Professione libera [Il Flessibile]

 CorriereAldi Dario B. Caruso

 

Lavorare significa essere liberi ed essere liberi sul lavoro vuol dire esprimere le proprie idee senza paura di essere vessati.

Ci sono professioni che fanno della libertà il motore principale.

Penso ai miei mondi, alla musica, alla composizione, all’invenzione, alla scuola e all’educazione.

E penso al giornalismo.

Il giornalista, inteso come artigiano delle parole al servizio della verità, spesso deve fare i conti con la realtà.

Una domanda giusta posta alla persona giusta può tramutarsi in un batter d’occhio in Al cinema d'estate [Il Superstite 352] CorriereAluna domanda sbagliata.

A quel punto la realtà e la verità divergono: la realtà si avvicina con la forma di una fronte spaziosa che si schianta su un naso; la verità si allontana con la velocità di uno scaltro azzeccagarbugli che interpreta la legge non secondo logica ma secondo opportunità, una volta di qua una volta di là.

Da anni sostengo “Libera” che lotta contro le mafie.

Conosco numerosi attivisti, tutti diversi fra loro ma con un denominatore che li accomuna: libertà nella legalità.

Mi piace pensare che il loro sentire comune non si sintetizzi solo in slogan ma in liberi pensieri che scolpiscano le coscienze dei cittadini.

Presuntuosi.

Ritorno alle mie cose.

Nei concerti, nei brani, nei lavori, nelle lezioni, nelle parole ho la stessa presunzione.

Forse se fossimo tutti un poco più presuntuosi, tutti potremmo rivendicare la giusta risposta alle nostre giuste domande.

Magari scomode e fastidiose.
– Tu mi dai fastidio perché ti credi tanto un Dio!
– Beh…dovrò pur prendere un modello a cui ispirarmi, no?

(dal film “Manhattan” di Woody Allen)