La condizione finanziaria, il Piano Nazionale Esiti, alcuni evidenti disservizi e i dati della mobilità passiva ci dimostrano che dobbiamo avere coraggio e onestà intellettuale nell’ambire a modificare il senso di marcia. In particolare dobbiamo dimostrare freddezza verso chi custodisce prevalentemente i propri particolari interessi senza curarsi del più vasto mondo di cui fa parte.

 

*Consigliere Regionale Partito Democratico