Sanità fra buchi di bilancio, algoritmi, anticorruzione e parole (molte di ex). Intanto arriva ‘Ghilini’ [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 
Che ci sia un problema politico crescente per la sanità è evidente, altrimenti non si spiegherebbe come mai il Partito Democratico chieda conto, con diversi consiglieri regionali, all’assessore Antonio Saitta e quindi al presidente della giunta, Sergio Chiamparino, esponenti del Pd, di comportamenti e scelte adottate in diversi casi, dalla psichiatria alla gestione dei servizio sociosanitari fino agli affidamenti di gare milionarie. E mentre prende corpo un singolare asse fra lo stesso Pd e il Movimento 5 Stelle (non dichiarato e apparentemente limitato a iniziative come quella sull’accorpamento fra Asl Alessandria e azienda ospedaliera), aumentano le voci critiche.

Sanità fra buchi di bilancio, algoritmi, anticorruzione e parole (molte di ex). Intanto arriva ‘Ghilini’ [Centosessantacaratteri] CorriereAl

L’ultima in ordine di tempo è quella di Domenico Ravetti che punta l’indice sul buco di bilancio dell’Asl Alessandria diretta da Gilberto Gentili. Insieme ad alcuni colleghi, grazie a un ordine del giorno, ha chiesto alla Giunta “di affrontare anche il tema della suddivisione del Fondo sanitario regionale che ha l’obiettivo di assegnare le risorse alle Asl e perciò costituisce uno degli atti cardine della programmazione sanitaria. Allo stato attuale – dice – la ripartizione delle risorse non risponde a un’analisi dei fabbisogni sanitari o ai costi di produzione dei servizi, bensì è ancorata alla spesa storica generando un cortocircuito evidente”. Negli anni scorsi, il fondo di riequilibrio (circa 400 milioni di euro) veniva utilizzato “per coprire i disavanzi di esercizio con il paradosso che Asl virtuose vedevano meno risorse assegnate: la maggior parte dei fondi andava, insomma, a chi aveva un disavanzo più alto. Nessuno stimolo per le gestioni più accorte e altrettanto per quelle con maggiore disavanzo con la certezza di copertura del fondo di riequilibrio”.

E come è accaduto per altre vicende, ancora una volta è Alessandria a fare da esempio. “Dalla quota indistinta del Fondo sanitario regionale di 7 milioni e 900 mila nel 2017, nel preventivo di Bilancio, sono stanziati per l’Asl Al 734 milioni. Se prendiamo come riferimento il criterio della quota pro capite ad Alessandria, rispetto alla media delle altre Asl piemontesi, vanno più 73,94 euro a persona” sottolinea Ravetti.

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L’ipotesi di disavanzo 2017 previsto per l’Asl alessandrina è di circa 57 milioni che verranno riequilibrati con 52 milioni di finanziamento ulteriore e, per la prima volta quest’anno, con l’obbligo di 5 milioni di ‘efficientamento’ del sistema, ovvero minori spese. “Nessuno se ne abbia a male – prosegue Ravetti che è presidente della Commissione Sanità – ma, dalle tabelle che ho in possesso, Asl Al risulta una fra quelle avvantaggiate dal Fondo sanitario regionale, ma quella con il disavanzo più alto preceduta solo da due Asl di Torino. Preciso ancora una volta che questa mia azione non contiene un giudizio sull’operato del gruppo dirigente dell’Asl alessandrino (che comunque gestisce l’azienda e compie delle scelte ben precise, ndr) ma ha come obiettivo il miglioramento del sistema sanitario pubblico. Un sistema che giorno dopo giorno nei numeri, non con le opinioni, dimostra l’esigenza di un cambiamento”. Ed ecco la conclusione: “Per questo la razionalizzazione delle risorse disponibili per la spesa sanitaria, in uno scenario di spesa in costante crescita, impone che le decisioni di politica sanitaria siano, a tutti i livelli, ‘informate’ e ‘consapevoli’ circa le implicazioni cliniche, economiche, legali e organizzative inerenti l’adozione delle metodologie sanitarie intese in una accezione ampia del termine, ovvero apparecchiature elettromedicali, terapie farmacologiche, procedure e servizi all’interno dei sistemi e delle strutture sanitarie”.

