Annaratone: “Tre anni da ‘ponte’ fra gli alessandrini e il Palazzo: così la politica mi ha aiutato a crescere”. Sui coetanei: “Tanti fuggono da Alessandria: chiediamoci perché”

Annaratone: “Tre anni da ‘ponte’ fra gli alessandrini e il Palazzo: così la politica mi ha aiutato a crescere”. Sui coetanei: “Tanti fuggono da Alessandria: chiediamoci perché” CorriereAl“Sono stati tre anni straordinari, che hanno cambiato la mia vita in profondità. L’esperienza di consigliere comunale mi ha davvero segnato, e appassionato: pazienza se questo ha un po’ rallentato il percorso verso la laurea specialistica in Scienze Politiche: arriverà presto anche quella”.
Simone Annaratone, classe 1990, è entrato in consiglio comunale (in quota Idv) all’inizio del 20014. In quell’occasione lo incontrammo, e ci raccontò i propositi e gli obiettivi di un ragazzo pieno di entusiasmo, alla sua primissima esperienza di amministratore pubblico.

Sono trascorsi 3 anni, e la consiliatura a Palazzo Rosso volge al termine. Annaratone nel frattempo ha lasciato l’Idv, e (con l’appoggio del vice sindaco Giancarlo Cattaneo) ha dato vita al gruppo consiliare Alessandria Al Centro (“non mi chieda se sarà anche una lista civica, ancora non lo so: di certo penso di continuare a fare politica locale, a disposizione della mia comunità”). Il giovane consigliere comunale è anche presidente della commissione Sviluppo del Territorio, e basta inserire il suo nome nel motore di ricerca di CorriereAl per rendersi conto che, in questo triennio, non è stato con le mani in mano: Casalbagliano, Valle S. Bartolomeo, via Milano, Cristo, parcheggio Tiziano, progetto Costruttori di democrazia, partecipazione sono solo alcuni dei temi di cui si è occupato, e continua ad occuparsi. Proviamo a farci raccontare la sua esperienza, e a capire cosa lo spinge a dedicare gran parte del proprio tempo alla sua attività di consigliere.

 

Simone, tre anni dopo, rifarebbe la stessa scelta? Ossia le piace fare il Palazzo Rosso consiglio comunaleconsigliere comunale?
Tantissimo: è un impegno articolato, fatto non solo di consigli plenari e di commissioni (che implicano lo studio e l’approfondimento di tanti singoli temi), ma anche di incontri continui con le persone, in strada, nei bar, in centro come in periferia. E’ la parte forse migliore dell’attività: quella in cui diventi davvero ‘antenna’ delle esigenze e dei problemi delle persone. Non sempre riesco a risolverli peraltro, ma lo dichiaro sempre in partenza: io ci provo e ce la metto tutta, questo sì.

A proposito di partecipazione: fu proprio lei a lanciare, qualche tempo fa, gli incontri ‘4 amici al bar’. Come è andata?
Benissimo, e li riprendo tra pochi giorni. Ho scelto di partire dalle periferie nella convinzione che in un comune come il nostro, territorialmente il più esteso del Piemonte, a causa della crisi fossero proprio i sobborghi a pagare il conto più salato, in termini di abbandono, e di mancato contatto con il Palazzo. E ho scelto il bar perché quello, nei paesi, è un vero centro di incontro e aggregazione, in cui spesso si fa anche politica: quella vera, che interessa alla gente. Di recente, quando ho sentito l’ex sindaco di Torino Piero Fassino commentare “abbiamo perso in periferia”, mi sono detto: “toh, mi sa che ci ho visto giusto”.

casalbagliano-dicembre-2E come sta andando l’esperienza?
All’inizio è stato traumatico, ma a me le sfide piacciono. Ricordo ancora perfettamente la prima uscita, al bar della Soms di Casalbagliano (fra i tanti sobborghi alessandrini malmessi, forse quello che meriterebbe l’Oscar del disagio, ndr). C’era un gruppo di abitanti tra il diffidente e l’arrabbiato, e uno di loro, ricordo benissimo, lanciò anche per aria i suoi fogli, urlando. “Ma dove mi sono andato a cacciare”, ho pensato. Però capivo bene che quella rabbia non era verso di me come Simone, ma verso le istituzioni che rappresentavo. Ebbene, la stessa persona di recente, nel corso di un incontro pubblico a Casalbagliano, mi ha lodato pubblicamente, facendo anche una dichiarazione di voto, assolutamente non richiesta o concordata (noi c’eravamo, e confermiamo, ndr). In quei momenti capisci che forse qualcosa di buono lo stai facendo. Il tour continua, e continuerà: i sobborghi alessandrini sono tanti, e alla fine poi sempre gli stessi. Le strade sconnesse, i servizi pubblici come l’illuminazione o i rifiuti carenti, i trasporti….

