“Piatto Porco” e i valori dell’Arci

Piatto PorcoGentili signore e signori,
ho appreso dai mezzi di informazione che Domenica 23 Aprile, presso il Circolo A.R.C.I. Paolo Rossi di San Giuliano Nuovo, frazione di Alessandria, si svolgerà l’evento gastronomico “Piatto Porco” con porceddu sardo allo spiedo, grigliata mista e patatine fritte. Un maiale sorridente che brinda felice alla sua morte sullo spiedo ci invita a partecipare. Lo squallore di una simile locandina non ha eguali.
Nella desolante indifferenza della sofferenza animale, il maiale diviene cibo e oggetto su cui sfogare le bizzarrie festaiole in un circolo A.R.C.I. in cui, più che tagliare a fette il maiale, si taglia a fette l’arretratezza culturale.
E’ scritto sullo Statuto nazionale dell’ARCI, Art. 3 “Sono campi prioritari di iniziativa dell’associazione:….. aa) l’impegno per la difesa della dignità degli animali, contro ogni forma di violenza esercitata nei loro confronti, dal fenomeno dell’abbandono alle pratiche della vivisezione e dei combattimenti, e per l’attuazione di attività di ricovero e iniziative per l’affidamento e l’adozione;” http://www.arci.it/chi-siamo/statuto/
L’A.R.C.I. si guarda bene dal prendere le distanze da allevamento, macello, caccia e pesca. Mi chiedo che cosa ci sia di dignitoso nell’uccisione e nella macellazione di animali per fare una festa e, considerata la condanna della violenza da parte dell’A.R.C.I., mi chiedo se il circolo A.R.C.I. in questione si renda conto della violenza esercitata su un animale destinato ad allevamento, macellazione, caccia, pesca per diventare cibo. Allevare, cacciare, pescare, macellare e mangiare animali è legale ma non tutto ciò che è legale è moralmente accettabile: l’A.R.C.I. lo sa bene, proprio in virtù delle battaglie che conduce, e proprio per questo mi aspetto da un circolo A.R.C.I. un messaggio diverso, una scelta che lasci fuori il cibo animale.
Credo che la solidarietà, valore caro all’A.R.C.I., non sia a senso unico, quindi bisogna iniziare a guardarsi intorno, aprendosi a una visione più ampia della vita animale. Se l’A.R.C.I. lotta per i diritti con forza e determinazione, rivendica libertà e rispetto, combatte logiche distruttive e di potere, mi chiedo come sia possibile che per l’A.R.C.I. le scelte alimentari non abbiano ancora assunto il peso che dovrebbero avere proprio in funzione delle argomentazioni e dei principi su cui l’A.R.C.I. è fondata. Il cibo non è solo cibo. Il gusto personale non giustifica il diritto di disporre di esseri senzienti come una risorsa a uso e consumo degli esseri umani perché il diritto alla libertà non è una prerogativa esclusiva dell’essere umano. Non può esserci libertà dove esiste prevaricazione e scegliere come nutrirsi è la scelta più semplice che può diventare la più rivoluzionaria.
Un maiale non è diverso da un cane o da un gatto: la differenza è solo nello sguardo di chi lo osserva. I maiali sono capaci di una vita di gruppo, comunicando tra loro tramite grugniti, proprio come fanno i cani, abbaiando e giocando; sono capaci di provare dolore, paura, angoscia ma ogni anno nel mondo ne uccidiamo miliardi: sono numeri inconcepibili, e ciò che più sconvolge è l’agonia patita da quelle vittime negli allevamenti e nei macelli.
E’ sorprendente che ai giorni nostri, nonostante l’informazione, la sensibilizzazione e la nuova coscienza di rispetto verso gli animali, vi siano ancora luoghi dove certi eventi che si basano sulla crudeltà di una pietanza derivata da uccisioni di animali siano pubblicizzati come una festa. Forse è ancora lontana una presa di coscienza che rispetti la vita animale in ogni sua forma, ma qualcosa sta cambiando.
La crescente informazione sulle condizioni degli allevamenti, sulla sofferenza che comporta il viaggio verso i mattatoi e sulla macellazione fa riflettere sempre più persone sulla pratica di mangiare animali. Si va sempre di più verso una scelta etica, salutistica, ecologica, sociale, economica dalla parte opposta rispetto a quella a cui indirizza il Circolo A.R.C.I. http://www.saicosamangi.info/ Uno dei tanti studi sul futuro dell’alimentazione umana ci fa capire che la strada da prendere è un’altra http://www.movimentoantispecista.org/dossier-alimentazione-umana-il-futuro-della e mi auguro che anche l’A.R.C.I. la prenda al più presto impegnandosi concretamente a realizzare i princìpi su cui è basato il suo statuto.
Sono una ex tesserata A.R.C.I. e ho lasciato l’associazione proprio dopo avere constatato che non c’era coerenza tra princìpi e azioni.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona