Maiali di orwelliana memoria

Maiali di orwelliana memoria CorriereAlIn merito alle scritte infamanti apparse allo stadio Fausto Coppi, con le quali si è definito il Sindaco di Tortona “maiale” e “talebano”, esprimo la mia sincera e incondizionata solidarietà all’interessato, considerandole segno di un degrado culturale che certamente Tortona non merita.

Per quanto possa essere acceso l’animo di chi insulta, ritengo assolutamente inaccettabile ogni epiteto di stampo razzista, sessista e specista.

Se razzismo e sessismo sono condannati dalla legge e suscitano disapprovazione da più parti, lo specismo no, ma lo ritengo altrettanto grave.

Usare la parola “maiale” associata alla negatività non ha alcun fondamento ed è un’offesa alla dignità dell’animale, prima che a quella dell’essere umano, in questo caso del Sindaco di Tortona, a prescindere dalla sua condotta nella gestione della politica cittadina, sulla quale non esprimo giudizi di merito proprio perché non è questo il punto della mia osservazione.

Certe offese pronunziate a danno degli animali dovrebbero essere oggetto di denuncia, se esistesse un’autorità di garanzia per i diritti degli animali a livello nazionale: forse sarebbe un passo avanti, saggio ma non risolutivo della questione, soprattutto perché questa battaglia non si vince a suon di prescrizioni ma con un percorso di crescita culturale che dovrebbe iniziare dall’infanzia, insegnando che agli animali è dovuto il rispetto anche quando si parla di loro in una lingua che loro non riescono a comprendere.

Un maiale non è diverso da un cane o da un gatto: la differenza è solo nello sguardo di chi lo osserva. Come gli animali cosiddetti “da compagnia”, anche quelli disgraziatamente “da allevamento” sono creature intelligenti e soprattutto provano gioia e dolore, sentimenti totalmente ignorati tra le pareti di allevamenti e mattatoi. I maiali sono capaci di una vita di gruppo, comunicando tra loro tramite grugniti, proprio come fanno i cani, abbaiando e giocando. La vita negli allevamenti, tra dolore e frustrazione, priva questi animali di ogni emozione positiva; sono così stipati da diventare pericolosamente aggressivi: viene loro tagliata la coda e vengono limati i loro denti perché la prima reazione che hanno in quei lager è di morsicarsi vicendevolmente. Li trasformiamo in vere e proprie macchine per la produzione di cibo e non solo: si dice infatti che del maiale non si butta via niente. Nell’immaginario collettivo, i maiali sono dipinti per lo più come animali sporchi, ma in natura le cose non stanno così e quando si rotolano nel fango è per proteggersi dalle scottature del sole: ecco l’intelligenza che fa loro capire il beneficio dei fanghi, quelli che noi andiamo a fare alle terme.

Nella fantasia del cinema, tutti abbiamo fatto il tifo per Babe, maialino coraggioso che sfugge alla macellazione, ma nella vita reale ne macelliamo un numero inconcepibile in nome del gusto.

Nella fantasia della letteratura, George Orwell ha messo i maiali in una distopica fattoria degli animali. Il risultato non è stato dei migliori perché i maiali, ideatori della rivoluzione, prendono il controllo della fattoria, diventando sempre più simili all’essere umano, finché non diventano addirittura peggio, quindi è meglio tenerli lontani dai posti di potere, Tortona compresa.

Non sono in grado di consigliare il mio Sindaco sulla politica cittadina ma sul rapporto con gli animali sì quindi lo invito a usare intelligenza e coraggio difendendo sempre gli animali, maiali compresi, soprattutto ora che, a seguito delle dimissioni dell’Assessore Marzia Barbieri, ha la delega della tutela animali.

Chi ha insultato Sindaco e maiale è analfabeta funzionale quindi dovrebbe imparare a pensare, leggere e scrivere come si deve fare in una società civile.

Il linguaggio è parte integrante della cultura e non è mai casuale: veicola informazioni, idee, modi di pensare. Linguaggio e pensiero si influenzano reciprocamente perché il pensiero si esprime anche attraverso il linguaggio e il linguaggio a sua volta ridetermina il pensiero.

Non vi è alcun dubbio che a Tortona ci sia bisogno di gente che sappia governare, come ce n’è bisogno in qualsiasi altra città, ma c’è anche bisogno di gente che sappia esprimere il dissenso pensando e scrivendo in maniera civile.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona (AL)