Intanto cresce la tensione in Regione Piemonte rispetto alla vicenda della richiesta di accesso agli atti per alcune spese di aziende sanitarie, presentata da Davide Gariglio (Pd) e che arriverà prossimamente in Consiglio regionale. Il fronte è quello della gestione informatica delle aziende sanitarie che hanno scelto l’affidamento diretto a favore della stessa società, la Intersystems Italia Srl. E fra queste c’è l’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ di Alessandria, diretta da Giovanna Baraldi, con un affidamento diretto per due milioni e 250.000 euro. La vicenda coinvolge anche il ruolo della società regionale in house, il Csi. Infatti nel 2008 il servizio di supporto e coordinamento e gestione del servizio informativo dell’azienda ospedaliera alessandrina affida al Consorzio per i servizi informatici (Csi) la gestione, seguendo peraltro una strada legittima in quanto la società è ‘in house’. Il sistema utilizzato è il Trakcare della Intersystems. Dopo qualche anno, e un paio di atti interni, l’intera gestione passa alla Intersystems, senza alcuna gara pubblica. Il “rapporto diretto per la manutenzione delle licenze software della piattaforma”, come si legge sulle carte, come avviene? I documenti contengono elementi contraddittori, alcune fasi non sono chiare. Perché il Csi abdica, di fatto, al ruolo? Se esistono vincoli di esclusiva nella gestione della piattaforma informatica perché non sono emersi prima? Come mai nessuno, a Torino, si è accorto di tutto questo? Forse perché anche in altre aziende è stato fatto lo stesso, sempre con le stesso fornitore? A queste domande, e a molte altre, dovrà rispondere in aula l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta.

Ma forse non solo lui. Infatti Stefano Esposito, senatore Pd, con un post sulla pagina Facebook, commenta la vicenda piemontese con queste parole: “Ultimo esempio di come la pubblica amministrazione trovi tutte le strade per non fare le gare. Mi aspetto che l’assessore Antonio Saitta, persona seria, apra una indagine su questo episodio”. Quindi le pesanti parole finali: “Io farò una segnalazione all’Anac, Autorità nazionale anticorruzione”.

C’è poi la sanità delle parole, quella della quindicesima edizione del Convegno nazionale di Diritto sanitario promosso dal Ceims (Centro d’eccellenza interdisciplinare per il management sanitario) dell’Università del Piemonte Orientale. Il convegno si svolge ad Alessandria giovedì e venerdì. Giovedì, alle 21, la sala conferenze dell’associazione Cultura e Sviluppo ospita la presentazione della ricerca, svolta in collaborazione con Federsanità Anci, sul ‘Modello sanitario piemontese’. Introdurranno l’incontro Giovanna Baraldi, Fabrizio Faggiano, docente dell’Upo, epidemiologo e vicedirettore del Ceims, Gian Paolo Zanetta, direttore generale della Città della salute e della scienza di Torino e presidente di Federsanità Anci Piemonte. La ricerca sarà presentata da Davide Servetti, segretario scientifico del Ceims. La discussione successiva vedrà un po’ di ‘ex’, un po’ di politici e nessun medico discutere i risultati: Ugo Cavallera, ex assessore alla sanità della Regione, Giovanni Monchiero, deputato ed ex presidente Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), Domenico Ravetti, Davide Bono, vicepresidente della Commissione Sanità, Antonio Saitta. Le conclusioni saranno affidate a Renato Balduzzi, componente del Csm e curatore dei Convegni nazionali di diritto sanitario. Venerdì il convegno si sposta nella sala lauree di Palazzo Borsalino, sede del Dipartimento di Giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali, con la giornata di studio su ‘Il socio-sanitario: una scommessa incompiuta?’ cui partecipano esperti e studiosi.

A proposito di Balduzzi, c’è da registrare l’archiviazione della procedura di approfondimento aperta dopo la richiesta di accertamento da parte del consigliere del Consiglio superiore della magistratura, Luca Forteleoni, sulla posizione dello stesso Balduzzi come presidente dell’Irst (Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori) di Meldola. Operativo dal 2007 all’interno delle strutture dell’ex ospedale civile, l’Irst è riconosciuto come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs). Per il Csm l’istituto è configurabile “come una struttura associativa con finalità di interesse pubblico in relazione al ruolo che l’istituto stesso ricopre nell’assistenza sanitaria e nella ricerca scientifica. Pertanto non sono ravvisabili motivi di incompatibilità tra la carica di presidente del consiglio di amministrazione e consigliere del Csm”. Così la pratica Balduzzi viene archiviata. Comunque quell’istituto è una società a responsabilità limitata, quindi una società di capitali. Chissà qual è la motivazione tecnica dell’archiviazione visto che l’articolo 33 della legge costitutiva del Csm recita: “Non possono neanche essere titolari di imprese commerciali, né far parte di consigli di amministrazione di società commerciali. Non possono altresì far parte di organi di gestione di unità sanitarie locali, di comunità montane o di consorzi, nonché di consigli di amministrazione o di collegi sindacali di enti pubblici, di società commerciali e di banche”.

In ogni caso alla fine c’è anche un po’ di sanità. Nella giornata di giovedì è infatti prevista, sempre alla presenza di Saitta, ospite di Alessandria in quanto chiamato su più palcoscenici, l’inaugurazione del Poliambulatorio strumentale ‘Ghilini’ dell’ospedale e del nuovo reparto delle degenze chirurgiche all’Infantile. Entrambi sono già operativi.