Armosino (Cgil): “Reagisci Alessandria, la nostra provincia torni alla sua vocazione produttiva”. Sul capoluogo: “Sembra Sarajevo dopo i bombardamenti”

Armosino (Cgil): “Reagisci Alessandria, la nostra provincia torni alla sua vocazione produttiva”. Sul capoluogo: “Sembra Sarajevo dopo i bombardamenti” CorriereAl“La porta di questo ufficio è rimasta chiusa per tutta l’estate: io da tre anni stavo nella stanza di fronte, ad occuparmi dell’organizzazione della segreteria, e ogni tanto a luglio e agosto mi scattava in testa ‘questo devo dirlo a Tonino, è una cosa importante’”. Comincia così, con un commosso ricordo di Tonino Paparatto, il nostro lungo colloquio con Franco Armosino, da circa un mese segretario generale della Camera del Lavoro di Alessandria.

Stretto collaboratore di Paparatto per tre anni (“ognuno ha la propria visione del mondo e delle priorità, e tra me e lui ci sono differenze: però davvero ha saputo reggere con grande equilibrio il timone della Cgil alessandrina in un momento di turbolenze. Mi diceva spesso ‘Franco, a settembre partiamo con la fase B, la crescita’: la malattia rapidissima non glielo ha permesso, tocca a noi provarci, e riuscirci”), Armosino ha oggi un compito gravoso: guidare il principale sindacato italiano (“52 mila iscritti in provincia: veri e coinvolti”) in un percorso di tutela dei diritti dei lavoratori, ma che sappia anche ‘pungolare’ le istituzioni del territorio, perchè si creino condizioni di nuovo sviluppo: “senza quello siamo finiti, e la rassegnazione di fronte al declino è inaccettabile: non è questa la storia della Cgil, noi sul futuro abbiamo sempre scommesso, e continueremo a farlo”.

Armosino, 52 anni, è un segretario giovane, e alle spalle ha una storia di vent’anni di lavoro in fabbrica (“da ragazzo a Genova, settore agroalimentare. Poi 15 anni alla PPG di Quattordio, dove comincio l’attività di delegato sindacale. Alla Camera del Lavoro arrivo nel 2008, ad occuparmi dei chimici. Nel 2014 Tonino Paparatto mi chiama nella segreteria”), e la convinzione che l’Alessandrino debba assolutamente ripartire dalla sua vocazione produttiva: “che vuol dire fabbrica, prima di tutto, ma anche produzione di servizi: il turismo è una gran bella cosa, facciamolo crescere. Ma non venitemi a dire che una provincia come questa può vivere di turismo: è irragionevole”.

In mesi di forte turbolenza, in cui si alternano dati positivi sulla ripresa dell’economia ad annunci di forti criticità (Ilva, Mossi&Ghisolfi) o di grandi punti interrogativi sul futuro (Guala Closures), ecco l’analisi, e qualche proposta concreta, in arrivo dalla Camera del Lavoro di Alessandria.

 

Segretario Armosino, c’è grande confusione sotto il cielo. In questi mesi Le testimonianze di cordoglio per la scomparsa di Tonino Paparatto CorriereAlConfindustria, Camera di Commercio e altre istituzioni diffondono dati con indicatori in gran parte positivi, l’export su tutti. Poi ci guardiamo attorno e vediamo realtà anche di livello che crollano, vanno in cassa, annunciano nuove formule al ribasso per i lavoratori…
E’ una realtà complicata, a strati: è vero che non mancano segnali e indicatori positivi, a partire dall’export, e non solo. Citiamoli pure: Solvay sta andando alla grande, Michelin su Spinetta ha scommesso davvero e sta facendo investimenti importanti, il gruppo Guala (che pure ormai è più radicato all’estero che qui da noi) ha risultati positivi. Poi c’è il polo chimico di Quattordio, con aziende di prim’ordine, e ancora Valenza con i gioielli, e altro in giro per la provincia.

