Buon Anno [Il Superstite 358]

ATO6: "Crisi idrica, i cittadini siano più parsimoniosi con l'acqua" CorriereAl 1di Danilo Arona

 

 

Che si deve inventare un Superstite per l’ultimo pezzo dell’anno? Ma non c’è dubbio, porgere gli auguri al mondo. Banale, vero? Forse non tanto. Ma un po’ di tenera banalità non guasta, soprattutto se non si è generici e si specifica con un minimo di precisione l’identità sociale dei destinatari.

Allora, in primo luogo buon anno ai miei amici musicisti che sono preziosi e tanti e che non nomino perché loro “sanno”. Comunque sarebbero troppi. Ragazzi, senza di voi la vita nell’anno che sta morendo sarebbe stata sul serio più grama. Grazie perciò di avere condiviso nelle peggiori bettole della città (ma questa è fumosa retorica, non esistono bettole in Alessandria…) le mie schitarrate.

Quindi buon anno ai miei amici scrittori, quelli locali e agli altri fuori le mura. Scrittori e scrittrici, va da sé. Avete pubblicato cose egregerrime nel 2017 e per le leggi non scritte dell’amicizia ho letto prima voi di Stephen King. Non so mica se ho fatto bene ma per un amico si fanno anche delle cazzate. Scherzo, dai.

Buon anno alle mie ex. Che, come gli scrittori locali, non sono tante ma tutte di Buon Anno [Il Superstite 358] CorriereAlqualità notevole, ancora oggi femmine alfa. Si stupisce il lettore di questa scelta? Il fatto è che, piaccia o meno, sto arrivando senza mestizia ma con una certa malinconia a fine corsa. Piaccia o meno, spero il più tardi possibile, dovrò smettere di suonare per artrite alla dita e smettere di scrivere per artrosi al cervello. Quando la mente ti fa ragionare sul tempo implacabile e sull’anagrafe impietosa, ti volgi indietro con la memoria e, per una ragione tipicamente maschile, ti tornano alla mente le morose. Che, senza girarci attorno, mi riportano alla giovinezza, per la serie “fantastici quegli anni”. Pupe, voi siete fantastiche ancora oggi, giuro.

Buon anno alle mie lettrici. Perché, pur sguazzando negli orrori della psiche e dell’inconscio, la narrativa che propongo incontra molto più il favore dell’altra metà del cielo che ha voglia e tempo di leggere molto più degli indaffarati maschietti. Le mie lettrici peraltro sono fantastiche: mi scrivono, mi incitano a non mollare, mi consigliano su quali percorsi avventurarmi. Devo dire che continuo soprattutto per loro. Per una in modo particolare. Lei lo sa.

Buon anno ai miei amici editori e per analogia ai librai. Veri eroi del nostro tempo, tutti i giorni impegnati a sudare pensieri e parole in nome di un mestiere oscuro e mal ripagato. Due fronti di guerra aperti contro cui si stanno scatenando le forze del male immateriale – ma non apriamo polemiche, per carità.

I migliori auguri per il 2018 alle meraviglie alessandrine che sono menzionate qui: , ovvero un bel po’ di motivazioni umane per le quali possiamo ancora considerare Alessandria una città meravigliosa in grado di sfornare talenti artistici unici e non imitabili. Rileggetevi l’articolo di tre anni fa, se non ci credete.

E buon anno ancora agli amici senza distinzione di categoria professionale (vedi musicisti), ma quelli accomunati da una caratteristica “forte”, ovvero la famosa telefonata delle tre di notte, nel senso che loro hanno potestà e permesso di farmela con ovvia e reciproca possibilità. Non sono tantissimi perché, senza aprire arzigogolate distinzioni tra amicizia vera e non vera, la lista è il catalogo degli autentici per i quali, raccontandola con cinismo mandrogno, non darei proprio la vita, ma forse il dito mignolo del piede sinistro.

Dimentico qualcuno? Oh, di certo. Però non posso esimermi dal salutare in questo spazio le mie (per il momento) due co-autrici, Micol e Sabina, e il co-autore, Edoardo, in quanto loro fanno parte di una categoria proprio speciale. Scrivere un libro assieme, credetemi, è qualcosa di totalmente intimo. E, se farlo con un uomo può risultare (anche) la summa di diversi espedienti tecnici, lavorare con una donna a un parto narrativo è una sorta di versione psichica delle nozze carnali. Si consuma l’atto – che è pure erotico, credetemi – nella mente e ci si compenetra l’un l’altro senza tabù. Una storia bellissima che certo vale gli auguri per il 2018.

Adesso, per non diventare pomposo più del dovuto, la smetto qui. Però prima devo fare gli auguri a due carissimi amici che stanno attraversando un brutto e delicato momento di salute e che hanno bisogno di forza supplementare per combattere. Bobo e Gian Maria, forza, che Saturno si è tolto finalmente dalle palle e il 2018 sarà di sicuro migliore di quello che ci sta lasciando.
E ovviamente buon anno anche a te, Fabi. Augurio troppo interessato…