I Grigi e il convitato di pietra Di Masi

Alessandria 1 - Renate 0 [Curva Nord] CorriereAldi Jimmy Barco

 

 

Due parole su Alessandria-Renate giocata sabato sera al Mocca e finita con una vittoria mandrogna di misura: il risultato ha arriso ai Grigi ma, al contrario di quanto sostenuto nel dopopartita da mister Foschi, ritengo che, come spesso succede, abbia vinto il migliore.
Potevamo fare più e meglio? Sicuramente, ma è da un pezzo che, per un motivo buono o per minchiate tutte nostre, non sempre succedeva.
Nonostante le informazioni che ci hanno stressato le palle per sei giorni poi Pillon ha messo in campo lo stesso modulo e gli stessi uomini di Braglia. Quindi delle due l’una: se Braglia è rimbambito vuol dire che Pillon ci va a ruota oppure entrambi, magari seguendo analisi e percorsi diversi, sono arrivati alle stesse conclusioni. La frenesia vista prima di sbloccare la partita da parte dell’Alessandria sabato sera è stata la stessa vista tante altre volte al Mocca; il terrore poi di essere rimontati dipinto sui volti dei nostri giocatori tale e quale in molti match giocati da gennaio ad oggi.

Per non parlare di quanto detto dal neo mister a fine partita: sostanzialmente gli stessi concetti di Braglia e persino alcuni vocaboli identici usati dal predecessore e la cosa non ritengo sia negativa.

Di nuovo c’è stata, stavolta, la dichiarazione di Di Masi che richiama il Livorno, in Grigi nella bufera: sì alla delusione, no alla contestazione violenta. Immediata presa di posizione della società CorriereAlvista della scontro contro la Cremonese di sabato prossimo, ad attenersi ad un’etica sportiva che non lasci spazio a dubbi di sorta.

Di Masi, nell’occasione, mi è sembrato un po’ troppo romantico: comunque, mentre parlava, in sala stampa c’erano decine di zucche che assentivano. Poi i legittimi proprietari ( delle zucche, naturalmente) hanno atteso pazientemente cosa ne pensasse il CDA (quello vero o quello che vorrebbe esserlo …) dell’Alessandria Calcio e FB ha così sentenziato: tutte minchiate. A quel punto i legittimi proprietari delle zucche di cui sopra hanno preso una posizione definitiva (sempre su FB, naturalmente): indovinate un po’? “Tutte minchiate” anche per loro, benché solo 12 ore prima avessero chiosato le parole del Presidente con sentiti applausi (della serie: meglio legare l’asino dove vuole il padrone, chicchessia).

Potenza dei social e del pensiero unico! Certo, è davvero curioso: prima Di Masi qualunque cosa dicesse e facesse era “uno di noi“, adesso qualunque cosa dica o faccia sembra diventato Cimabue, quello che fa una cosa e ne sbaglia due. Vannucchi, mannaggia a te!

I Grigi e il convitato di pietra Di Masi CorriereAlAltra novità di sabato sera, ma qui non c’entra né il gioco del calcio né la prestazione dei Grigi, è il boicottaggio della Nord da parte di buona parte del tifo organizzato, rimasto nei dintorni dello stadio a vivere “diversamente“ la partita contro le Pantere. Che dire. Un radicale un po’ antico come il sottoscritto non può che sostenere convintamente che ognuno è padrone di fare il tifo come gli pare. Qui temo però si tratti non di una forma di protesta ricevibile come legittime richieste di appassionati bensì di un problema “ cultural-sociologico-economico- politico- sportivo-esistenziale-etico-storico”.

Per me, sempliciotto al quale piace il calcio e ritiene che certe istanze vadano valutate nelle sedi competenti, la cosa sta diventando troppo complessa e non voglio entrarci. Mi limito a ricordare invece (qualcuno sembrerebbe convinto del contrario ma alle lunghe dovrà ricredersi) che il padrone del calcio ad Alessandria è Di Masi il quale, legittimamente, lo fa come vuole, avvalendosi di chi meglio crede, continuerà a farlo fino a quando non si stufa e non pare intenzionato a delegare i propri poteri ad altri. E, più prosaicamente, Di Masi può permettersi di gestire un’Alessandria che porta 2500 spettatori al Mocca anziché 3500. E dico ciò non come sfida ma con la morte nel cuore, dato che ho vissuto un ventennio da spettatore sugli spalti dove eravamo spesso più del doppio del massimo del record di presenze fatto registrare in questa stagione.

Il problema è che oggi, per chi non lo avesse ancora capito, quello era un calcio che agli odierni padroni dello sport non interessa più: me l’ha confessato la Dea Eupalla. O ce ne facciamo uno nostro (di calcio) o ci dobbiamo accontentare di quanto passa il convento. Considerando poi certi presidenti del passato questo mi pare un convento di lusso. Quando si dice “cadere in piedi“ ….