L’impresa ‘digitale’ deve essere sempre più concreta. Si può fare, anche se le velocità dell’economia sono diverse [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

Se sei un’impresa che finalmente ha deciso di investire nella digitalizzazione, allora gli strumenti informativi ed economici messi a disposizione dalla Camera di Commercio di Alessandria sono una opportunità da cogliere. Se sei un’impresa che da anni investe nella tecnologia e nel digitale, puoi tranquillamente proseguire per conto tuo perché sei troppo avanti rispetto a quanto sta iniziando a fare il sistema pubblico. Il ‘piano impresa 4.0’ dell’ente camerale alessandrino arriva all’inizio dell’anno, quando le aziende preparano i piani di investimenti e i contributi da intercettare attraverso uno specifico bando possono essere un buon aiuto. Dall’inizio del mese è operativo, nella sede camerale di via Vochieri 58, il ‘Punto impresa digitale’ (Pid), nato per “supportare le aziende nella loro trasformazione digitale”. La struttura “è il punto di primo orientamento – spiegano Gian Paolo Coscia e Roberto Livraghi, presidente e segretario generale della Camera di Commercio alessandrina – per aiutare le imprese nella comprensione e nell’utilizzo dei numerosi servizi digitali offerti dall’ente e dal sistema camerale nazionale”, ma il Pid è anche “il primo snodo per indirizzare le imprese verso strutture di supporto alla trasformazione digitale e ai centri di trasferimento tecnologico”. Al Pid ci si può rivolgere per ottenere il rilascio della firma digitale, dello Spid (Sistema pubblico di identità digitale), per informazioni e e formazione sul tema della digitalizzazione e del programma nazionale ‘Impresa 4.0’. La giunta camerale ha poi stanziato 90.000 euro all’anno (il piano è triennale) per la concessione di contributi a favore delle imprese che hanno deciso di investire nel 2018 in consulenze e formazione nel campo della digitalizzazione. La scadenza del bando è il 28 febbraio. Il ‘Bando voucher digitali I4.0’ prevede una serie di parametri da rispettare per l’assegnazione. Una volta superata la selezione, le risorse verranno attribuite unicamente in base alla data di presentazione.

L’impresa ‘digitale’ deve essere sempre più concreta. Si può fare, anche se le velocità dell’economia sono diverse [Centosessantacaratteri] CorriereAl
L’azione promossa dalla Camera di Commercio di Alessandria, peraltro sulla base di norme legate alla riforma delle stesse Camere (che per ora si è fermata e potrebbe arrivare alla conclusione solo dopo il voto per le elezioni politiche) e al piano nazionale ‘Impresa 4.0’, è tesa a sostenere un processo di innovazione che è estremamente vitale per la sopravvivenza, e lo sviluppo, delle imprese italiane, se è vero il dato fornito dal presidente Coscia che ricorda come “solo il sette per cento delle imprese italiane è digitalizzato, mentre le altre non lo sono o stanno iniziando ora”. La massa delle aziende medie e piccole deve ancora fare il necessario salto di qualità produttivo e culturale per essere realmente competitive sui mercati. Che il sistema pubblico sia sceso in campo con nuovi strumenti è positivo, lo è invece meno invece il fatto che la pubblica amministrazione applichi la digitalizzazione ancora a singhiozzo, adottando piattaforme diverse che a volte non dialogano le une con le altre, praticando molto a parole e meno nei fatti la informatizzazione dei servizi. Per esempio, lo Sportello unico per le attività produttive (Suap), che è esclusivamente telematico, è usato da una sessantina, su 190, di comuni della provincia di Alessandria attraverso la delega alla Camera di Commercio. Di questi, i centro zona sono solo Acqui Terme e Tortona. Molti altri comuni gestiscono direttamente il servizio Suap, con alcune difformità tecniche nell’uso che impongono l’utilizzo di format diversi pur in presenza della stessa istanza.

Se questo aspetto della digitalizzazione riguarda innanzitutto il dialogo e la relazione fra impresa e pubblica amministrazione, ovvero tutto ciò che riguarda le pratiche che la burocrazia prevede, altra cosa, e molto più ampia, è l’evoluzione da Industria a Impresa 4.0 che con il piano nazionale si estende dal settore manifatturiero agli altri settori dell’economia, servizi per primi, per consentire a tutte le imprese di dotarsi degli strumenti in grado di supportare la trasformazione digitale che è alla base della competitività nazionale, ma soprattutto internazionale.

Qui sono in campo più soggetti, dalla rete di Infocamere al Digital innovation hub che nel caso del Piemonte propone “un percorso di collaborazione alle aziende del territorio per accompagnarle, nel più breve tempo possibile, nel processo di trasformazione digitale, mettendole in condizione d’identificare i propri margini di miglioramento, definire piani di azione e lanciare i progetti innovativi”. Il tutto avviene sfruttando “al massimo le sinergie tra gli attori eccellenti nell’innovazione presenti sul territorio, che comprendono Poli regionali, università, enti di ricerca ed aziende leader di livello internazionale, per favorire l’adeguamento dell’imprenditoria piemontese alla quarta rivoluzione industriale”.