Gefit, 50 candeline e lo sguardo rivolto al mondo: “Ma fieri di essere alessandrini”

Gefit, 50 candeline e lo sguardo rivolto al futuro: "Fieri di essere alessandrini" CorriereAl 4 di Roberto Cavallero

 

Spegne cinquanta candeline, e la festa si terrà venerdì 15 settembre all’Abbazia di Santa Giustina a Sezzadio, una delle aziende divenuta punta di diamante del territorio alessandrino.

E’ la Gefit, azienda nata nel 1967 da uno spin-off del Gruppo Guala ed operante in due diverse Divisioni: “Automation” e “Moulds&Assembly”.

Una realtà che all’epoca contava solo una manciata di dipendenti ma che Pietro Zavattaro, fondatore dell’azienda, volle portare avanti in un periodo comunque non facile per l’Italia, reduce dal boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta ed alle prese con un difficile processo di stabilizzazione.

Intraprendenza e capacità di guardare lontano furono i due fattori che resero possibileGefit, 50 candeline e lo sguardo rivolto al futuro: "Fieri di essere alessandrini" CorriereAl quella che all’inizio era solo un’idea. Ecco perché la Gefit andò oltre alla semplice realizzazione di macchine per la produzione di circuiti elettronici, in inglese chiamati trigger, iniziando a costruire macchine per un settore che in Italia stava conoscendo una decisa espansione. Un‘attività che si affiancò ben presto alla costruzione di stampi per termoplastici, portata avanti ancora oggi dalla divisione Moulds & Assembly.

Gefit, 50 candeline e lo sguardo rivolto al futuro: "Fieri di essere alessandrini" CorriereAl 3I numeri crebbero al pari del nome Gefit tanto che l’azienda divenne poi autonoma nel 1997, rispetto al gruppo di appartenenza originario, portando alla decisione di creare due diverse Divisioni, separando l’attività di costruzione delle linee di assemblaggio da quella di progettazione di stampi per termoplastici.

Ulteriore step dell’azienda fu la nascita del “Moulds & Assembly”, settore che conobbe una rapida crescita grazie anche alle commesse per molte multinazionali operanti in settori come alimentare, cosmetico, farmaceutico e medicale.

Insomma, un’evoluzione che ha portato il gruppo alessandrino a passare indenne anche gli anni della crisi economica con, anzi, una crescita nei volumi produttivi e nel numero dei dipendenti.

E un’apertura al mercato estero con i primi uffici commerciali nati prima a Mosca, negli anni’80, poi a Pechino, nel 1992. Altre sedi sono poi state l’Ungheria, dove dal 1998 esiste la Geftech, e gli Stati Uniti dove la Gefit, a Detroit, ha acquisito nel 2006 una società esistente ed operante negli stessi campi dal 1949.
La sede principale del Gruppo si trova ad Alessandria, così come la sede Gefit, 50 candeline e lo sguardo rivolto al futuro: "Fieri di essere alessandrini" CorriereAl 2legale, mentre la Divisione Moulds&Assembly è a Fubine.

Attualmente Gefit conta circa 215 dipendenti che però diventeranno 350 se si aggiungeranno gli stabilimenti di Dalian, Cina, Detroit, USA, e Tatabanya, Ungheria.
Con un occhio di riguardo ai giovani cui sono proposti stage aziendali (due alessandrini sono in procinto di partire uno per la Polonia e l’altro per gli Stati Uniti, South Carolina).

Con un fatturato cresciuto del 40% negli ultimi dieci anni ed una previsione per l’anno in corso di 70 milioni, il futuro del Gruppo alessandrino pare decisamente roseo con un consolidamento della posizione di leadership nell’ambito tecnologico (Gefit conta tra i suoi clienti anche case automobilistiche).

Un fatturato importante di cui una parte è investita, annualmente, in progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per consentire all’azienda di presentarsi sul mercato sempre con soluzioni tecniche nuove.

Gefit, 50 candeline e lo sguardo rivolto al futuro: "Fieri di essere alessandrini" CorriereAl 1Senza, naturalmente, dimenticare nuove sfide ed obiettivi come la ricerca di soluzioni e tecnologie sempre più innovative perché, come enunciato anche dalla stessa azienda, “siamo fieri delle nostre radici e del nostro territorio ma il mondo è la nostra casa. Lavorare ed assistere i clienti in cinque continenti, dalle grandi metropoli alle piccole aree ancora in via di sviluppo, continuerà ad essere la nostra mission per il futuro”.