Maternità: teoria, pratica e business [Psicologia in pillole]

poggio-saradi Sara Poggio

 
Prima di diventare madre ho tenuto degli incontri informativi sulla prima infanzia e l’adolescenza, dove spiegavo un po’ cosa aspettarsi da ogni fascia di età e come gestire le rivoluzioni che le accompagnano. Quando parlavo vedevo saettare negli occhi degli astanti la domanda: “Ma tu ce li hai dei figli? Perché queste robe sembrano impossibili!”.

In effetti più volte mi son chiesta anch’io se la teoria che abbraccio con tanto entusiasmo sia poi utile nella pratica. Devo ammettere che in questi primi mesi mi ha aiutata molto ad affrontare gli alti e i bassi, a comprendere e spiegare le mie reazioni e quelle del bambino e, soprattutto, mi ha permesso di districarmi nel grande business che gira intorno alla maternità in cui, per vendere un prodotto o una consulenza, si gioca sporco sui sensi di colpa di una neomamma.

Chi non ha letto che se non allatti il bambino al seno non si crea un profondo legame di attaccamento? E che madre sei se non lo tieni h24 nella fascia per non traumatizzarlo nel passare dalla pancia al mondo? Vuoi poi non tenerlo ad ogni costo nel lettone, pena l’oblio dell’amore materno?

Negli anni è come se si fosse passati dal “lascialo piangere che si fa i polmoni” a “non vedrai altro viso all’infuori del mio”, generando non poca confusione su quale sia l’approccio più opportuno.

In linea generale, ogni diade madre-bambino ha le sue caratteristiche e peculiarità e la Maternità: teoria, pratica e business [Psicologia in pillole] CorriereAlcosa migliore è che si lasci loro il tempo e il modo di scoprire il proprio equilibrio.

L’unico vero imperativo che ci arriva dalla psicologia e che serve per creare e mantenere un buon legame di attaccamento è quello di riconoscere i bisogni del bambino e rispondevi in maniera sollecita, “emozionata” e prevedibile.

Per esempio, se il bambino ha fame e io lo riconosco, lo stringo tra le braccia, lo consolo e lo nutro, che ciò avvenga con il seno o con il biberon non fa nessuna differenza a livello psicologico. Se quando il bambino piange io lo prendo in braccio, lo coccolo e lo tranquillizzo fa poca differenza a livello psicologico se ce l’ho nel lettone con me o se mi devo alzare per andare a prenderlo in un’altra stanza.

Amore, attenzione e cura sono gli strumenti che come genitori abbiamo per creare un legame sano e stabile con i figli, gli accessori che ci vengono proposti dalle sponsorizzazioni di Facebook possono essere degli ausili utili per aiutarci in questo percorso, ma non sono necessari e sufficienti per creare l’attaccamento. Fidatevi dell’istinto e del buon senso e, se sentite che qualcosa non vi permette di essere sereni nella relazione con i vostri figli, chiedete aiuto a dei professionisti e non ai gruppi in rete!

 
Dr.ssa Sara Poggio-Psicologa, Psicoterapeuta Cognitiva
In Forma Mentis-Studio di Psicologia e Chinesiologia, Acqui Terme
poggio_sara@libero.it