Ottria: “Non siamo la Terra dei Fuochi, ma per bonificare l’alessandrino servono risorse, e consapevolezza”. E sul fronte trasporti…

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Ottria (PD): “il Partito Democratico torni ai ‘fondamentali’ della sinistra. Sulla sanità alessandrina ancora troppe incertezze: di chi è la responsabilità?” CorriereAl 1“Non siamo la Terra dei Fuochi, ma poco ci manca. La mappa del nostro territorio provinciale, se ‘letta’ con la lente dell’emergenza ambientale, presenta una casistica davvero impressionante, dal dramma dell’amianto a Casale Monferrato all’Ecolibarna di Serravalle Scrivia, passando naturalmente per la Val Bormida e la Fraschetta”. Ad elencare le ‘punte di diamante’ di un territorio davvero sottoposto a ‘stress di inquinamento’ da record è Walter Ottria, consigliere comunale del PD che su alcune di queste criticità (a partire dalla vicenda ‘in itinere’ della discarica di Sezzadio) sta cercando di far sentire a Torino la voce dei territori, in piena sintonia con i sindaci (“che spesso sono fin troppo tiepidi, e lasciano ai comitati di cittadini il compito di alzare la voce”). Proviamo allora (dopo aver già discusso con Ottria di sanità) a capire cosa ci attende in questo 2017, e negli anni a venire. Con uno sguardo anche alle problematiche di tipo idrogeologico, e alla questione del trasporto pubblico.

 

 

Consigliere Ottria, i No Tav imputano a lei e ad altri esponenti del PD un Anac chiede commissariamento di Cociv. Il commissario Terzo Valico: "Soddisfatti, attendiamo con fiducia" CorriereAlatteggiamento ‘ondivago’ sul Terzo Valico: lei come la pensa davvero?
(ride, ndr) Sfido chiunque a dimostrare che io abbia mai fatto dichiarazioni Sì Tav. Detto questo, non sono neppure contrario a priori alle grandi opere, per partito preso. Se nel secolo scorso non si fossero aperte le prime gallerie nell’Appennino, saremmo ancora isolati rispetto alla Liguria. Certo, modi, tempi e sicurezza sul fronte Terzo Valico lasciano più che perplessi.

Eppure all’interno del suo partito c’è chi ancora sostiene ‘avanti tutta’, e parla di fine dell’opera nel 2021: intanto le cave alessandrine possono, anzi devono ricominciare a ricevere tutti i materiali di scavo….
Sul rispetto delle scadenze previste la vedo dura, ma chi lo dice conoscerà meglio di me il cronoprogramma. Del resto nelle scorse settimane il presidente Chiamparino si è persino ‘scordato’ di avvisare sia me che il collega Ravetti dell’incontro pubblico in Prefettura ad Alessandria, con il quale si è annunciato il via libera all’utilizzo delle cave di Alessandria, per cui forse qualcosa da rivedere c’è, anche sul fronte della comunicazione. Io dico semplicemente: sì alle opere necessarie, ma solo quando esiste la certezza di sicurezza per la salute della cittadinanza: ci sono queste condizioni per il Terzo Valico? Chi ha le competenze tecniche si pronunci, ma con chiarezza e assumendosene la responsabilità. Poi c’è la riflessione sulla tempistica: un conto era realizzare grandi opere, strategiche e ‘prospettiche’, negli anni Novanta, quando le risorse c’erano, altro è procedere oggi. Quando le risorse sono scarsissime, e i cittadini vedono attorno a sé strade dissestate, strutture pubbliche decadenti, territorio in abbandono idrogeologico, come fai a sostenere che la priorità è il Terzo Valico?

Nuovo episodio di inciviltà all'interno del Parco dello Scrivia CorriereAlSul fronte inquinamento ambientale alla nostra provincia non manca davvero nulla: siamo la Terra dei Fuochi del Piemonte?
Evitiamo allarmismi drammatici, però che in provincia di Alessandria ci siano situazioni di estrema criticità, e disseminate un po’ ovunque, al di là del caso eclatante e stranoto dell’Eternit a Casale e non solo, lo sostengo da anni. Ci sono casi di grave inquinamento, dalla Fraschetta all’Ecolibarna, che necessiterebbero di ingenti investimenti, e di interventi di bonifica e rilancio, con il coinvolgimento dell’Unione Europea. E poi ci sono situazioni in cui si stanno autorizzando operazioni in maniera forse un po’ avventata e disinvolta. Penso alla battaglia che si sta facendo a Sezzadio….

Lì cosa succederà? La grande discarica sarà realizzata, e collocata sia purSezzadio Discarica con tutti gli accorgimenti tecnici del caso sopra una delle falde d’acqua più ricche di tutta la Regione?
L’iter è in corso: ci sono stati innumerevoli passaggi, verifiche, ricorsi ancora pendenti al Tar e al Consiglio di Stato. E’ ferma al momento anche la conferenza dei servizi sulla circonvallazione da 6 milioni di euro che i privati promotori della discarica dovrebbero realizzare a loro spese: il comune di Sezzadio, dopo la recente alluvione di fine 2016, ha segnalato come proprio quell’area sia assolutamente a rischio. Insomma, nessuno nega che da qualche parte certi impianti vadano realizzati, ma è assurdo che li si voglia collocare proprio in aree così delicate, dal punto di vista idrogeologico. Su questo fronte con il collega acqueste Mighetti, dei 5 Stelle, in Regione stiamo facendo tutto il possibile per intervenire, lavorando anche sul fronte normativo legato al Piano di Tutela delle Acque.

Berutti (Forza Italia): "Al fianco dei pendolari penalizzati da collegamenti ferroviari inadeguati". Manifestazione il prossimo 4 febbraio CorriereAlAltro comparto delicatissimo consigliere Ottria: il trasporto pubblico piemontese, che sia su gomma o su rotaia, fa ‘acqua da tutte le parti’: e l’integrazione fra treni e pullman rimane più che altro un’astrazione…
Torniamo al tema drammatico delle risorse, purtroppo. Se guardo ad altre regioni, come la Liguria, mi viene da dire che almeno da noi è operativa l’Agenzia della Mobilità regionale, che funziona benissimo, con competenze eccellenti, e che ha ‘mappato’ con efficacia lo stato dell’arte del trasporto. Certo, ora bisogna fare delle scelte: la strada credo che non possa essere che l’accorpamento delle aziende che fanno trasporto su gomma, per ragioni di economia di scala. Mentre sul fronte Ferrovie, comparto che conosco bene per ragioni professionali, nella nostra provincia servono investimenti: la giunta Cota chiuse tante linee periferiche, e per alcune forse non c’era alternativa. Altre però vanno riaperte, o potenziate, a partire dai collegamenti di Alessandria e di Casale Monferrato con Milano. Ma penso anche anche alla Casale Mortara, mentre altri tratti, come la Casale Asti, mi sembrano francamente di complicata realizzazione: ad oggi mancano persino i binari! Eppure il tratto Asti Casale Mortara, e quindi Milano, anche alla luce dei riconoscimenti Unesco, sarebbe importante. E poi ci sono tratte come la Ovada Alessandria, o la Acqui Genova (complicata, perché a metà tra due regioni) che necessitano certamente di ripensamenti profondi. Quello che dobbiamo capire è che l’investimento in trasporti, così come in tutela idrogeologica del territorio, non è un lusso, ma l’abc su cui un territorio fonda il proprio sviluppo: come pensiamo di poter creare impresa, lavoro e occupazione se non ci sono le indispensabili infrastrutture?

Ettore Grassano