 

Berutti (FI): "Mossi&Ghisolfi azienda strategica: la Regione che intende fare per sostenerla?" CorriereAlE queste sono le luci: le ombre, però, sono altrettanto rilevanti, e minacciose…
Sì, perché non si tratta soltanto più di pezzi di industria in crisi strutturali da decenni, e che in qualche modo è fisiologico arrivino alla fine del loro ciclo. Le notizie di questi mesi, dalla vicenda Ilva a quella di Mossi&Ghisolfi, ci raccontano storie di crisi per realtà fortemente radicate, innovative, fino a poco tempo fa ritenuti cardini di sviluppo. E aggiunto la vicenda Guala Clorures, che stiamo osservando da vicino, anche con un confronto con la proprietà: che ne sarà di questo gruppo forte, sano, ramificato in tutto il mondo ma con radici e identità fortemente alessandrine? L’asta al migliore offerente, in una logica che ci par di capire più finanziaria che industriali, quali conseguenze può avere per casa nostra, in termini prospettici? Vorremmo capirlo, senza che nessuno dimentichi appunto anche la forte disponibilità mostrata a livello locale dalle istituzioni locali nella fase di crescita del gruppo Guala Closures: venne addirittura il premier dell’epoca, Romano Prodi, a inaugurare lo stabilimento di Spinetta Marengo.

 

In ognuna di queste singole situazioni cosa può realisticamente fare il Rinnovo R.S.U. ESSEX spa Quattordio (AL) CorriereAlsindacato?
Ah, diverse cose, tutte importanti. Massima allerta prima di tutto, seguendo dall’interno ogni singola situazione, che ha sempre sue specificità. Tutela forte dei lavoratori, dei loro diritti e della professionalità acquisita: no alla tentazione di prendere scorciatoie insomma, e di abusare delle nuove normative sul lavoro (gli effetti perversi, ma certo non imprevedibili, del jobs act, ndr) per ricontrattare al ribasso stipendi e tutele. Ma questo non basta: oggi noi vogliamo e dobbiamo fare anche altro, e di più. Ossia scommettere sul futuro di questa provincia, sulla sua vocazione produttiva, e sulla necessità che torni ad essere davvero attrattiva.

Quindi una Cgil che faccia da ‘sprone’ alla politica, convitato di pietra?
Alla politica, e più in generale a tutte le istituzioni. Insomma, guardiamoci negli occhi: perché oggi una realtà produttiva, che sia industriale o anche di produzione di servizi o di distribuzione di merci, dovrebbe scegliere Alessandria e la sua provincia per investirci un euro? Dove sono le infrastrutture, dove una visione davvero innovativa e una capacità di essere attrattivi? E’ vero, la crisi è ovunque: ma non è vero che tutti i territori la stanno affrontando nello stesso modo. Basta girare un po’, anche solo in rete se non si ha tempo di farlo fisicamente, per accorgersene.

L’Alessandrino quindi deve credere di più in se stesso?
Ma assolutamente sì: noi diciamo sveglia Alessandria, sii artefice del tuo destino, guarda avanti e scommetti sulle tue possibilità. In questi anni peraltro, essendomi occupato anche di contrattazione sociale con i diversi comuni della provincia, ho ‘toccato con mano’ che ci sono anche amministratori locali preparati e che la mettono tutta, anche nella difficoltà oggettiva, e con risorse sempre più scarse, per far sì che la loro comunità possa tornare ad avere servizi di qualità, e opportunità di sviluppo. Cito Tortona, Ovada, Casale Monferrato: ma ce ne sono anche altri.

Ma poi cosa succede fra Tanaro e Bormida? [Centosessantacaratteri] CorriereAlAlessandria no? Il capoluogo langue?
Ecco, sul capoluogo cerchiamo di essere concreti, evitando ipocrisie: Alessandria deve svegliarsi davvero. Oggi sembra Sarajevo dopo i bombardamenti, e si percepisce anche in strada, tra la gente, un clima di rassegnazione, un’incapacità di credere davvero di poter migliorare. Non voglio cadere nella retorica della sporcizia, delle strade sconnesse, delle vetrine in disarmo. Ma in giro per la città ci va chiunque, e ognuno misura anche da solo la situazione.

