Ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra? [Psicologia in pillole]

sara-poggiodi Sara Poggio

 

 
In un periodo di fermento pre-elettorale non può che tornarmi in mente il fantastico brano di Gaber che snocciola, tra il serio e il faceto, tutti gli stereotipi che caratterizzano da sempre i due orientamenti politici.


Se già era complicato districarsi tra le proposte e i candidati di due fazioni, oggi ci troviamo di fronte a panorami molto più variegati e complessi, dove le nostre emozioni e aspettative giocano un ruolo cruciale nella scelta di voto.

La psicologia sociale, la psicologia politica e le neuroscienze stanno iniziando a dare un contributo interessante alla riflessione sulle tendenze politiche, non solo nell’ottica strumentale della propaganda, ma soprattutto per comprendere e spiegare alcuni fenomeni come l’estremismo nazionalista o la crisi delle sinistre. Mentre non sappiamo ancora se effettivamente “il gatto è di destra, il cane di sinistra”, gli studi sia a livello italiano che internazionale sembrano dimostrare che gli elettori di sinistra presentino verso la politica emozioni più intense, sia piacevoli che spiacevoli: più rabbia e disgusto, ma anche più speranze e passione. Una possibile interpretazione di questo dato è che l’elettore di sinistra sia, in generale, più interessato alla politica della media dell’elettorato, che ha tendenzialmente un atteggiamento di disaffezione, ostilità, disgusto e avversione. Ad orientarci verso destra sembrano invece essere la paura e il disgusto.

Alcuni studi americani dimostrano come le persone più conservatrici Ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra? [Psicologia in pillole] CorriereAlabbiano un’amigdala (parte del cervello associata alle emozioni, soprattutto alla paura) più grande rispetto ai democratici e che tutte le persone tendano a dare risposte maggiormente conservatrici quando si trovano in situazioni in cui provano disgusto. In modo sorprendente, è emerso che bastava riempire una stanza di cattivo odore perché i presenti spostassero le loro opinioni verso destra.

È ancora complicato determinare quali siano le emozioni che ci aiutano a interessarci e a scegliere con lucidità ed efficacia la proposta politica che più rispecchia le nostre esigenze.

D’altro canto, Aristotele e Platone sostenevano che le emozioni fossero una forza che minava la ragione e che andassero rimosse dalla formazione del giudizio politico.
Siccome le emozioni sono tra le principali fonti di informazione che abbiamo su di noi e sul mondo, è impensabile che vengano tagliate fuori da un’area tanto importante come la res publica. Esaminando lo stato emotivo degli elettori nei confronti del partito di appartenenza è emerso che coloro che sono più ansiosi danno più importanza alla politica del partito, mentre quelli che sono più soddisfatti conferiscono un peso maggiore alle caratteristiche fisiche e di personalità del candidato.

E voi, come state all’idea di dover scegliere tra ben 4 poli per il futuro di Alessandria?

Se avete curiosità o domande a cui vorreste risposta potete scrivermi a
poggio_sara@libero.it e i vostri quesiti saranno i protagonisti di “Psicologia in pillole”!

 
Per approfondimenti sull’argomento:
http://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2015/01/12/cervelli-politici
http://www.stateofmind.it/2017/02/psicologia-politica-emozioni-elettori/

 
Dr.ssa Sara Poggio – Psicologa
Psicoterapeuta Cognitiva

In Forma Mentis-Studio di Psicologia e Chinesiologia – Acqui Terme

poggio_sara@libero.it