Alessandria Calcio 2016/2017: due o tre cose che penso di te

print

Grigi senza grinta e mai in partita: in B va il Parma CorriereAldi Jimmy Barco

 

 

Non mi aspettavo vittoria certa nella finale contro il Parma perché gli anni passati a vedere calcio una cosa mi hanno suggerito: queste sono partite che sfuggono spesso ai pronostici fatti su basi tecniche perché i fattori che possono stravolgere il prevedibile andamento del match sono troppi. La tensione di una partita senza appello, le condizioni climatiche impossibili e la presenza in entrambi gli organici di giocatori in grado di spostare l’ago della bilancia con una giocata sono variabili imprevedibili.

Inoltre, idea personale, questa Alessandria mi è sempre parsa una di quelle squadre di cui “non ci si può fidare“. E, badate bene, non mi riferisco alla sana pazzia bensì alla sua personalità collettiva che definirei bipolare, uno di quei disturbi comportamentali che risultano difficili da diagnosticare persino da psicanalisti con i baffi a manubrio.

Ciò detto se mi avessero assicurato in anticipo che i Grigi avrebbero Alessandria Calcio 2016/2017: due o tre cose che penso di te CorriereAlgiocato siffatta finale senza mai mettere in discussione il risultato e senza creare difficoltà al Parma non avrei fatto nessuna fatica a crederci. Ritenendo poi il pubblico (altra discutibile convinzione personale) praticamente ininfluente nello spostare equilibri in qualsivoglia partita disputata da calciatori professionisti, penso che sabato sera al Franchi gli alessandrini festanti potevano essere 35.000 o 35 che gli equilibri della partita non sarebbero comunque cambiati di un millimetro.

Forse ci sarebbe da fare una serie di valutazioni non tanto sul numero degli alessandrini presenti a Firenze quanto invece sulla presenza incombente a Firenze di quegli addetti all’informazione alessandrini che hanno “scoperto“ il fenomeno Alessandria Calcio, ahi noi, nel gennaio scorso (a volte dici le coincidenze!), ma qui si entra nel paranormale e per un razionalista come me quello rimane terreno minato.

Adesso parliamo di calcio, quello giocato.
Parma ultimo ostacolo fra i Grigi e la B: ecco l'identikit dei nostri avversari CorriereAl 1Quando poi leggo le formazioni mi accorgo che D’Aversa ha destinato un terzino destro sulla fascia sinistra per contrastare Marras (evidentemente giocatore temuto dal clan emiliano) mi faccio una domanda: una mossa che me la posso aspettare dall’Empoli che gioca contro la Juve, non certo dalla Juve che gioca contro il Napoli, per cui ha così tanta fifa D’Aversa dei Grigi da decidere, per una marcatura laterale, di pagare prezzi importanti in fase di costruzione del gioco?

Poi vedi il Parma giocare e ti accorgi che ogni suo giocatore fa cose elementari, senza un acuto e con pochissime sovrapposizioni, trasformando la partita in dieci duelli individuali. Il problema è che i bianco crociati i duelli individuali li hanno vinti tutti tranne uno, solo perché … noi non abbiamo mai tirato in porta!

Altro aspetto: nel primo tempo, già in svantaggio, non abbiamo mai impegnato il portiere avversario al punto che, nell’intervallo, abbiamo avuto il sospetto che l’estremo difensore ducale fosse monco; poi ci siamo ricordati di quello che ha fatto in semifinale e allora ci siamo tranquillizzati: è come tutti gli altri portieri, cioè dotato di mani pure lui.

Dopo il gol subìto poi ho avuto la sensazione che i nostri stessero decidendo con quale “modalità” perdere la serie B: modalità “con onore” o modalità “con goleada incorporata”. Il tutto contro una formazione che, durante la stagione, ha dimostrato di esserci molto simile, nelle carenze e negli errori di costruzione del collettivo.

