23 anni fa l’alluvione ad Alessandria: oggi a che punto siamo? [Le pagelle di GZL]

3-scimmiedi Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Cecità, sordità, mutismo: ovvero le scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano e, per alcune situazionimì, hanno anche una perdita di memoria. Se negli anni successivi al ’94 il plurialluvionato Giuseppe Monticone fosse stato ascoltato nelle sue legittime richieste di potersi rilocalizzare in zona di sicurezza, nessuno si sarebbe sognato di ‘tirare fuori’ le rilocalizzazioni avvenute nel dopo alluvione. Dopo anni ha perso la pazienza nel rivendicare i suoi diritti, al punto da sollevare un “pesante velo” su un tema ‘scottante’. Su Il Piccolo del 28 luglio scorso, a firma Monica Gasparini, si leggeva: “Quel muro di gomma, parla la gente di golena. Rilocalizzazioni: dove sono finite le vecchie pratiche?” Dopo richieste formali senza risultato, la giornalista si è rivolta al Protocollo Comunale e al Presidente del Consiglio Comunale. Dopo tre mesi la risposta ufficiale firmata dal nuovo segretario generale: “Non risultano sulla base di verifiche degli uffici preposti istanze di rilocalizzazioni di immobili a rischio idrogeologico. Agli atti c’è una richiesta di riclassificazione”. Ma le cose non stanno così per due motivi: Monica Gasparini ne ha trovati alcuni, ma tanti di noi non hanno perso la memoria, e ora il Presidente del Consiglio Locci su questa questione vuole andare a fondo e fa bene. Quanto sopra riportato si legge su Il Piccolo di martedì 31 ottobre, pag.6 con il titolo: “Il Comune: non abbiamo atti. Noi ne troviamo tre. Rilocalizzazione: la risposta sui dati non corrisponderebbe a verità”. Ha ragione Monica Gasparini. In data 6 novembre 2009, dall’Associazione e Comitati del tempo di cui ero componente, partivano 14 raccomandate con ricevuta di ritorno alle più alte cariche dello Stato, alla politica tutta di casa nostra, compresa la Corte dei Conti nazionale e regionale, a tutti gli organi di informazione, accompagnate da copie documentanti sull’argomento. Risposte? Zero! Il 24 aprile 2011 una raccomandata con una pesante denuncia a Giorgio Napolitano: silenzio! Le ricevute delle raccomandate regolarmente firmate attestano che tutti furono informati, e poichè a casa nostra ‘gira e rigira’ son sempre gli stessi, la perdita di memoria, e peggio ancora di atti, è davvero preoccupante.
Voto: 2