Questo però Simone evidenza anche uno dei maggiori limiti dell’attuale Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAl 4amministrazione di centro sinistra che lei sostiene. Di partecipazione ‘dal basso’ nella campagna elettorale del 2012 si è parlato tanto. Da allora ad oggi sul tema si è fatto pochissimo: forse nulla a livello istituzionale, a parte meritorie iniziative personali come la sua…
Ne convengo, e credo che sia davvero un elemento di debolezza del nostro percorso, a cui rimediare al prossimo giro, se gli elettori come spero ci riconfermeranno la fiducia: non voglio fare qui l’elenco delle giustificazioni, ma tutti sanno che abbiamo davvero dovuto faticare molto su tanti altri fronti. Che però il regolamento sulla partecipazione sia rimasto fermo a metà del guado, e che nulla ancora sia stato definito su questo fronte, è negativo.

Rimaniamo sul suo percorso personale: conosciamo più di un alessandrino che ci ha detto ‘ne sto parlando con Annaratone’. Quindi lei il suo ruolo quanto meno di ascolto lo svolge davvero. Ma poi cosa succede?
Semplicemente dall’altra parte, nel palazzo comunale, non c’è un muro, come magari credono i cittadini comuni, ma ci sono persone, spesso anche disponibili e competenti. Personalmente vado dai dirigenti, ma molto più spesso dai funzionari, e segnalo tutto quello che mi sembra non funzionare, o essere migliorabile. Dai problemi di un singolo tratto di via, a quelli di un sobborgo. E spesso si riesce, non è vero che sia tutto inutile.

Due cuori un cassonettoUna battaglia recente di cui è particolarmente orgoglioso?
La ripartenza dell’attività degli ispettori ambientali: finalmente c’è di nuovo un responsabile del servizio (Fulvio Barzizza, ndr), che può muoversi per la città non solo segnalando situazioni di sporcizia o anche di rischio, ma anche multando i cittadini che vengono sorpresi ad inquinare, o ad abbandonare rifiuti in luoghi inadeguati, o con modalità non consone. Se vogliamo che Alessandria sia più bella e vivibile, ognuno deve fare la propria parte. E poiché su 93 mila persone qualche incivile ci sarà sempre, l’ispettore ambientale è figura fondamentale, e sono lieto che il sindaco Rossa abbia acconsentito a riattivare il servizio.

Invece cos’è Costruttori di Democrazia?
E’ un bellissimo progetto di partecipazione civica, di cui di recente abbiamo Annaratone: “Tre anni da ‘ponte’ fra gli alessandrini e il Palazzo: così la politica mi ha aiutato a crescere”. Sui coetanei: “Tanti fuggono da Alessandria: chiediamoci perché” CorriereAl 1presentato la seconda edizione, dopo che la prima è andata benissimo. Sono orgoglioso di averne stimolato la realizzazione: il primo anno abbiamo coinvolto 12 ragazzi del liceo scientifico Galilei, quest’anno l’iniziativa si estende a 32 ragazzi, includendo anche il Saluzzo-Plana. L’obiettivo è avvicinare i ragazzi di 16-18 anni all’istituzione comune: spiegando loro come funziona, e soprattutto mostrandoglielo. Sono io stesso ad accompagnare gli studenti ai consigli comunali, alle commissioni e in visita agli uffici. E abbiamo anche creato un gruppo su whats app, che ci consente di aggiornarci e commentare in tempo reale commissioni e consigli, anche quando qualcuno non può essere presente. L’esperimento funziona, noto una partecipazione vera, e credo che i cittadini di domani si costruiscano anche così: persone consapevoli, che partecipano e conoscono i meccanismi dell’amministrazione locale. Fondamentale il contributo della Fondazione CrAl, che mette a disposizione ogni anno 1.000 euro per premiare le migliori relazioni di fine corso.

ErasmusDiamo voce al Simone Annaratone ventiseienne: i suoi coetanei alessandrini cosa pensano della politica, e cosa sognano?
I miei amici sono in fuga da questo territorio, per quanto fuga costruttiva e con progetti. Facevo il conto l’altra sera: uno è a Pavia, quatto o cinque già all’estero. Del gruppo del liceo ormai siamo rimasti qui in pochissimi, e questo non mi piace. Ma bisogna chiedersi perché, e provare a rendere la nostra provincia più appetibile e competitiva di oggi. Altrimenti l’esodo giovanile non potrà che continuare, e aumentare.

Ettore Grassano