Memorie di H.H. Il calzio é dinero [Lettera 32]

Giuliano Beppedi Beppe Giuliano

 
Gli hanno intitolato i giardini di piazzale Axum, dove arrivava il tram 24 che portava i tifosi a San Siro negli anni sessanta, quando lo stadio era davvero “la Scala del calcio”.

A vent’anni giusti dalla morte di Helenio Herrera, il mago, allenatore della grande Inter e incredibile personaggio. Io non ho fatto in tempo a vederlo esibirsi, credo sia questo il termine esatto, allora provo a raccontarlo con quel che di lui in tanti hanno scritto.
Il calzio é dinero

Quando comincia la partita, Jair si fa il segno della croce. E allora, io ero nello stato di Memorie di H.H. Il calzio è dinero [Lettera 32] CorriereAl 3trance nel quale seguo sempre le partite, chiedo al “mago”: “Ma di che religione è Jair?” Herrera tace. Ripeto la domanda e mi risponde: “Della mia, della mia.” Allora insisto: “Ma lei di che religione é?” E il mago: “Della moneta, della moneta.” (Giuseppe Prisco)

Esigenza-base: il dinero. Assioma lungo ma inoppugnabile, detto e scritto: il tifo è passion, la passion è il calzio, il calzio é dinero. Su un cartello, che ha appeso alla parete di fronte al letto della sua camera, è scritta questa massima: “Las cosas difíciles exigen tiempo, las cosas imposibles exigen más tiempo” (Danilo Sarugia)
Memorie di H.H. Il calzio è dinero [Lettera 32] CorriereAl 2Zingaro

Una delle storie più note della sua infanzia la scrive lui stesso, nell’autobiografia intitolata non a caso ‘Yo’, per dire della considerazione di sé che aveva: “Così la mia famiglia giunse in Marocco. Il porto di Casablanca era in costruzione e dovemmo effettuare lo sbarco servendoci di barche a remi. Mia madre, che pesava un quintale, cadde in acqua. Anziché pensare di metterla in salvo, i mori cominciarono a discutere con mio padre il prezzo del salvataggio”.

Zingaro dagli occhi di topo, capelli trattati con la tintura, sottili rughe sulla fronte bozzuta, naso d’aquila (Sar.) …fronte, che è bozzuta come quella di molti rachitici, chiosava Brera, che con “Accaccone” ebbe un rapporto di amore/odio (ma con chi non lo ebbe, poi?)

Si è tolto sei anni dalla carta d’identità (Alfio Caruso) …se dai passaporti francese, spagnolo e argentino Herrera risulta nato il 16 aprile 1916, se da altre parti risulta il 17, pare che sia nato invece il 10 e sia stato registrato qualche giorno più tardi; in Spagna riportano che sia nato addirittura nel 1910, e abbia voluto togliersi sei anni. Anche se tra i suoi mille motti ne emerge uno, illuminante, a relativizzare il tutto: “Non bisogna aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni”. Comunque sia, Herrera nasce a Buenos Aires nella famiglia dell’anarchico Francisco detto Paco, originario del sud della Spagna, e di Maria Gavilán Martinez. Nel 1919, la famiglia in cerca di fortuna lascia poverissima il quartiere Palermo per il Marocco, a Casablanca, dove Francisco costruisce una palafitta sulla spiaggia. (Pietro Cabras)

Paco, racconterà Fiora Gandolfi “era scappato in Argentina un po’ perché, dicevano, avesse cercato di ammazzare il Re di Spagna e un po’ per fare fortuna, che non arrivò”.

Mi permetto una chiosa: in quest’epoca di migrazioni tanto discusse e temute, che storia esemplare quella di H.H. bambino di una famiglia così povera da dover emigrare… in Marocco (sic!), poi per tutta la vita in costante ricerca del successo (cioè del “dinero”) in Francia, in Spagna, in Italia, ovunque.

In Francia ha venduto olio per lucidare i banconi dei bar; ha venduto bastoncini miracolosi, accendendo i quali si disperdeva qualsiasi puzza sgradevole in casa. Intanto ha frequentato le scuole serali ed ha giocato malamente a calcio da terzino destro… ha sposato una francese che gli ha dato quattro figli e che ha puntualmente lasciato quando la nazionale francese ha licenziato lui. In Spagna ha sposato una seconda moglie (sposata in chiesa) che gli ha dato due figli. Con la seńora Maria è giusto arrivato a Milano (Gianni Brera)
Sole di Roma e morte a VeneziaMemorie di H.H. Il calzio è dinero [Lettera 32] CorriereAl

Qui in Italia incontra Fiora Gandolfi, giornalista, tra l’altro la prima inviata donna al Giro, ben più giovane di lui (di quanto non è dato sapere, l’età di Donna Fiora è un segreto custodito molto gelosamente).

Verso la fine della carriera, negli anni poco fortunati (“mala suerte”, dice Helenio) sulla panchina della Roma, gli nasce un ultimo figlio. Lui, sempre grandioso, annuncia: è nato Helios, il sole di Roma. “Quando sono nato, lui aveva 56 anni. Anzi, 62: solo dopo morto scoprimmo che aveva corretto sul passaporto l’anno di nascita aggiungendo un ricciolo allo 0 di 1910” racconta il settimo figlio del mago a Luigi Bolognini di Repubblica.

L’ottava figlia Herrera e Donna Fiora la adottano, una storia simile a quella di Angelo Moratti, il presidente che lo portò (a suon di milioni) in Italia.

Helios, racconta la signora Gandolfi intervistata da Sky “è professore alla Columbia University, fisico nucleare. Vive a New York, non ci vediamo spesso. Ma ho Luna, di due anni più piccola, che abbiamo trovato su una panchina della Plaza del Pino a Barcellona, era molto malata, figlia di un tifoso di Helenio. L’abbiamo portata al Gaslini di Genova e le hanno salvato la vita. Quando il padre è morto l’abbiamo adottata. Lei è quella che mi somiglia di più”.

Si ritirò a Venezia, dividen­dosi tra comparsate televisive e commenti al vetriolo. Lucido, ta­gliente, sempre aggiornato, nel suo palazzotto di Rialto trascorse anni sereni, fino alla morte, il 9 novem­bre 1997, per arresto cardiaco in seguito a edema polmonare. (ilnerazzurro.it)

Habla Habla per gli spagnoli perché a parole ne sapeva una più del diavolo (non per nulla fu in Spagna che lo chiamarono Mago). E’ morto a Venezia, sgambettato dal cuore. Forse aveva 81 anni, forse di più. Come minimo aveva 81 anni il figlio di Paco el Sevillano e Maria Gavilan, uno che si era fatto da solo, storia e leggenda, un grande incantatore di serpenti e giornalisti, uno che ha lasciato il segno. (Gianni Mura)

 
(La prossima settimana: Il calcio di H.H. Taca la bala)