 
2) 6 novembre 1994 – 6 novembre 2017: oggi ricorre l’ anniversario della Anniversario dell’alluvione del 6 novembre ad Alessandria CorriereAltragica alluvione che ha colpito la nostra regione e città. In 23 anni si è fatto molto, ma non è ancora sufficiente. La cantilena è che non ci sono fondi, io invece ho la convinzione che ci sia poca volontà da parte di chi ha competenze e responsabilità in ambito. Le ferite inferte alla città e le ferite psicofisiche, sanitarie, economiche subìte dai cittadini e dalle nostre piccole e medie imprese hanno lasciato segni indelebili. Come in ogni tragedia sono nate tante forme di puro volontariato e generosità, ma al contempo purtroppo sono spuntati i “professionisti delle disgrazie”. che hanno annusato il business. Il disastro ’94 nel Piemonte ha fatto sì che fosse potenziata ai livelli che oggi conosciamo la Protezione Civile come primo intervento. Ma sul fronte manutenzione e prevenzione quasi nulla, e comunque troppo poco. Dal ’94 ad oggi lo Stato non è ancora riuscito a creare una struttura staccata dalla Protezione Civile, con fondi adeguati all’unico scopo di mettere i territori in sicurezza. Invece sono anni che, governo dopo governo, vengono proposte “polizze anticalamità obbligatorie”. Sono oltre 1.300 le norme statali, e più di 3.000 gli enti pubblici che dovrebbero avere competenza in materia. Purtroppo si rivelano solo carrozzoni, mega stipendifici di Stato. Maltempo anomalo, bombe d’acqua? Dopo il ’94 “guarda caso” lo Stato mise attenzione sul settore dighe/invasi nei vari bacini, istituendo il RID (Regolamento Italiano Dighe). Da allora vi furono negli anni diverse disposizioni legislative aggiuntive ed urgenti in materia di sicurezza comportamentale in questo settore, e la dice lunga l’ultima Direttiva a firma Matteo Renzi: “D.P.C.M. 8 luglio 2014 – Indirizzi operativi inerenti l’attività di protezione civile nell’ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe. (14A08499) (GU Serie Generale n.256 del 04-11-2014). Renzi ha ritenuto di sottolineare un punto interessante agli art.2 e all’art. 2.1.: “Aspetti generali e procedurali”. Qualcuno dovrebbe leggere attentamente, e capire lo scopo di tali articoli. Infine: vi è ancora un settore che il Governo dovrebbe verificare, dando regole precise: i Consorzi di bonifica. Gli italiani già pagano ogni anno quasi 600 milioni di euro ai Consorzi di bonifica per essere difesi dalle calamità naturali, ma nessuno lo sa e chi lo sa tace.
Voto: 5

 

 CorriereAl3) Ogni tanto si leggono anche buone notizie. Da La Stampa di mercoledì 1 novembre, una pagina dedicata alla messa in sicurezza dei nostri corsi d’acqua si legge: “Anche i verdi d’accordo. Leggenda da sfatare: lo siamo sempre stati”
Lo dichiara nell’intervista Pier Luigi Cavalchini, storico esponente dei Verdi, e componente di associazioni ambientaliste del territorio. E’ consolante questa dichiarazione da parte del prof. Cavalchini, ma per quel che ne so la grande maggioranza dei responsabili di varie sigle ambientali ancor oggi non la pensano come lui. Per anni dai Verdi e dagli ambientalisti si è sentito dire che i corsi d’acqua non devono essere ‘toccati’, e questo forse ai preposti responsabili negli anni ha fatto molto comodo. Cavalchini si dichiara d’accordo alla pulizia corretta, evitando di scavare buche non necessarie. A questo proposito cito una pubblicazione del Parco del Po di 90 pagine, “I fiumi italiani e le calamità artificiali”, autore il Comitato per la difesa e la rivalutazione del Po – Italia Nostra Lega per l’Ambiente Pro Natura WWF del Piemonte, pubblicato nel 1988, “prima edizione originale” che conservo come preziosità per il suo contenuto. Il 28 giugno 2006 il C.AL.CA. (comitato alluvionati del casalese di cui faccio parte dal 2000) sul contenuto di quella pubblicazione organizzò un Convegno ad Oltreponte. Politici, istituzioni, tecnici in ambito e tanti cittadini. Una frase è sufficiente, estrapolata dalla pubblicazione: le escavazioni di ghiaia e sabbia possono avvenire: “Con le escavazioni negli alvei e nelle aree golenali si possono ottenere discreti effetti di regimazione idraulica dei fiumi, al fine di evitare l’istaurarsi di situazioni di pericolo per le popolazioni. Si può infatti esercitare un certo controllo sugli alvei ( altimetrie e divagazioni) e sulle correnti (velocità, portate, livelli e direzioni. In alcuni casi può essere utile anche il solo spostamento di materiali negli (o presso gli ) alvei”. Nel 1988 questo veniva scritto, ed è sufficiente per dire che ci vuole sempre equilibrio, le ideologie estreme non fanno bene a nessuno. Infine consiglio ai preposti locali di leggere questa recente delibera regionale, sono solo 19 pagine.
Voto: 7