La scelta giusta [Il Flessibile]

caruso4di Dario B. Caruso.

Non facciamoci scrupoli.
Non sentiamoci preda di rimorsi.
Ciò che abbiamo scelto di fare in quel giorno in quel momento e in quel frangente è stato giusto.
Risulta inutile, col senno di poi, ragionare su come sarebbe stato con una scelta opposta o comunque differente.

Ce lo dice da duemila anni il poeta latino Ovidio.
Infatti scrisse la famosa frase “carpe diem” e la concluse con “quam minimum credula postero” che tradotta in maniera completa sta a significare “cogli il giorno e confida al minimo nel domani”.
Estrapolo da Wikipedia:
“Considerato uno dei maggiori poeti dell’età antica, nonché maestro di eleganza stilistica e dotato di inusuale ironia, seppe affrontare le vicissitudini politiche e civili del suo tempo da placido epicureo amante dei piaceri della vita, dettando quelli che per molti sono ancora i canoni dell’ars vivendi”.
Non si è perso, lui, in quel tramestio interiore che ha il sapore di quegli intellettuali che non sapendo cosa dire dicono molte parole senza dire nulla.

Cogliere il giorno, o più liberamente cogliere l’attimo, ci induce a non tornare sulle scelte fatte.
Agire d’impulso o con ragionata ma non reiterata prudenza è umano ed è estremamente meno ansiogeno.
Peggio sarebbe macerarsi nell’indecisione ad oltranza perché in quel caso la scelta risulterebbe comunque errata in quanto tardiva.

La scelta giusta [Il Flessibile] CorriereAlSempre per restare a duemila anni or sono, la folla di fronte alla domanda di Pilato “Chi volete che liberi, Barabba o Gesù?” sceglie di mandare a morte Gesù. Così facendo, in barba ai sacerdoti gongolanti, permette la nascita del Cristianesimo senza il quale oggi dovremmo fare a meno del Canto Gregoriano, di chiese magnifiche e di mille altre cose.

La scelta giusta peggiore però non è quella che facciamo noi ma quella che fanno gli altri e che ricade anche su di noi.
A quel punto quando le cose vanno meglio ci salta la mosca al naso poiché non possiamo fregiarci del merito della scelta. Anziché crogiolarci nel godimento soffriamo inutilmente di invidia.

Strana la vita.
Quel satanasso di James Joyce (uno che di scelte se ne intende) dice così: “Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere”.
Vale per tutti.
Oggi ho fatto la scelta di scrivere questa breve pagina.
Domani sarò sicuro di aver fatto la scelta giusta.
Vi prego di non invidiarmi per questa mia certezza.