Un, due, tre. Sanità, chi non scappa c’è [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

Alla presentazione del nuovo defibrillatore donato, attraverso la Fondazione Uspidalet, dall’azienda Mino di Alessandria al Pronto Soccorso per ricordare Eugenio Taverna, dirigente della società, stroncato da un infarto nell’aprile dello scorso anno, non c’era il direttore generale dell’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’. “Questa mattina è in riunione a Torino per un incontro sugli obiettivi aziendali” è stato detto. Peraltro, nelle stesse ore, Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità, era a Casale Monferrato per l’inaugurazione del nuovo centro di preparazione dei farmaci antiblastici (Ufa) dell’ospedale ‘Santo Spirito’.

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A parte la reale motivazione della mancata partecipazione all’evento della Fondazione Uspidalet, per Giovanna Baraldi questo pare davvero un periodo di tensione. Per vicende interne, ma anche per il futuro prossimo venturo. Si avvicina il mese di maggio del 2018 quando scade il mandato triennale del direttore generale che potrebbe, anche per ragioni anagrafiche, lasciare l’incarico. Ma per cosa? Pensione? O un altro incarico?

Intanto nessuno lo ammette in modo esplicito, però da quando, prima in sordina, poi in modo sempre più esplicito, la politica ha iniziato a parlare di una azienda unica sanitaria per la provincia di Alessandria, c’è chi si sta preoccupando sempre di più per incarichi e prebende e chi, invece, non vede l’ora che con la riorganizzazione si liberino delle risorse da destinare alla sanità e non più a corpulenti apparati amministrativi.

E così dal maggio del prossimo anno potrebbe prendere avvio il processo di unificazione dell’azienda ospedaliera e dell’Asl Alessandria sulla falsariga del modello utilizzato per la costituzione dell’azienda sanitaria unica in cui sono confluite le tre realtà delle Asl 20, 21 e 22. Sarà prevista la nomina di un direttore unico, il consolidamento delle strutture comuni (alcune esistono già) per gli aspetti amministrativi, logistici, acquisti e magazzino, il rispetto delle autonomie gestionali legate ad alcuni aspetti specifici delle attività sanitarie. La nomina di un commissario e quindi la definizione dell’assetto dovrebbero essere le fasi principali. Se Giovanna Baraldi accarezza forse l’idea di essere protagonista, anche Gilberto Gentili che dirige l’Asl potrebbe essere interessato all’incarico.

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Intanto Domenico Ravetti, consigliere regionale e presidente della Commissione Sanità, parla chiaramente a margine di un convegno ad Acqui Terme organizzato da Cittadinanzattiva: “Non voglio negare al territorio della provincia di Alessandria – dice – l’opportunità di scegliere il proprio futuro con la creazione di una azienda unica. Chi ci lavora e ha chiaro ciò che accade negli ospedali e nella sanità territoriale sa che le attuali due aziende sanitarie, per mission conflittuali, non potranno generare elementi strutturali migliorativi e questo a prescindere dalle direzioni generali. Tutto questo per mantenere nel tempo le eccellenze, per diffondere ovunque buona prevenzione e promuovere adeguati stili di vita, per abbattere le liste d’attesa, per evitare la mobilità passiva, per affrontare con più efficacia disabilità e cronicità. Per me la discussione è aperta nei territori e in Consiglio regionale, che è il luogo deputato a fare sintesi con il protagonismo di tutti”.

Chiamparino Saitta

Siamo di fronte a una accelerazione evidente: “Le attuali due aziende sanitarie, per mission conflittuali, non potranno generare elementi strutturali migliorativi e questo a prescindere dalle direzioni generali”. Affermazione che contiene molti elementi di verità. Ma le direzioni aziendali non prescindono dalle responsabilità. E alcune vicende legate alla ricerca sul fronte interaziendale purtroppo lo mettono in evidenza.