Guardare avanti, voltarsi indietro [Il Flessibile]

caruso4di Dario B. Caruso.

Mi immetto in autostrada.

Le regioni padane, a differenza della Liguria, hanno un grande vantaggio: le arterie stradali sono per lo più lunghe e rettilinee; puoi tenere una velocità costante dimenticando l’asfalto e sublimando i pensieri ad un livello superiore.
Traffico permettendo.

Mi immetto in autostrada, dicevo.
Non c’è traffico, è un orario lontano dal bollino rosso.
D’un tratto, lanciando lo sguardo qualche centinaio di metri in avanti, vedo qualcosa di scuro in mezzo alla carreggiata. È qualcosa in movimento, sembra stia attraversando.
Mentre mi avvicino mi sposto sulla corsia centrale per evitarlo, qualsiasi cosa sia.

Copia di Difendersi [Il Flessibile] CorriereAlNon ci credo.
Una mamma papera con al seguito cinque forse sei paperotti hanno deciso di passare sotto al guardrail per arrischiarsi dalla tranquilla distesa erbosa alla piana bituminosa.
Li evito.
Ma ho un pensiero nefasto.
Rallento un filo e guardo dallo specchietto retrovisore per accertarmi che chi mi segue abbia la stessa sorte.
L’auto seguente sterza bruscamente ed evita la famigliola in ordinata fila indiana.
Sollievo.
Che dura un battito di ciglia.
In lontananza sta arrivando un tir.
Non posso fare altro che accelerare e andare via.
Rimango preso da una tristezza infinita.

Non so se sia meglio guardare avanti oppure voltarsi indietro.
Ciò che conta, in un caso o nell’altro, è che attraversando la vita di qualcuno, questo qualcuno abbia la possibilità di evitarti.
A volte dipende solo da te.