Fauna selvatica: sì all’abbattimento, ma su basi scientifiche

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Cinghiali danniBuongiorno,

 

sono Giuseppe Raggi, colui che ha spedito ai media locali, compresa la redazione di CorriereAl, il comunicato del “Comitato per il territorio delle Quattro province” riferito alla questione della fauna selvatica.
Da lettore affezionato (e, da commentatore, fin che è stato possibile, ma vi capisco), Vi ringrazio (sinceramente) per averlo pubblicato, per intero e senza tagli.

Non resisto però alla tentazione di scrivervi ancora dopo aver letto il titolo e il breve ed ironico commento che lo spiega.

Ci chiedete: “voi siete per proteggerla o per abbatterla questa fauna selvatica in esubero? Imparate ad essere chiari, per favore!”.

Accetto la critica e provo a spiegarmi meglio, rifacendomi al testo che abbiamo diffuso:

1) sì, come abbiamo scritto, secondo noi sono necessari piani di Cia: "Fauna selvatica, recintare con impatto ambientale a rischio o non lavorare più?" CorriereAl 1abbattimento per contenere il numero eccessivo di ungulati.

2) chiediamo di agire secondo le famose o famigerate “basi scientifiche” perché a nostro parere è evidente che la disastrosa situazione in cui versiamo è il portato di una pluridecennale gestione della fauna ispirata di volta in volta dalla volontà di assecondare interessi di parte – mondo venatorio e/o agricoltori, senza vera volontà di
andare alla radice del problema. Nella vicenda che ha dato spunto alla nostra nota, ci sembra evidente che l’aver indicato a priori una cifra, 1.000 caprioli, significhi andare proprio nel senso di dare un segnale di attenzione purchessia.

3) siamo scesi nello specifico: abbiamo citato l’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), a titolo di esempio abbiamo riferito puntualmente pregi e difetti dei diversi metodi con cui si attua la selezione del cinghiale.
Aggiungo che non si parte dal nulla, esiste il metodo per acquisire dati scientifici su cui lavorare, cooperando tra i vari soggetti interessati (posso pure chiamarli stakeholders per darmi delle arie e passare per quello che non sono …).

Ce lo può insegnare sul piano pratico il lavoro sulla questione del lupo, con le intese illustrate all’incontro dello scorso 29 settembre a Rocchetta Ligure (qui il resoconto).

4) ci siamo costituiti nel gennaio 2011 e in quasi sette anni a mio parere ci siamo meritati una certa credibilità. I componenti del nostro Comitato non
sono anime belle che vivono in una realtà astratta: tutto l’anno, anche
quando, come in questo periodo, passata l’estate e il turismo, lo spopolamento
si avverte sul serio, abitiamo o frequentiamo le valli delle Quattro Province, molti di noi ci lavorano. I caprioli per noi non sono Bambi: tra noi c’è chi fa l’agricoltore e si è visto rosicchiare dai caprioli le barbatelle o le piantine da frutta, personalmente io, che faccio il pendolare su Alessandria, in un vis a vis con uno di questi animali di recente ci ho rimesso lo specchietto della mia auto e mi è andata veramente bene.

Detto questo, noi manteniamo l’ambizione, o, forse, l’illusione, di fare le cose seriamente, perciò scriviamo cose come quelle che ci avete pubblicato.

 
Giuseppe Raggi
Comitato per il territorio delle Quattro province