Bossi non c’è, la politica alessandrina sì [Controvento]

Bossi non c'è, la politica alessandrina sì [Controvento] CorriereAldi Ettore Grassano

 
Alla fine Bossi non è arrivato. Che sia per indisposizione, o perchè all’interno della Lega qualcuno lo ha richiamato all’ordine, e allo spirito di squadra, il risultato è lo stesso: venerdì sera al convegno sul Federalismo organizzato da Fabrizio Priano (Libera Mente) il senatur non si presenta. A sostituirlo sul palco c’è Roberto Bernardelli, imprenditore lombardo e leghista della prima ora, con un percorso politico ‘movimentato’, tutt’ora molto vicino a Bossi.  Bernardelli qualche stoccata all’attuale leadership leghista non la nega (“uscire dall’Europa oggi sarebbe una follia, l’Italia diventerebbe nord Africa, e finirebbe comprata in saldo da fondi di investimento stranieri”), ma soprattutto si concentra, come gli altri relatori, sulla tematica tecnica del Federalismo.

Sul palco c’è anche Federico Fornaro, senatore alessandrino tra i fondatori di Mdp, Bossi non c'è, la politica alessandrina sì [Controvento] CorriereAl 1impegnato in un ‘tour de force’ piemontese per ‘rafforzare le truppe’, che da più parti sono date in forte ascesa. Fornaro sciorina numeri, dati, analisi con la consueta competenza, e proprio in questi giorni ha dato alle stampe il suo nuovo libro, “Elettori ed eletti”, di cui torneremo a parlare presto. Poi ci sono Giovanni Negri (già segretario del Partito Radicale ai tempi di Pannella, produce vino nelle Langhe, “ma faccio la spola con Roma”: segno che il virus della politica non l’ha abbandonato), e Roberto Rosso, che fu parlamentare e segretario regionale di Forza Italia, e oggi è consigliere comunale a Torino, e coordinatore regionale del nuovo partito di Raffaele Fitto (Direzione Italia), di cui Fabrizio Priano è referente per la provincia di Alessandria.

Tutti più o meno concordi, i relatori: gli enti locali soffrono perchè lo Stato centrale ha tolto loro risorse, oltre ogni limite consentito. E’ la logica della coperta corta, del resto, per cui le periferie pagano il conto salatissimo, come tante volte abbiamo scritto. Ma è storia vecchia. Non è che Roma, ai tempi dell’impero, con le province si comportasse in modo tanto diverso: “se se ne avanza”, dicevano i nostri vecchi. E oggi lo scenario è tale da far temere che la festa sia finita davvero.  Ma mentre la disamina dell’esistente trova quasi tutti d’accordo, è la soluzione per il futuro del Paese ad apparire nebulosa. “Ormai diciamo tutti le stesse cose – sorride un partecipante alla serata -: ma la via d’uscita qual è? Solo un si salvi chi può individuale?”. Bella domanda, no? Se qualcuno ha la risposta risolutiva si faccia avanti.

Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAlNel mentre Alessandria fa politica, o almeno ci prova. In sala, ad ‘orecchiare’ distrattamente gli interventi, ma soprattutto a tessere rapporti e a sondare umori, ci sono non pochi protagonisti delle cronache di questi mesi di campagna elettorale ‘lunga’. Felice Borgoglio ad esempio, iper attivo e sempre più determinato a ‘fare il colpaccio’. La candidata del Quarto Polo, Oria Trifoglio, sta completando il confronto con i ‘corpi intermedi’: associazioni professionali, sindacati, rappresentanze di categoria. “Siamo solo all’inizio, ne vedremo delle belle”, preannuncia l’ex sindaco: e viene spontaneo pensare all’affaire teleriscaldamento, che si sta cercando di presentare come grande opportunità per la città e per il gruppo Amag, ma su cui le perplessità non mancano davvero. “Ma lavoriamo anche a proposte concrete per lo sviluppo del territorio”, preannuncia Borgoglio.

Per il resto, in sala c’è tanto centro destra ‘ribelle’: ossia coloro che ad oggi non Locci Emanuelehanno ancora dato il loro sostegno alla candidatura di Gianfranco Cuttica di Revigliasco (anche se qualche ‘apertura’ si percepisce: “uniti si vincerebbe, speriamo lo capiscano tutti in tempo”): Emanuele Locci segue con attenzione il dibattito, alla fine stringe mani e saluta tutti, ma ancora attende ad ufficializzare la propria candidatura, anche se si è dichiarato disponibile a partecipare alle primarie indette da Priano. Già, ma con quali altri candidati ‘veri’, se il centro destra ha già fatto scelte diverse, e con l’adesione importante di Gianni Barosini si appresta ora ad entrare nel vivo della campagna elettorale?

In ordine sparso, ci sono anche Marco Botta e Alessandro Bego (referenti piemontesi del nuovo partito sovranista di Alemanno e Storace), Pier Luigi Arnera (già sindaco leghista di Sezzadio: elegantissimo e con fazzoletto verde nel taschino della giacca), Carmine Passalacqua e Alfredo Di Meo, il presidente della Camera di Commercio Gian Paolo Coscia, il vice presidente della Fondazione CrAl Antonio Maconi, e Tino Rossi, già fondatore della Lega ad Alessandria, poi ‘di passaggio’ in Forza Italia, oggi bossiano convinto.

Il focus ‘di corridoio’ è tutto sulla prossima sfida elettorale alessandrina, con ipotesi, previsioni, percentuali in libertà e commenti su sondaggi realizzati non si capisce mai bene da chi, e con quale affidabilità. Sarà così fino al giorno delle urne, quando toccherà agli alessandrini farci sapere direttamente come la pensano.

Miraglia: “Mi candido sindaco, per riportare in città lavoro e sicurezza. Con me tanti giovani, e l’Alessandria che crede nel futuro”. Possibili alleanze all'orizzonte? CorriereAl 1Una rapida ‘comparsata’ la fa anche il candidato sindaco Cesare Miraglia: “Ascoltare Federico Fornaro è sempre un piacere: ma ora scappo, i miei ragazzi mi aspettano, siamo in piena campagna elettorale, fra la gente”. Lo si vede chiacchierare con Felice Borgoglio, che all’ex leader dei Moderati e a Gianni Ivaldi non vorrebbe proprio rinunciare. Ma Miraglia sorride: “Vado sereno per la mia strada: il giorno dopo le elezioni vedremo chi avrà avuto ragione”.