«Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale» [Il Citazionista]

funerali_sedicenne

di Andrea Antonuccio.

«Credo di avere firmato il primo appello antiproibizionista una trentina di anni fa, e ancora non ho cambiato idea»
Michele Serra, La Repubblica, 18 luglio 2015

Che cosa ha detto ieri durante i funerali Antonella Riccardi, madre adottiva del ragazzo suicida a Lavagna?

«Le ultime parole sono per te, figlio mio. Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano. […] Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi». E ancora: «Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su Whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate».

«Straordinario è chiedersi aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita. Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo» ha detto la donna.

«Noi genitori invece di capire che la sfida educativa non si vince da soli nell’intimità delle nostre famiglie, soprattutto quando questa diventa una confidenza per difendere una facciata, non c’è vergogna se non nel silenzio: uniamoci facciamo rete» ha aggiunto. «In queste ore ci siamo chiesti perché è successo, ma a cercare i perché ci arrovelliamo. La domanda non è perché, ma come possiamo aiutarci. Fate emergere i vostri problemi».

Ecco invece che cosa ha scritto sul suo profilo Facebook Roberto Saviano: «Il dramma ci obbliga a riflettere sulla necessità di legalizzare le droghe leggere. Sulla necessità di farlo subito e di farlo bene. […] Ha più senso tracciare il fumo prima che arrivi nelle mani dei sedicenni o ha più senso punire il sedicenne consumatore? È più accettabile che un sedicenne possa acquistare fumo in un coffee-shop o da spacciatori che hanno anche altro da vendere e soprattutto hanno a che fare con un sottobosco criminale dal quale sarebbe consigliabile tenersi alla larga?».

Queste le posizioni in campo.

Delle due, scelgo senza alcun dubbio la prima. Il resto, la “savianata”, è senza pietà. Quel povero ragazzo, che non ha retto alla vergogna e si è buttato dal balcone di casa, viene ucciso un’altra volta dalle scempiaggini dei Saviano e dei Serra. Che, se avessero il cervello meno “bruciato” dall’hashish, si muoverebbero per combattere la droga, non per farla vendere ai nostri figli dallo Stato italiano, come se fosse un pacchetto di sigarette.

Ma hanno dei figli, Serra e Saviano?