Nell’alessandrino i rifiuti della nave Concordia. Intanto Valmadonna prepara la secessione! [Le pagelle di GZL]

Nell'alessandrino i rifiuti della nave Concordia. Intanto Valmadonna prepara la secessione! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Graziella Zaccone Languzzi

 
1) La notizia  sul sito Business Insider del 17/8/2017: “La demolizione, virtuosa, della Costa Concordia. Ecco che fine ha fatto ogni singolo pezzo della nave” non avrebbe colpito la mia attenzione se non fosse spuntato il nome di Alessandria, territorio interessato dal ricevimento di rifiuti frutto della demolizione della sfortunata nave. In un lungo elenco di rifiuti riciclabili e no, e di località in cui sono stati allocati, spicca Alessandria: qui da noi sono arrivate ben 91 tonnellate. Invece per quanto riguarda lo smaltimento dei materiali che non è stato possibile recuperare (8.120 tonnellate complessive, di cui 6.574 tonnellate di coibentazioni, 970 tonnellate di rifiuti da demolizione, 389 tonnellate di rifiuti oleosi ed emulsioni, 75 tonnellate di altri rifiuti liquidi, 36 tonnellate di RAEE e 12 tonnellate di prodotti chimici smaltiti in varie province d’Italia), ben 5.083 tonnellate secondo Business Insider sono ‘indirizzate’ in provincia di Alessandria. Chi ne vuole saperne di più può leggersi la parte finale di questo documento parlamentare, in cui si spiega che a trattare i rifiuti della nave non recuperabili è lo stabilimento Grassano SpA di Predosa, in provincia di Alessandria. A noi rimane solo la fiducia nei preposti titolati ed autorizzati ai controlli, per il rispetto delle regole sanitarie e ambientali.
Voto: 2

 

2) Voglia di “secessione” ad Alessandria? La notizia è apparsa su La Stampa di Nell'alessandrino i rifiuti della nave Concordia. Intanto Valmadonna prepara la secessione! [Le pagelle di GZL] CorriereAl 1 venerdì 18 agosto pag.42 a firma Antonella Mariotti “Valmadonna? Meglio soli che con Alessandria”. Questa notizia potrebbe far sorridere o pensare ad una boutade estiva, ma so per certo che non è così. Due giorni prima dell’uscita di tale notizia, esattamente il pomeriggio del 16 agosto, una telefonata da parte del Prof. Pietro Luigi Garavelli (primario all’Ospedale di Novara, residente a Valmadonna), per un saluto e una chiacchierata che si fa abitualmente sulle vicende politiche e sportive della nostra città, mi informò della decisione presa da parecchi valmadonnesi di pensare ad un distacco dalla città, per accorparsi ad un Comune più piccolo. Le scelte ideali sarebbero Pietra Marazzi o Pecetto. Le motivazioni sono legate allo stato di abbandono in cui si trova Valmadonna da parte di Alessandria. Il paese è sempre stato considerato una piccola Svizzera, e zona di villeggiatura. Se tali intenzioni proseguiranno, l’iter sarà comunque lungo, e pieno di ostacoli: l’uscita di Valmadonna impoverirebbe Alessandria di ben 1.323 abitanti, con i relativi mancati introiti di tasse comunali. Ma se questo è il loro desiderio, giusto che affrontino avversità politico/burocratico. L’augurio è che che non si arrendano alla prima difficoltà, minaccia o altro. Approfitto di questa pagella per lanciare un messaggio alla nostra nuova amministrazione: se la città negli ultimi 5 anni è stata lasciata ‘in abbandono’, ai sobborghi è andata ancora peggio. Se diverse frazioni decidessero di avviare un iter di distacco dalla città, andando alla ricerca di Comuni più attenti alle loro esigenze, Alessandria perderebbe abitanti, potere politico e di voto, introiti. Sarebbe utile un assessorato preposto esclusivamente allle necessità di questi “satelliti” della città. Ce lo possiamo permettere perché nei giorni scorsi Rita Rossa e Giorgio Abonante tramite “Il Piccolo” hanno comunicato che: “I conti sono a posto”! Nel frattempo da giorni qualcosa si muove: il Prof. Garavelli e altri residenti interessati hanno già avuto importanti contatti, ci saranno aggiornamenti.
Voto: 6

 

 

Berutti (FI): "6.500 famiglie piemontesi senza assegno di studio. Due milioni di euro tagliati alle scuole paritarie" CorriereAl3) Giorni fa in una news locale si legge: “Scuola nel caos: manca personale – Il ministero ha autorizzato un organico inferiore alle necessità nella scuola dell’obbligo. Manca soprattutto personale amministrativo, tecnico e collaboratori scolastici”. Tanto per non cambiare, a settembre iniziamo il ciclo scolastico per niente bene e sempre a discapito degli alunni. E’ nei primi cinque anni scolastici che si gettano le basi per affrontare con tranquillità il percorso a seguire. Purtroppo tra aule strapiene e bimbi di molte etnie a cui si dovrà insegnare in primis l’italiano si rischia scarsa qualità di apprendimento per tutti. Meno insegnanti, molti precari e mal pagati, in gran parte demotivati. Nel frattempo la numero uno del dicastero dell’Istruzione, la ministra senza laurea Valeria Fedeli ha dichiarato: “Io sarei per portare l’obbligo scolastico a 18 anni perché un’economia come la nostra, che vuole davvero puntare su crescita e benessere, deve puntare sull’economia e sulla società della conoscenza, così come peraltro ci viene dall’ultima Agenda ONU 2030 sottoscritta anche dall’Italia”. E di grazia signora ministra, con quali soldi se il suo ministero ogni anno taglia personale aggiungendo continua precarietà? E non parliamo dello stato in cui versano gli immobili scolastici. La scuola da tempo con riforme inadeguate ha fallito, si spera che un futuro nuovo governo riesca a riprogettare una scuola veramente buona ai livelli di quelle europee, assegnando più risorse a materne e primarie pubbliche e paritarie, altrimenti c’è davvero da pensare che la politica abbia timore che un popolo troppo istruito possa prima o poi ribellarsi.
Voto: 2