Impeach Raiola [Lettera 32]

Giuliano Beppedi Beppe Giuliano

 

C’è stato un tempo in cui i presidenti delle squadre di calcio, allora definiti anche “ricchi scemi”, mentre ora non tutti sono ricchi, si trovavano in un albergo zona Stazione Centrale, tradizionalmente il Gallia, per comprare un giovane mediano di belle speranze o per vendere uno stopper ormai troppo lento.

Lo stopper lento intanto era al mare sulla riviera romagnola, con la moglie e i figli. Lo chiamavano direttamente al telefono dei bagni (nel senso di stabilimenti balneari) o della pensione (nel senso di albergo a gestione familiare) e gli comunicavano che era stato venduto. Se gli era andata bene andava a dare gli ultimi calci al pallone in Liguria, al Genoa che era stato glorioso prima che lui nascesse ma adesso lottava per salvarsi, o alla Samp che lottava per salvarsi ma gloriosa non lo era stata mai.

Buona parte di quei calciatori venduti o comprati come al mercato del bestiame, si Impeach Raiola [Lettera 32] CorriereAl 1guadagnava, dopo poche partite, quasi sempre meritatamente, l’appellativo di brocchetti se erano costati poco, e di bidoni se invece erano costati molto (per esempio di “bidone”: vedi alla voce Libera Giacomo, centravanti).

I tifosi leggevano sui giornali, spesso negli stessi bagni (sempre nel senso di stabilimenti balneari) romagnoli in cui soggiornava lo stopper lento con la moglie e i figli, le notizie, poche e di solito relative alle trattative già concluse o davvero saltate.

Quando proprio un presidente la faceva grossa, andavano sotto al Gallia a contestare.   Impeach Raiola [Lettera 32] CorriereAl 2 Rimane famoso il “Buticchi pirla è ora di finirla” urlato contro l’allora presidente del Milan quando vendette Pierino Prati (che peraltro era, come lo stopper lento, decisamente al di là dei migliori anni della sua, onoratissima, carriera).

C’erano ovviamente anche presidenti tutt’altro che scemi: Angelo Moratti fingeva ogni anno di non sentire Herrera che gli chiedeva con forza di vendere Mariolino Corso, reo di chiudere ogni dialogo col permalosissimo HH con un molto veneto “tasi mona” che non starei a tradurre.

Boniperti, in un’altra delle liturgie del tempo, il rinnovo del contratto, che avveniva a ritiro precampionato iniziato, accoglieva i giocatori nel suo ufficio. Alla parete era appesa la foto della squadra che aveva battuto la sua Juventus. Sul tavolo ritagli di giornale con l’undici sceso in campo in una delle (rare) sconfitte. E tutti accettavano la sua proposta, sempre al ribasso, senza fiatare, anche per evitare di trovarsi a indossare la maglia di qualche squadra di serie B un migliaio di chilometri a sud di Torino.

Da Boniperti, uomo di educazione e cortesia uniche, che sapeva essere Impeach Raiola [Lettera 32] CorriereAl 3durissimo continuando a sorridere, ci si doveva presentare vestiti bene, sbarbati, coi capelli corti. Pagherei per vederlo ricevere nel suo sobrio ufficio uno come l’ex pizzaiolo Mino Raiola, oggi re del calciomercato, procuratore dei giocatori che più di tutti soffrono il mal di pancia, e cambiano squadra più di sovente.

Non che un tempo fosse tutto rose e fiori, per carità.

Armando Picchi, grande campione e uomo eccezionale, fu spedito come un pacco postale a finire la carriera al Varese.
Il passaggio di Gigi Meroni tra le squadre di Torino saltò solo perché l’Avvocato temeva lo scatenarsi del conflitto sociale nella città della sua grande fabbrica.
Le stesso Avvocato, con un opportuno ordine alla Ignis del commendator Borghi anche proprietario del Varese, scippò Pietruzzo Anastasi dopo che era già stato venduto all’Inter.

E potremmo continuare con esempi del genere all’infinito.
Ogni tempo d’altronde ha i suoi usi, le sue regole, più o meno rispettate, i suoi protagonisti.

Impeach Raiola [Lettera 32] CorriereAlCerto, il fatto che il protagonista assoluto oggi sia Mino Raiola, uno sul cui passato è meglio non chiedere, che guadagna sulla mediazione delle vendite dei suoi calciatori, e che per guadagnare applica sempre lo stesso schema (il giocatore ha “il mal di pancia”, lui minaccia e blandisce, “chiagne e fotte” nel miglior stile della sceneggiata, fino alla inevitabile cessione, con transazioni finanziarie che stanno al sottile confine tra il lecito e il meno), dice sui nostri tempi cose che non sono granché piacevoli da sentire.

p.s. Spesso le immagini spiegano più di tante parole. Basta guardare la foto di Boniperti insieme al Trap e a Dino Zoff, e quella di Raiola col suo assistito Balotelli, no?