Molinari (Lega Piemont): “Per i clandestini gratis scuola, sanità, servizi sociali e luoghi di culto. Le altre Regioni del Nord dicono no: Chiamparino tace!”

immigratiCurare e istruire gratis gli immigrati clandestini: c’è chi si oppone e chi, come il Piemonte targato PD, tace, e si immagina acconsente. Il Piano Nazionale di Integrazione per i titolari di protezione internazionale, presentato dal ministero dell’Interno alle Regioni, ha suscitato le perplessità e lo sdegno degli assessori regionali con delega all’Immigrazione di Liguria, Lombardia e Veneto, ma ha mostrato un Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, “vergnosamente silenzioso”, secondo la Lega Piemont: “non tenta nemmeno di obiettare ad una proposta che, di fatto, obbligherebbe le Regioni a farsi carico delle spese sanitarie dei richiedenti asilo”.

All’ordine del giorno non pochi cambiamenti, che partirebbero dalla scelta del linguaggio da usare (bandita la parola “clandestino”), passando per la nascita di nuovi luoghi di culto, in particolar modo moschee, per arrivare alla scelta di addossare agli enti locali il compito di garantire agli immigrati assistenza sanitaria, educativa e sociale.

“Più che un piano di accoglienza ed integrazione – sottolinea Riccardo Molinari, Lega Nord: "Chiediamo l'elezione diretta del presidente della Provincia, e più potere alle comunità locali sull'immigrazione" CorriereAlsegretario nazionale della Lega Nord Piemont – una simile proposta ha i contorni di una resa nei confronti dell’invasione che l’Italia sta, ormai da troppo tempo, subendo.
Desta non poche preoccupazioni il silenzio della Regione Piemonte, che non ha mosso obiezioni ad un piano insensato che non solo non tiene conto delle difficoltà e dei disagi che quotidianamente gli italiani affrontano, ma assume addirittura grotteschi tratti di razzismo al contrario. Mentre Liguria, Lombardia e Veneto si oppongono a questa insensata pretesaprosegue – non è arrivata nessuna obiezione da parte di chi si dovrebbe occupare della Regione Piemonte e, ovvio, ma a quanto pare non così ovvio, dei suoi abitanti. La speranza, ora, è che anche il Piemonte si renda conto della follia proposta dal Governo, e opponga una seria resistenza ad un sistema che danneggia tutta la società, lucrando sulle spalle della povera gente ed esacerbando un quadro sociale già insostenibile”.