Baraldi a fine mandato? Sì. O anche no? L’ospedale di Alessandria alla ricerca di nuove identità [Centosessantacaratteri]

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Mancano meno di quattro mesi alla fine del mandato di Giovanna Baraldi alla direzione generale dell’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ di Alessandria e il discorso pronunciato prima della messa che ogni anno celebra la giornata dedicata alla Festa di Sant’Antonio suona un po’ come un addio, fra diversi momenti di sintesi rispetto alle cose fatte e ai ringraziamenti a tutto il personale, ma anche un po’ come una sorta di ‘prenotazione’ per ‘tempi supplementari’ alla guida dell’azienda.

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Giovanna Baraldi riassume in pochi minuti i quasi tre anni di attività e dopo avere ringraziato l’intero personale (“Oggi in questa azienda siamo in 2.345”), fatto il punto sulle attività quotidiane “dei processi di diagnosi e cura” che hanno “sempre al centro il paziente” e ricordato le azioni di programmazione messe a fuoco “in un contesto di armonia”, lancia alcuni messaggi rivolti, anche in chiave un po’ criptica, alla politica discretamente rappresentata nei banchi riservati alle autorità (da quella locale a quella regionale, passando per alcuni aspiranti parlamentari già in campagna elettorale).

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“Come abbiamo già avuto modo di illustrare alla Regione, sarà raggiunto l’equilibrio tra risorse conferite, servizi e risultati. Sulla struttura del ‘civile’ – ha proseguito – sono stati eseguiti interventi sugli spazi, vetusti e complessi, che grazie alle risorse liberate hanno permesso di compiere piccole e grandi riorganizzazioni. Ricordo, per esempio, i nuovi due Poliambulatori, il blocco operatorio, aree razionalizzate e migliorate, mentre i prossimi interventi riguarderanno l’apertura del poliambulatorio di oculistica e la nuova terapia intensiva a fianco del blocco operatorio”. Non manca il ricordo di quando ha preso servizio (“Ho cominciato con risorse scarse e insufficienti” ha detto, ma va ricordato che al momento dell’insediamento la Regione Piemonte era ancora alle prese con i vincoli del piano di rientro sanitario, ndr) e l’appello all’amministrazione regionale: “All’azienda servono altri soldi perché vi sono ancora cittadini che fanno viaggi impropri fuori regione per curarsi”.

Prima di una conclusione nella quale pare fare capolino anche il tema del possibile accorpamento fra l’azienda ospedaliera e l’Asl Al, Giovanna Baraldi parla in termini espliciti dell’Università del Piemonte Orientale “che ha presentato al ministero dell’istruzione la candidatura per il corso di medicina”, mentre parallelamente “c’è la candidatura al ministero della salute per il riconoscimento di Irccs” (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico: sono ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, nel campo biomedico ed in quello della organizzazione e gestione dei servizi sanitari ed effettuano prestazioni di ricovero e cura di alta specialità). Infine, nel prossimo futuro “sono previsti grandi cambiamenti per l’azienda”, oltre “al termine del mandato della direzione generale”, ma quello che “deve restare immutato è il raggiungimento degli obiettivi per i quali deve rimanere altrettanto immutato l’impegno di tutti, indipendentemente dal direttore generale. Siamo tutti consapevoli di appartenere, con lo stesso impegno, a un grande ospedale”.

La giornata è proseguita nel salone di rappresentanza con la cerimonia di consegna delle benemerenze ai dipendenti che hanno lasciato il servizio: Francesca Amelotti, Egle Ansaldi, Francesco Balbi, Giuseppina Barbato, Mauro Barberis, Luigina Bianco, Mariarosa Bocchio, Nicoletta Bocchio, Loredana Cantarello, Ivo Casagranda, Piera Angela Colombo, Giovanni Vittorio Como, Marcella Congiu, Anna Raffaella Costantino, Nunzio D’Arma, Ivana Ferrari, Giuseppina Forini, Antonella Franchini, Vittorio Garavelli, Angela Maria Ghizzoni, Ornella Gotta, Bruna Grasso, Liviana Greppi, Giandamiano Guida, Jitka Krcalova, Luciana Lazzarin, Iolanda Mantoan, Renza Marsilio, Gianfranca Massetta, Maurizio Melato, Angelo Molinari, Giorgio Montobbio, Maria Rosa Mortara, Mario Nespola, Danilo Occhi, Marina Marcella Parodi, Roberto Pepe, Paola Podestà, Raffaella Pompei, Andreina Robiglio, Agostina Robotti, Francesco Rosso, Antonio Scafaro, Mirella Stivanin, Caterina Taverna, Giuseppe Terranova, Luca Orazio Todros, Francesco Vaccarella, Mauro Villa, Daniela Zamarato.

“Le risorse umane sono il vero patrimonio dell’azienda ospedaliera di Alessandria e abbiamo quindi ritenuto doveroso fare in modo che il lavoro di tanti anni fosse riconosciuto pubblicamente. Essere al servizio degli altri, in qualsiasi ruolo, significa per una azienda complessa come la nostra arrivare al risultato finale, che è quello di prendersi cura del paziente” ha commentato il direttore generale.

Giovanna Baraldi non lesina parole di incoraggiamento e sostegno al personale diretto, ma intanto alcune decisioni, in questi anni, sono andate in un’altra direzione che è stata quella di aumentare le fila dei dipendenti di Amos. Infatti per l’azienda ospedaliera la risposta a una parte dei problemi del personale è tutta riassunta da una parola: Amos. Che altro non è che l’Azienda multiservizi sanitari e ospedalieri con sede a Cuneo. Una società consortile a responsabilità limitata i cui soci sono l’azienda ospedaliera ‘S. Croce e Carle’ di Cuneo con il 34,93 per cento, l’Asl Cn1 (33,4 per cento), l’Asl di Asti (25,05 per cento), l’Asl Cn2 (4,18 per cento), l’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ di Alessandria (2,44 per cento). All’interno del ‘Comitato per l’esercizio del controllo analogo’ di Amos siede Francesco Arena, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’.

Alcune contraddizioni non sono mancate durante il mandato del direttore generale. Quelle del personale, come la politica di assunzione dei direttori di reparto (i vecchi primari), che hanno fatto molto discutere, sia in ambito interno, sia in quello politico. Il dibattito nato dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale della mozione presentata dal primo firmatario Domenico Ravetti per accorpare l’Aso e l’Asl di Alessandria ha poi fatto il resto, facendo salire la temperatura in questa fase di fine mandato di mandato di Giovanna Baraldi.

Un addio o un arrivederci? Difficile dirlo al momento. Nei corridoi dell’ospedale c’è chi attende il mese di maggio come una liberazione e chi invece è pronto a combattere per difendere questa direzione. Non a caso risale ad alcune settimane fa una lettera, scritta su carta intestata, indirizzata all’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta, che difendeva a spada tratta l’attuale direzione, sparando a zero sugli ospedali provinciali di competenza Asl (che critica fra le righe), contestando il progetto di accorpamento fra Aso e Asl Alessandria, e gettando ombre anche sulle precedenti gestioni aziendali.