La Cgil, in fase di ballottaggio, prese in maniera netta (e da alcuni anche Tornano Guelfi e Ghibellini? Non proprio... [Controvento] CorriereAlcriticata) posizione pro Rossa: fu un errore?
No, non lo credo: fu una posizione frutto di un ragionamento, e di un percorso comunque quinquennale di risanamento (pur con molti limiti, e scelte criticabili) dell’amministrazione di centro sinistra, rispetto ai disastri precedenti. Certo, abbiamo appoggiato chi ha perso: se la si vuole leggere così, in termini di risultato, abbiamo sbagliato. Ma il punto non è stare con chi vince: semmai sostenere chi più ti sembra in grado di dare concretezza ai valori in cui credi, e a quelle che pensi siano le esigenze della comunità.
comune-alessandria-bandiereCon il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, vi siete mai incontrati? Prove di dialogo ce ne sono, insomma?
Francamente in questi mesi nessuno ci ha cercati. Ma non ne faccio badi bene, una questione personale, e non ho dubbi che il sindaco di Alessandria sia persona perbene e degnissima. Il punto è politico, ossia quali sono e saranno le scelte amministrative non tanto del primo cittadino, ma della maggioranza di centro destra. Al momento constatiamo un certo immobilismo in termini di strategie, e lo stesso programma di mandato ci pare poca cosa, una fotografia dell’esistente più che altro. In compenso abbiamo già constatato, sul piano dei provvedimenti ‘puntuali’: 1) un’ordinanza anti accattonaggio che è stata puro ‘fumo’, 2) la chiusura di nuovo pressoché completa del teatro comunale, 3) un’iniziativa sul fronte delle case popolari che ‘cavalca’ lo slogan prima gli italiani, anche se poi in realtà non fa neppure quello: in ogni caso, ignora le esigenze dei più deboli, quindi ci vede molto distanti. Non solo: anche le voci che girano sulla Cittadella, con l’ipotesi di ‘spostare’ una parte delle risorse stanziate per la Fortezza su altri progetti come l’ex ospedale militare ci vedono contrari: la Cittadella, oltre ad essere patrimonio di tutti gli alessandrini, è oggi luogo molto amato e frequentato, pieno di gente praticamente tutti i week end: e quelle risorse devono servire per metterla in piena sicurezza.

 

A proposito di sicurezza, segretario Armosino: la situazione sui luoghi di Armosino (Cgil): “Reagisci Alessandria, la nostra provincia torni alla sua vocazione produttiva”. Sul capoluogo: “Sembra Sarajevo dopo i bombardamenti” CorriereAl 1lavoro, dalle fabbriche anche cantieri edili, qual è?
Pericolosamente tendente al peggioramento. Il fatto che oggi il mondo del lavoro sia sempre più precario e instabile ovviamente indebolisce il lavoratore, che ha sempre meno strumenti per dire ‘no, questo non lo faccio, è pericoloso’. Non possiamo far finta che la realtà non sia questa: se percepisci il tuo lavoro come precario, e con diritti ridotti, accetti condizioni di rischio che invece vanno rifiutate. Sta a noi sindacati, tutti quanti, alzare la voce ed esigere controlli più stringenti, e non solo formali, all’interno dei luoghi di lavoro. Da questo punto di vista, ci tengo a ribadirlo, lo Spresal di Alessandria ha professionalità eccellenti: ma oggi è un problema di risorse, e di conseguente operatività reale, e capillare.

Brasile chiama Italia: filo diretto fra le vittime dell'amianto CorriereAlPoi c’è il dramma amianto, che vi vede in prima linea…
Certo, e attenzione: l’Eternit non è stato un accidente, un meteorite, un terremoto. Ma una questione enorme di mancanza di sicurezza sul lavoro, con risvolti sociali devastanti. Oggi in Italia muoiono di mesotelioma 2 mila persone ogni anno: e il mesotelioma, è scientificamente provato, è originato dalle fibre di amianto, e da nient’altro. Non solo: oggi a morire in gran parte non sono più i dipendenti Eternit, ma i loro figli, o in generale persone che vivevano a Casale Monferrato in quegli anni, o che magari ci hanno semplicemente trascorso un anno ‘a militare’. Una tragedia, e se possibile, a proposito di sindaci di eccellenza, vorrei citate la professoressa Titti Palazzetti, sindaco di Casale Monferrato. Sta gestendo il dramma amianto con grande competenza e determinazione, e il fatto stesso di aver proposto Casale come ‘Capitale della Cultura 2020” è scelta vincente, a prescindere da come finirà: Casale in questi anni è davvero capitale della cultura, quando meno della prevenzione e della sensibilità su un dramma collettivo. Il 24 e 25 novembre Casale Monferrato sarà sede della Conferenza Nazionale Governativa sull’Amianto: un’occasione importante per ribadire quanto ancora c’è da fare anche sul fronte delle bonifiche, sia sul fronte dell’edilizia pubblica (scolastica in primo luogo) che privata”.

 

Ettore Grassano