Occhi sul male assoluto [Il Superstite 319]

Arona Danilo nuovadi Danilo Arona

 
Un noto avvocato della nostra città anni fa assunse la difesa di una ragazza che appena adolescente si era macchiata di un delitto abnorme avvenuto in una cittadina a pochi chilometri. Ovviamente la frequentò, ci parlò, tentò di capirne, svolgendo con grandissima professionalità il suo mestiere.

In tempi più recenti l’avvocato ha confessato, non in via ufficiale, che durante il periodo preprocessuale non riusciva a reggere lo sguardo, soprattutto gli occhi, della sua cliente. Erano occhi spaventosi, porte su altri mondi, pupille maligne di fronte alle quali si era costretti a guardare altrove.

Dalle pagine del suo blog lo ha confermato anche il giornalista Pino Scaccia. Così: «Ho guardato quegli occhi con molta attenzione. Mi è sembrato di vedere il male, come se fossi faccia a faccia con il diavolo. Ho avuto un brivido di paura. E avevo davanti solo una ragazzina».

Viene in mente, non potrebbe essere altrimenti, il Male cinematografico, e Occhi sul male assoluto [Il Superstite 319] CorriereAlall’apparenza fittizio, rievocato dal dottor Loomis in Halloween di John Carpenter.

Così declamava con enfasi il grande Donald Pleasence a proposito di Michael Myers: «L’ho incontrato quindici anni fa, era come svuotato; non capiva, non aveva coscienza, non sentiva, anche nel senso più rudimentale, né gioia, né dolore, né male, né bene, né caldo, né freddo. Spaventoso. Un ragazzo di sei anni con una faccia atona, bianca, completamente spenta; e gli occhi neri… gli occhi del Diavolo. Per otto anni ho tentato di riportarlo a noi, ma poi per altri sette l’ho tenuto chiuso, nascosto, perché mi sono reso conto con orrore che dietro quegli occhi viveva e cresceva il Male.»

Ma Carpenter lo scrisse sotto la spinta di una sua autentica esperienza qui rievocata durante un’intervista rilasciata nel 1999 a Giulia D’Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto :«Il Male, è chiaro. Credo che per quel che riguarda la mia opera, tutto ciò abbia radici in un evento che mi successe al college, quando ero all’Università del Kentucky, nella città in cui sono nato. Stavo seguendo un corso di psicologia, soltanto perché mi serviva per entrare all’USC, ed eravamo andati a visitare un istituto per malati di mente a Hopskinville, lì vicino. C’era un bambino di 10- 12 anni… la sua faccia non era umana. I suoi occhi bruciavano, avrebbe voluto uccidermi, avrebbe voluto uccidere chiunque. Era letteralmente un volto da… non ho mai più visto nulla di simile. Sicuramente ho proiettato su quel volto delle cose che avevo dentro di me. Ma era assolutamente terrificante. Non lo lasciavano avvicinare perché si trovava al di là della violenza, aveva ucciso parecchie persone. Non riesco a descriverlo, la mia è stata una reazione emotiva. Ma l’ho guardato in faccia. Quale fosse la causa di un simile stato non lo so. Non so quale trsite occorrenza genetica lo avesse colpito. Di certo è qualcosa che ha ossessionato i miei sogni. Quando ci ripenso, vedo la mia reazione di fronte a un essere umano che ha perduto la sua umanità. Perché davvero non aveva più nulla d’umano. Non mi guardava come un oggetto, ma voleva distruggermi. E quegli occhi… erano gli occhi del diavolo.»

Potrei andare avanti con molti altri esempi, del tutto analoghi. Uno fra tanti mi venne svelato una sera dall’amico Marco Pepè di Genova, per anni operatore magico più volte alla ribalta, anche per i suoi libri (ultimo in ordine di tempo, Genova magica) e per l’organizzazione del magnifico Ghost Tour.
Marco mi disse: «Gli autentici posseduti li riconosco dagli occhi. Chi non è avvezzo alla frequentazione di certe patologie non può tollerarne lo sguardo che per pochi secondi. Dentro hanno il diavolo. O meglio, un diavolo.»

Per un agnostico, forse ateo, quale io ritengo di essere, la faccenda non dovrebbe essere facilmente ricevibile. Ma le cose in effetti stanno così: si può concepire, pur essendo e restando atei, l’azione di un demone errante che, approfittando del fatto di trovare a sua disposizione un guscio vuoto, ti entra dentro per spingerti a commettere atti al di là della comprensione? Atti che in sé rappresentano il Male Assoluto (citando il titolo di un fondamentale saggio di Pietro Citati)?

Bisognerebbe interrogarsi su cosa intendiamo – da atei – per “demone vagante”. Potrebbe aiutarci Carlos Castaneda con la teoria dei “Los Voladores”, entità oscure parassite che, cito alla lettera, stanno posizionate sullo sfondo del campo energetico umano e per questo difficilmente individuabili, cibandosi della lucentezza della consapevolezza di ogni individuo, riducendone sempre di più la patina luminosa. Le “cose oscure” sarebbero particolari esseri inorganici, coscienti e molto evoluti e poiché si muovono saltellando o volando come spaventose ombre vampire sono stati battezzati da Castaneda “coloro che volano” (appunto, Los Voladores).

Potrebbero servire anche gli spiriti vaganti menzionati più volte da quell’imbarazzante mattacchione di Emmanuel Milingo al quale però, nonostante la cacciata dalla Chiesa Cattolica, non si può negare di avere scritto pagine interessanti in fatto di teologia diabolica.

All’agnostico però tutto ciò potrebbe non bastare. Ma un dato di fatto resta che l’avvocato di cui sopra agnostico lo sia sul serio, eppure in grado di riconoscere un male alieno – e invasore – dalla potenza visiva sconvolgente.

Non ne usciamo se non siamo disposti a riconoscere che il Male – lo scrivo maiuscolo, New England Style – è una potente e maligna corrente energetica con il potere di autoalimentarsi all’interno di una planetaria cupola in grado di contenerlo che qualcuno ha battezzato Tanatosfera. Gli orrori consumati sulla Terra, non saprei definirli in altro modo, sono un cibo quotidiano per questo invisibile tumore che, come un mostro dell’Id, è in grado di “possedere” anime e corpi inconsapevolmente a disposizione.

Anni fa, alla fine di una preziosa intervista rilasciata all’amico Fabio Novel a proposito de L’estate di Montebuio (che è un tentativo letterario di “fissare” la sostanza del Male), così rispondevo alla domandona “Che cosa è il Male secondo te?”:

«Il Male è una vibrazione energetica che può diventare assordante e insopportabile. Ti farò una confidenza: mia moglie possiede quell’orecchio di cui io non dispongo (dovrei dire, per fortuna) e sta proprio male quando “la sente”. Le gira la testa, le viene la nausea, nell’orecchio sente il buuuuzzzz o l’hum a seconda delle circostanze. È una vibrazione, un campo energetico, qualcuno lo chiama “morfogenetico”, e quando la vibrazione è negativa, non fa affatto bene. Può provenire da persone, luoghi, da case, da strade, da sostanze. È in espansione perché le vibrazioni di quel tipo sono in aumento.»

Oggi potrei affinare ulteriormente una risposta del genere. Così: molte persone come mia moglie sono in grado di captare e identificare quegli occhi di cui sopra. Un noto, vecchio proverbio recitava che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Purtroppo possono diventare pure lo specchio della sua assenza.