“Porte chiuse”, il filo ‘rosso’ di Palazzo Rosso tra ferrovie, scalo, Cina e marginalità felice [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

Che sia lo sviluppo dell’Università, oppure il tema strategico dei trasporti, a Palazzo Rosso ancora una volta trova conferma la sottile linea rossa della continuità fra centrosinistra e centodestra. Sotto la guida di Rita Rossa, l’amministrazione, a fine gennaio 2017, organizza un incontro “incentrato su un tema di rilevante profilo strategico per Alessandria e la sua comunità” come recita il comunicato istituzionale. Intorno a un tavolo si parla di Ateneo e ci sono quasi tutti: Università del Piemonte Orientale, rappresentanze di ordini professionali, imprese, sanità, enti economici, fondazione bancaria. Un incontro però chiuso alla stampa. Guai ascoltare quello che dicono, sul serio, i presenti. Alla fine arriva il comunicato per riassumere come è andata. Peccato che le cose non stessero proprio così. E infatti delle molte parole di quei giorni non è rimasto molto.

Uno scalo (e un futuro) chiamato desiderio [Centosessantacaratteri] CorriereAl

Sotto la guida di Gianfranco Cuttica di Revigliasco non cambia nulla. Mercoledì pomeriggio viene organizzato un incontro a Palazzo Rosso per parlare dei problemi del trasporto verso Milano e la Lombardia. Tema di interesse pubblico? Certo. Porte aperte? No. Anche in questo caso la ‘verità’ arriverà solo alla fine. Stavolta con una conferenza stampa. Però ancora una volta non si saprà cosa diranno davvero i convenuti al tavolo istituzionale: “All’incontro, promosso dal sindaco della città, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, e dal presidente della Provincia di Alessandria, Gianfranco Baldi, sono invitati – si legge sulla nota di palazzo – i rappresentanti di autorevoli soggetti istituzionali locali — dalla Camera di Commercio all’Università del Piemonte Orientale, dalla Confesercenti all’azienda ospedaliera, dalla Confartigianato alle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, dall’Unione Industriale (che da anni si chiama Confindustria Alessandria, ndr) all’Ance, dall’Asl Al all’Ascom e all’Unione provinciale artigiani… — e, proprio attraverso un confronto sinergico tra le realtà economiche, sociali e civili alessandrine, si intende giungere ad una comune posizione da manifestare come ‘punto fermo’ nell’avvio delle necessarie interlocuzioni con Rete Ferroviaria, Regione Lombardia e Regione Piemonte”.

Intanto altre aree della provincia continuano la loro marcia verso un, sebbene molto difficile, potenziamento del trasporto pubblico su rotaia. Il Comune di Casale è ormai pronto a sottoscrivere un protocollo di intesa che contiene precisi impegni per il rilancio dei collegamenti verso Mortara e Milano. Casale si è mobilitata insieme a Vercelli, con gli amministratori e un gruppo di imprenditori che hanno incontrato la Regione Lombardia e l’amministrazione piemontese. Le linee ferroviarie ci sono, manca l’accordo, ora più vicino, per renderle operative. La parte settentrionale della provincia ha sofferto un progressivo isolamento, verso la Lombardia e verso il nord della regione. Ma gli sforzi non sono mai mancati. E adesso la svolta sembra davvero a portata di mano.

Migliorare i collegamenti per i pendolari, rendere attrattivo e competitivo un territorio, creare le condizioni per nuovi insediamenti sono obiettivi comuni. La differenza è nell’azione quotidiana. Ad Alessandria, mercoledì parleranno tutti e verranno ripetute cose note da decenni. L’obiettivo del confronto? “Condividere un comune impegno per chiedere di potenziare in modo significativo i collegamenti ferroviari da e verso Milano e per far sì che gli alessandrini che oggi lavorano in Lombardia trovino funzionale vivere ad Alessandria. Parimenti, è importante sottolineare l’opportunità che Alessandria possa essere sempre più proposta anche quale luogo di residenza per quei lombardi che cercano una migliore qualità della vita e, per altro verso, che il territorio alessandrino diventi punto di riferimento per quel turismo nazionale e internazionale che da Milano si irradia verso il Piemonte con direzione, ad esempio, il Monferrato”. Scopi condivisibili in pieno. Ma perché finora non si è mai mosso alcunché?

Rispondere sinceramente a questa domanda spiegherebbe come mai Alessandria non è mai uscita dalla ‘marginalità felice’ immortalata, moltissimi anni fa, dalla mitica indagine e dal convegno conclusivo del Censis (Centro studi investimenti sociali) con le parole pronunciate dall’allora presidente Giuseppe De Rita.

Restiamo sui binari. Quelli degli scali ferroviari di Alessandria e Novi San Bovo. Le Ferrovie dello Stato mettono in vendita gli scali merci di Alessandria e di Novi San Bovo CorriereAlCiò che finora non è stato raccontato dalle istituzioni è che, pur con tempi biblici, a fine ottobre Mercitalia Logistics, società delle Ferrovie dello Stato per la logistica integrata, ha avviato il confronto competitivo (come viene tecnicamente definito) con gli operatori economici che hanno manifestato interesse all’acquisto o all’affitto di una porzione degli scali ferroviari del capoluogo e di Novi. Entro i primi giorni di dicembre dovrebbero arrivare le offerte definite sulla base delle planimetrie, dei prezzi degli immobili e di tutti i dati tecnici necessari (Mercitalia comunque non vincola la destinazione delle aree ad attività logistica e ha aperto anche ad altre attivitò, ndr). L’interesse è arrivato da FuoriMuro (operatore ferroviario merci, la società è controllata al 50 per cento da Ferrovie Nord Milano), da Autamarocchi (società triestina specializzata nel trasporto container e convenzionale con una flotta di quasi tremila automezzi) e da Msc (compagna di trasporto marittimo). Le decisioni non arriveranno prima dell’inizio del 2018.

Alla Cina piace il Monferrato: andata e ritorno da Shanghai CorriereAlPoi c’è la Cina. Quella del primo treno che partirà alle 10 del 28 novembre con destinazione Chengdu, metropoli di 14 milioni di abitanti nella regione del Sichuan. Una nuova ‘Via della seta’ che collegherà il polo logistico di Mortara al Paese del Dragone attraverso un percorso di circa 11.000 chilometri da percorrere in diciotto giorni. Trasportare i container via mare richiede il triplo del tempo e in aereo i costi sono esorbitanti. La soluzione ferroviaria è particolarmente indicata per prodotti del Made in Italy come i mobili o il vino, che temono l’umidità e gli sbalzi di temperatura. La nuova rotta è stata resa possibile dalla partnership tra il Polo logistico integrato di Mortara, oggi gestisce una quindicina di collegamenti settimanali con Belgio, Olanda e Germania, e il gruppo Changjiu, fra le maggiori compagnie di trasporto cinesi. Mortara è vicina al territorio alessandrino. Ma finora quante imprese conoscono questa opportunità?