Gli annunciatori [Il Superstite 322]

Arona Danilo nuovadi Danilo Arona

 

 

Uno degli elementi importanti della mia ultima narrativa (Land’s End e Morgan e il Buio) è quello degli Annunciatori. Che vengono da lontano, in primis dal celeberrimo Dracula di Bram Stoker e in seconda battuta molto più recente dal Libro di Renfield, opera uscita in Italia nel 2011, notevole operazione metaletteraria di un critico di massimo valore che si chiama Tim Lucas.

Per una veloce rinfrescata delle memorie, ricordiamo che il cinquantanovenne R.M. Renfield è un paziente detenuto in manicomio dal dottor Seward che annuncia, tra deliranti monologhi e tentativi di fuga, l’arrivo del Male a Londra nonché il proprio, morboso desiderio di divenire un vampiro alla stregua del suo signore. Di complesso spessore narrativo tutto da approfondire al punto tale che, come scrive Alessandro Defilippi nella nota finale al libro (1), il suo nome è divenuto paradigmatico a più livelli.

Ad esempio, lo psichiatra Richard Noll ha battezzato con quel nome una singolare sindrome di tipo psicotico caratterizzata dal bisogno dell’assunzione orale di sangue, Una sindrome che insorgerebbe in epoca infantile e presenterebbe una carattere evolutivo con tre distinti stadi:

1) Lesioni autoinferte; il soggetto si provoca volontariamente delle ferite al fine di succhiare il proprio sangue;
2) zoofagia: assunzione di sangue animale;
3) desiderio di bere sangue umano eterologo: può condurre ad atti di violenza, sino all’omicidio.

La sindrome di Renfield sarebbe di frequente associata ad aspetti di Gli annunciatori [Il Superstite 322] CorriereAlsessualità deviata. Ma questo non è che uno degli aspetti al quale associare il nome. Ne esiste un altro, quanto mai interessante sotto il profilo antropologico, che così efficacemente riassume Leonard Wolf (docente di letteratura all’Università di San Francisco) nel suo famoso The Annotated Dracula:
“Con il suo brusco annuncio, Il Maestro è vicino, Renfield assume il ruolo di un anti-Giovanni Battista che annuncia la nascita di un anti-Cristo”.

Esatto, Renfield è l’Annunciatore, una sorta di ufficio stampa del Male. E in questa straordinaria intuizione stokeriana si coglie una sconcertante, a dir poco, analogia con i nostri, tempi.

Tra Renfield e Dracula (il caos che dilaga nel cuore del vecchio continente), sembra mettersi in moto una risonanza, un’empatia vibrazionale che ingigantisce man mano s’insinua l’oscuro nemico nel cuore della capitale. Una percezione telepatica da paragonarsi a quella dell’animale che presagisce l’imminenza del terremoto. E mi chiedevo, perché è un genere di argomento che trovo quanto mai affascinante, se la vera Sindrome di Renfield non sia più quella di coloro che si dimostrano in grado di “risuonare”, ovvero, di dare l’allarme e seminare il panico, in concomitanza di qualcosa di sinistro che sta per succedere (citando Ray Bradbury), o di “qualcuno che sta per arrivare”. I Renfield di turno, magari inconsapevolmente collegati a modificazioni energetiche dell’Infosfera, che vibrano all’unisono con eventi al di là dell’accadere (ma molto vicini in termini temporali…) e che per questo dicono, o fanno, cose strampalate. Modelli realmente esistenti o personaggi che hanno esclusivamente affollato la narrativa dei Lovecraft, degli Stoker e, buona ultima, quella di Tim Lucas?

La realtà di oggi andrebbe letta e interpretata più con occhi dei poeti che con quelli dei cronisti. Più con la fantasia lanciata a briglia sciolta, peraltro controllata da un pensiero vigile e solido, che non con le armi a volte spuntate del giornalismo. La stirpe degli Annunciatori esiste e non da oggi. Senza allontanarsi troppo dal significato messo in scena da Stoker e dal prolungamento di Lucas, esistono i consapevoli – i Complici – e gli inconsapevoli, messaggeri spesso da interpretare dei possibili cambiamenti al peggio. Sui primi lasciamo la parola allo stesso Tim Lucas che così ce li descrive: “… Renfield vive ancora, nelle legioni di fanatici religiosi e politici che credono di poter sopravvivere all’Apocalisse aiutandola a manifestarsi e rimanendo quanto più vicino possibile all’epicentro, solo per scoprire che proprio loro saranno i primi a soccombere alla sua furia”.

Sui secondi le ricerche sono ancora in divenire, ma personalmente non riteniamo così fantascientifico e improbabile il seguente passo di Lovecraft tratto da Il richiamo di Chtulhu: “…C’era la notizia di un caso di suicidio verificatosi a Londra: un uomo, nel cuore della notte, s’era gettato dalla finestra dopo avere urlato: ‘Attenti, l’inferno si avvicina’. C’era una Lettera al Direttore pubblicata da un giornale sudafricano in cui lo scrivente annunciava di essere certo, in seguito a visioni avute, che un futuro spaventoso si preparava per il mondo. Dalla California giungeva notizia che un certo numero di braccianti agricoli, improvvisamente organizzatisi in setta teosofica, s’erano ritirati su una collina, tutti vestiti di bianco, in attesa di un grandioso avvenimento.
In India c’erano state rivolte di indigeni al grido di un nome che nessuno aveva compreso e che gli stessi rivoltosi arrestati avevano poi dichiarato di non ricordare più. A Haiti c’era stato il suicidio collettivo di otto persone, e una quantità di stregoni, in regioni diverse dell’Africa, erano stati arrestati sotto l’imputazione di spaventosi delitti. A New York tre poliziotti erano stati aggrediti e uccisi da un gruppo di filippini presi simultaneamente da amok. Un pittore irlandese, d’altra parte, aveva presentato al Salon de Printemps di Parigi un ‘Paesaggio di Sogno’ che aveva lasciato piuttosto freddi i parigini, ma che aveva messo a rumore tutta l’Irlanda occidentale per la sua manifesta e pazzesca empietà”.

Il mondo di oggi si regole su regole ignote e inquietanti; rubo la frase ad Alessandro Defilippi. Tra queste non escludo che esistano “uomini-Renfield” ed “eventi-Renfield” in grado di “risuonare” in prossimità di quel Something Wicked con cui conviviamo da troppo tempo. Personalmente quasi tutti i giorni sui quotidiani e nella cronaca, anche spicciola, ne trovo parecchi. A breve ve ne fornirò una piccola e opinabile lista.

 
(1) Alessandro Defilippi, La follia e il corpo: le maschere di Renfield, in Il libro di Renfield – La vera storia del discepolo di Dracula, Gargoyle Books, Roma, 2011.