E’ tutto sbagliato, è tutto da rifare… o no?

pillon-1di Jimmy Barco

 
L’Alessandria Calcio, a tre turni dalla fine della regular season, cambia allenatore: esonerato Piero Braglia arriva Bepi Pillon. Cambio questo che avevo preconizzato venerdi scorso su queste colonne e che è arrivato sabato. E ci tengo a ribadire che non conosco “intimamente” la situazione dei rapporti intrecciati fra squadra, società, direzione sportiva, staff e allenatore per cui, nello scrivere circa questa opzione la settimana scorsa, ho seguito un semplice ragionamento che nel calcio italiano (e non solo) è abbastanza diffuso.

Tanto per cominciare era l’ultimo momento sensato per un cambio di guida tecnica; secondo, perché “serve una scossa”; terzo, “perché a questo punto della stagione non si possono cambiare undici giocatori ma l’allenatore si”; quarto, “perché si doveva far pur qualcosa per salvare una stagione come questa …“ (ho virgolettato ovvietà e frasi fatte).

Che la mossa sia utile, almeno dal punto di vista della tranquillità morale Grigi nella bufera: sì alla delusione, no alla contestazione violenta.  Immediata presa di posizione della società CorriereAle mentale dei giocatori e magari pure della cabala, lo vedremo. Una cosa è certa: nessuno fra tifosi, sportivi e, soprattutto, giornalisti potrà dire con cognizione di causa: “da tempo dico di cambiare l’allenatore“ oppure “hanno aspettato fin troppo“ per finire con “sarà tutto inutile “. Ma nessuno potrà sostenere queste considerazioni allo scopo di fare quelli che ne sanno più degli altri per un motivo banale: perché, per dare certi imput con un minimo di razionalità, bisogna conoscere perfettamente la realtà oggettiva della squadra. Cosa sconosciuta ai più. Situazione invece che dovrebbe essere all’orecchio solo di Di Masi, del DS e del Team Manager.

Così tutti quelli che hanno sproloquiato in passato in realtà conoscono solo qualche aspetto dei problemi e, spesso, sono condizionati da certe “gole profonde“ interessate (a volte addirittura ispirati da FB, peggio ancora).

Infatti, a cose viste, se qualcuno poteva essere messo in discussione da un mesetto a questa parte tra il personale tecnico mandrogno, ci sarebbe, in primis, il preparatore dei portieri ma, a oggi, nessuno si è sognato di farlo. Non so se la cosa su citata non abbia destato l’attenzione di qualcuno per specifiche conoscenze o per bieche ragioni di opportunità ma trovo abbastanza curioso che la cosa non sia emersa neppure fra i bartaliani del “è tutto sbagliato, è tutto da rifare “.

Dei Grigi, di Vannucchi, di Braglia, di sport, di futuro, di storia, di Eupalla e di altre cose meravigliose CorriereAl 1Ciò detto farei l’ipocrita se pensassi che il nostro giovane portiere ha fatto faville per sette mesi perché ottimo interprete del ruolo e quando invece sbaglia tre partite la colpa sia del suo preparatore. Ma se questo ragionamento dovesse funzionare per Vannucchi perché, allo stesso modo, non dovrebbe funzionare per la gestione complessiva del gruppo? In realtà siamo un po’ tutti condizionati dal risultato e spesso è da lì che si parte per dare valutazioni sulla qualità del lavoro dei giocatori e del settore tecnico.

Mi spiego meglio: probabilmente senza gli errori del nostro giovane portiere avremmo già oggi un piedone pesantemente appoggiato in cadetteria e, nella fattispecie, la valutazione dell’opera di mister, ds e giocatori assumerebbe una colorazione tutta diversa rispetto al grigio attuale. Ma credo che buttare oggi la croce addosso a Vannucchi sia crudele e sbagliato perché significa dimenticare le volte che il ragazzo pratese del ’95 ci ha “tenuto in partita“ grazie ai suoi interventi, contribuendo così a consolidare i momenti felici dell’Alessandria. Comunque sia il tempo degli alibi per certi giocatori è finito; è arrivato un allenatore che Magalini conosce bene e, penso, sia pure arrivato il tempo in cui ognuno faccia il suo mestiere fino in fondo senza invadere spazi altrui, tanto per cominciare …