…E a Firenze a festeggiare sono gli altri CorriereAl 1Comunque sia stavolta partita non c’è stata perché Scozzarella e compagni hanno dominato la gara dall’inizio alla fine, senza discussioni. E stavolta la mandrakata, anziché Gonzalez l’ha fatta Calaiò, ben supportato dai compagni, dopo una decina di minuti di gioco. E quando le partite si incanalano in questo modo solo la forza delle trame di gioco degli avversari possono cambiare l’inerzia del confronto. Così era successo in semifinale al Pordenone, che ha preso a pallonate proprio il Parma dopo essere andato in svantaggio, anche se alla fine i rigori hanno salvato gli emiliani.

Nell’altra semifinale é capitato invece che il Cartero facesse cose straordinarie ma che il gioco troppo ruminato della Reggiana non sia stato sufficientemente efficace per raddrizzare l’incontro.

Se poi andiamo a leggere questi chilometrici e iniqui spareggi ci accorgiamo che la chiave di volta del successo sia stata la vecchia, italianissima capacità di attendere l’avversario per poi colpirlo di rimessa. E per immaginare di vincere dominando le partite attraverso il gioco fluido e propositivo, ancora una volta bisogna convenire che, per percorrere questa strada, devi essere “molto“ più forte dell’avversario e devi esserlo per tante partite giocate in poco tempo.

Forza Grigi: a Carrara è l'ora dell'orgoglio! CorriereAl 1Sta di fatto che la finalissima è stata disputata da due squadre che fanno un calcio d’attesa e, quando sono chiamate a gestire vantaggi magari rosicati, se aiutate da un po’ di buona sorte, sono riuscite a passare tra le gocce senza bagnarsi. Quando al contrario sono obbligate a ribaltare risultati, e quindi scardinare le postazioni difensive altrui, normalmente non ne hanno forza, strumenti e fantasia. Un sano equilibrio quindi fra gioco e lasciar giocare sarebbe la chiave giusta, ma parlare di equilibri a compagini studiate e costruite senza risparmio per vincere con la sola forza dei singoli diventa una chimera. Al punto che spesso siamo portati a individuare negli allenatori gli unici responsabili dei rovesci. Della serie: se si vince è merito dei grandi giocatori, se si perde la colpa è dei mister.

Per carità, questa logica è perfetta per spiegare cose che non si capiscono ma non Alessandria, a Lecce è 1 a 1: decisivo il match di domenica al Mocca CorriereAl 1aiuta certo a capire cose che non sei in grado di spiegarti. Quindi, come si vede, anche dietro una sconfitta senza discussioni come quella patita dai Grigi in finale a Firenze, ci sarebbero mille deduzioni da fare, ma per chi va allo stadio (e anche per chi non ci va…) è comodo pensare a complotti, tradimenti, partite vendute e comprate, al destino cinico e baro, alle “ vendette” vere o inventate. Armamentario questo con il quale ci hanno triturato le palle per tre mesi, usando come pupazzi con la voce dei ventriloqui gli ex più improbabili e scoppiati.

Stavolta però, che sarebbe stato davvero interessante sapere cosa ne pensa di spareggi Ciccio Marescalco (ora cartolaio ma già esperto di finali perse), ci hanno negato questo privilegio togliendogli inspiegabilmente la parola.

L'Alessandria calcio esonera il direttore sportivo Magalini CorriereAlComunque sia l’avventura è finita e siamo usciti con l’onore delle armi e il morale sotto i tacchi: un ringraziamento sincero voglio farlo al lavoro triennale di Magalini in riva al Tanaro e a tutti quelli che hanno aiutato, di volta in volta nei modi più fantasiosi e volgari, per far si che questo gruppo arrivasse sempre ad un passo dal cielo senza mai vincere qualcosa, benché, in fondo, avrebbe potuto anche farcela, per come si erano messe le cose e per l’insipienza di certi competitor.

Grazie quindi, e arrivederci alla prossima stagione: “altro giro, altra corsa, venghino signori venghino, signori e pure buffoni, che su questa giostra non si nega un cavalluccio a nessuno… “.