Gli Statuti di Alessandria [Alessandria in Pista]

Remottidi Mauro Remotti

 

 

Il primo testo organico degli Statuti di Alessandria (1) venne predisposto nel 1297 su iniziativa degli “anziani del popolo”, ossia dei reggitori del Comune che nominarono una commissione di giuristi (2) per riordinare i vari scritti preesistenti, alcuni dei quali risalenti all’XII secolo.

Tale raccolta fu tramandata da diversi codici manoscritti, poi andati perduti, e soprattutto da quello ufficiale conservato nell’archivio comunale da cui venne redatta nel 1547 l’edizione curata dai maestri stampatori Moscheni (3).

Gli Statuti di Alessandria [Alessandria in Pista] CorriereAl

In aggiunta agli Statuti, furono pubblicate anche le Consuetudini del 1179 (4) insieme alle disposizioni di due ordini dei secoli XV e XVI: la “Società di giustizia” e la “Società del popolo” a testimonianza di un particolare periodo della storia comunale alessandrina caratterizzato da organismi di parte.

Nel 1969 la casa editrice “Bottega d’Erasmo” di Torino ha riprodotto in un volume (uscito in n.280 copie numerate) il Codex Statutorum magnifice communitatis atque dioecaesis alexandrinae. Una nuova edizione, con la traduzione di Egidio Colla, è stata pubblicata una decina di anni fa da parte della nostra amministrazione comunale.

Il testo del Codex, diviso in nove libri, presenta molti limiti ed è talvolta lacunoso. Tuttavia, per quasi tre secoli ha rappresentato la base del diritto locale. E’ importante rilevare che, a differenza delle Consuetudini, gli Statuti non contengono norme di carattere privatistico.

Nella formula iniziale d’invocazione si fa riferimento a Giovanni Visconti (5), signore di Milano, in onore del quale venne compilata la raccolta statutaria.

Gli Statuti di Alessandria [Alessandria in Pista] CorriereAl 1
Analizziamo quindi, nello specifico, i singoli libri:

I LIBRO – tratta argomenti di diritto pubblico. Inizia, infatti, con disposizioni riguardanti la figura del podestà. Inoltre, si trovano regole relative ad altri magistrati comunali: gli anziani del popolo, i notai, il clavario (6), le guardie campestri, il custode delle carceri, il consiglio comunale e gli ambasciatori. Altre norme prendono in esame l’organizzazione della guardia alle porte della Città, la conservazione dei libri e del denaro comunale e, infine, l’indicazione dei capi delle comunità del “distretto” dipendenti da Alessandria.

II LIBRO – comprende principalmente regole di diritto e procedura penale ad integrazione dello ius commune. Troviamo dunque disposizioni particolari a tutela dei cittadini oppure che intendono disciplinare contesti che possano recare disturbo alla quiete pubblica (ad es. le risse), oltre a norme sull’omicidio e altri reati. Da sottolineare la presenza di un’apposita disciplina sulla responsabilità oggettiva dei loca circostanti che evidenzia una condizione di prevalenza del Comune sugli abitanti dei borghi vicini.

III LIBRO – accoglie disposizioni in materia di procedura civile: lo svolgimento del processo, le garanzie ipotecarie, i pignoramenti, il trattamento dello straniero, nonché l’attività di avvocati e notai.

IV LIBRO – contiene regole di contenuto vario, tra cui le entrate tributarie del Comune e i rapporti con le comunità limitrofe (rappresaglie, pedaggi, ecc.).

V LIBRO – approfondisce delicate questioni in ambito religioso, quali l’assoggettamento di chierici e beni ecclesiastici alle tasse comunali, le decime, la giurisdizione esercitata dai soggetti ecclesiastici e verso gli ecclesiastici, nonché a proposito degli eretici, delle sepolture e dell’insediamento di ordini religioni.

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VI LIBRO – esamina i problemi riguardanti l’approvvigionamento alimentare.

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VII LIBRO – racchiude norme in materia urbanistica riguardanti le diverse opere pubbliche da compiersi nei quartieri di Alessandria.

VIII LIBRO – si riferisce a regole riguardanti il risarcimento dei danni subiti dai proprietari, in particolare per i prodotti agricoli, ai quali sovrintendeva l’ufficio del giudice “della Ferrazza” (7). Vi sono altresì numerose disposizioni tese a una disciplina particolaristica in merito ai prodotti tutelati, all’entità della protezione, al valore dei generi di consumo e alle colture agricole. Aspetti interessanti di storia giuridica derivano dallo studio delle competenze delle guardie campestri e a proposito della previsione di sistemi di responsabilità oggettiva.

IX LIBRO – l’ultimo libro include argomenti residuali (l’irrigazione dei campi, il dazio del vino e del legname e altri ancora).
(1) Vedi: Mario E. Viora, “Consuetudini e Statuti di Alessandria” estratto dalla Rivista di Storia Arte e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti, anno 1969/1970, e Gian Savino Pene Vidari, “Aspetti di storia giuridica alessandrina”, Giappichelli, 1996.

(2) Precisamente: Oberto Cane dei Guaschi, Ruffino Dal Pozzo, Guercio, Pietro Trotti, Antonio Lanzavecchia, Federico Bianchi, Riccardo Ansesia, Umberto Scaccavelli, Duilio Gambarini, Oberto Merlani, Manfredo de Acato e Giovanni Calcamuggi.

(3) I fratelli Moscheni erano di origine lombarda e appartenevano a una famiglia che successivamente divenne feudataria di Bergamasco. L’edizione fu curata dal podestà Francesco Girolamo Curzio, che la dedicò al Presidente del Senato di Milano Giacomo Filippo Sacco di famiglia alessandrina.

(4) Vedi gli articoli pubblicati su CorriereAL_Blog Alessandria in Pista: 2 luglio 2017, 19 luglio 2017 e 4 agosto 2017.

(5) L’arcivescovo Giovanni Visconti (1290 – 1354), figlio di Matteo I e di Bonacossa Borri, governò il Ducato di Milano dal 1339 al 1354. Anche il fratello Luchino (1287 – 1349) si occupò più volte degli Statuti di Alessandria.

(6) Conservatore del denaro pubblico e delle scritture comunali.

(7) Antica magistratura locale di giustizia e polizia rurale.